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lunedì 9 dicembre 2013

Cinquant’anni di Ar

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9 dicembre 1963               9 dicembre 2013

Cinquant’anni di Ar

Era il 9 dicembre di cinquant’anni fa quando veniva depositata alla Camera di Commercio la sigla di una nuova casa editrice che avrebbe fatto il suo debutto sulla scena padovana. Nascevano ufficialmente le Edizioni di Ar. Un’impresa editoriale che, al tempo dei Sanguineti e dei Calvino, della letteratura snervata, delle cosiddette avanguardie e dei barocchi manuali politici delle sinistre, si dedicava alla diffusione delle idee che il consorzio umano e culturale degli anni del boom economico aveva voluto dimenticare ed estromettere. Le Edizioni di Ar offrivano ai loro primi lettori la possibilità di trasformare il proprio momento di lettura da passatempo borghese ad agguato al tempo borghese. Lo rendevano un’attività militante.

Cinquant’anni dopo, le Edizioni di Ar vogliono festeggiare la lealtà di chi, da allora o negli anni successivi, ha saputo riconoscersi in loro e offrono alcuni tra i testi cardine che compongono l’attuale catalogo di Ar a prezzi amichevoli.

Discendenti dei primi libri che hanno inaugurato l’impresa, queste pubblicazioni sono tra le testimonianze più significative del percorso delle Edizioni di Ar. Mostrano come il patrimonio genetico del radicale Ar, nel tempo, abbia saputo trasmettersi, germinare e conoscere forme nuove, restando sempre fedele a se stesso.

Friedrich Nietzsche – L’Anticristiano

Friedrich Nietzsche – Sul futuro delle nostre istituzioni educative

Nicolàs Gòmez Dàvila – Pensieri antimoderni

Michael Schmidt-Salomon - Helge Nyncke – Scusi: per andare da Dio?

Maurice Bardèche – Fascisti si nasce: Sparta e i Sudisti.

Nikolaj K. Roerich – In Excelsis

Jean Mabire – Il dio della guerra. Il barone Roman Feodorovic von Ungern-Sternberg

Adolf Hitler – Architetture

Leni Riefenstahl – Schönheit im Olympischen Kampf

William B. Seabrook – Adventures in Arabia

Beniamino M. di Dario – La Notitia Dignitatum. Immagini e simboli del Tardo Impero Romano

Ludwig Klages – Dell’Eros cosmogonico

Teresa De Monte – Alimenti e omeopatia

Junyû Kitayama – Lo stile eroico. L’eroismo in Giappone Lo stile eroico

Zara Algardi – Furor di popolo

Julius Evola – I testi del Roma

Alfred Bæumler – L’innocenza del divenire

Giacomo Devoto - Origini indeuropee

Victor Magnien - i Misteri di Eleusi

Pierre Drieu La Rochelle - Gilles

"Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo."

Nicolás Gómez Dávila

OCCASIONE DI LETTURA

(valida entro il 31 dicembre 2013)
Coloro che richiederanno almeno 15 libri, scelti tra i titoli segnalati, li riceveranno con la riduzione del 50%;
coloro che richiederanno almeno 9 libri, scelti tra i titoli segnalati, li riceveranno con la riduzione del 40%.

La vendita per corrispondenza viene effettuata dalla Libreria Ar. Per ulteriori informazioni o eventuali comunicazioni: Adel Libreria Ar – Palazzo de Concilij, piazza della Libertà 11 Avellino. Tel./Fax: 0825 32239 – email: info@libreriaar.com

1963. Solo diciotto anni dalla fine della guerra dei fascismi. A Padova, nel quartiere Arcella, ci sono ancora i crateri delle bombe angloamericane e il cielo ha il ricordo dei cerchi di fumo di Pippo, l’inglese spione. È l’anno del primo LP dei Beatles, del celeberrimo discorso di Martin Luther King, “I have a dream”, dei paesi sbranati dalla frana del Vajont, dell’assassinio di Kennedy. L’anno di Marcovaldo in libreria e di 8 ½ al cinema, del primo 007 e del Gattopardo. In TV c’è Mike Bongiorno con i suoi quiz di cultura generale.

Le Edizioni di Ar nascono il 9 dicembre 1963. Freda ha affittato un’ex rimessa in una strada lunga e sfatta del centro, via (nomen omen) Patriarcato, vicinissima al Liviano di Gio Ponti. Si ritrovano lì tra fuoriusciti dal MSI, per lo più ragazzi tra i diciotto e i vent’anni, insieme a un ex brigatista nero ed ex reggente di Ordine Nuovo.

La realtà è poca, ma è l’idea, secondo Freda, che deve giudicare la realtà, non viceversa. Infatti, il nome che il gruppo si dà è un’esortazione anagogica: Ar. Ar è il radicale di quei termini di origine indoeuropea che esprimono la vigoria fisico-morale (aretè, in greco, ‘aristocrazia’), fino ad arrampicarsi nelle implicazioni metafisiche di essa: i vocaboli ordine, rito.

Un radicale linguistico, germe intemporale di significato da completare nel tempo, da sigillare con il proprio operato. Perenne, arcaico, ma pronto a innestarsi nel nuovo presente che lo voglia e sappia assumere. Un’idea senza il confine di una parola, che chiunque sia abbastanza schietto e lucido può comprendere, indovinare e tradurre in azione (un radicale non è circoscritto: è in attesa della sua espansione). L’idea – banale, in fondo – del Bene come l’avrebbe coltivata un antico.

Ar significava stare nel tempo senza esaurirsi in esso. Coltivare, nel tempo, le migliori virtù umane (o dovremo dire aumane, tanto ci sono, qui, lontane?). Dunque, ogni sabato sera, al posto dei festini col mangiadischi, letture rituali in via Patriarcato. Nietzsche, Evola, la biografia di Federico II del Kantorowicz. A leggere è Freda, con la sua voce da basso. Altro che “così è se vi pare”: così è e così deve essere, costi quel che costi in termini di spiacevolezze. Non si poteva accettare che il mondo precipitasse verso la vita comoda, la competizione dei minimi termini, a chi si comprava prima la nuova Seicento, a chi beveva più daiquiri al tavolino di un bar. Si era alzata una nuvola di cipria che neanche l’atomica americana: si rischiava di non vedere più il sole. E Leonardo, genio riconosciuto, che in tempi non sospetti aveva proclamato: “No si volta chi a stella è fiso”. In Italia stava scoppiando mezza guerra civile il giorno in cui spararono a Togliatti: migliaia di rossi inferociti per le strade, e tutto si ricompose per la vittoria di Bartali al Tour de France. Già allora si poteva intuire come sarebbe finita. “Se si tolgono all’uomo le sue catene, si libera solo un animale” – ci ricorda l’abrasivo Nicolás Gómez Dávila, pubblicato da Ar nel 2007.

Ma le catene dell’uomo non devono necessariamente essere le lambiccate analisi del filosofo razionalista, che vuol salvare capra e cavoli mettendo insieme l’ineffabile e la sua dimostrazione. La verità è ai confini con l’irrazionale, è come un radicale linguistico, come il radicale ar: va indovinata, non può frantumarsi in porzioni di comoda ingestione. Deve turbare – sostiene Nietzsche, autore-cardine di Ar. Ma chi legge il Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane, primo volume pubblicato dalle Edizioni di Ar, deve sapere che non ha di fronte i discendenti degli inglesi che seviziavano i boeri nei primi campi di concentramento della storia e capire che si tratta, in fondo, di una terapia d’urto per uscire dalla palude del dopoguerra. C’è il libro e c’è il lettore: tra di loro un destino, forse, di consonanze.

“Un bosco di corna, l’umanità, più fitto del bosco della Ficuzza quand’era bosco davvero. E sai chi se la spassa a passeggiare sulle corna? Primo, tienilo bene a mente: i preti; secondo: i politici, e tanto più dicono di essere col popolo, di volere il bene del popolo, tanto più gli calcano i piedi sulle corna; terzo: quelli come me e come te… È vero che c’è il rischio di mettere il piede in fallo e di restare infilzati, tanto per me quanto per i preti e per i politici: ma anche se mi squarcia dentro, un corno è sempre un corno; e chi lo porta in testa è un cornuto… La soddisfazione, sangue di Dio, la soddisfazione: mi va male, muoio, ma siete dei cornuti…”

È Leonardo Sciascia a offrirci lo scorcio perfetto della società attuale, attraverso la voce di uno di quei suoi personaggi che quando aprono bocca fanno impallidire tutti i filosofi à la page. E, a proposito di destino, e di consonanze: è sempre Sciascia, nel novembre del 1979, a sdegnarsi per come Freda è stato trascinato in Italia dal Costarica, dove si era rifugiato.

Il panorama culturale italiano è così ricco di corna, oggi, che il bosco della Ficuzza, a confronto, pare una radura. Ar splende nel suo altrove (ora una gattabuia, ora Nubicuculia) come un unicum, per libertà di pensiero e sincerità di azione. Cinquant’anni che pubblica libri per i non cornuti: “La soddisfazione, sangue di Dio, la soddisfazione”!…

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