Vogliamo giustizia!

Vogliamo giustizia!
Giustizia per i morti di Bologna

Ultimissime del giorno da ADNKRONOS

domenica 31 marzo 2013

Addio a Franco Califano. Ora tutto il resto è noia.

Franco_Califano

«Io sono liberale, anticomunista. Ho chiesto al sindaco Alemanno, mio caro amico, di poter cantare in qualche bella piazza. E lui mi ha fatto un meraviglioso regalo. Per 5 anni mi hanno impedito di cantare perché mi hanno bollato come uno di destra». Così Franco Califano il 14 settembre 2008, nel giorno del suo settantesimo compleanno, in occasione del concerto a piazza Navona. Il Califfo, come era soprannominato il cantautore romano, è morto nella sua casa ad Acilia. Solo pochi giorni fa, il 18 marzo, si era esibito al Teatro Sistina di Roma. Califano era nato a Tripoli il 14 settembre 1938, evento del tutto casuale in quanto legato ad uno scalo aereo. La sua infanzia è stata caratterizzata da mille vicissitudini che lo hanno spinto verso una dimensione artistica esaustiva della sua costante ricerca di libertà interiore. Alcune frasi, tratte dalle sue canzoni, divennero veri slogan, entrarono nel linguaggio giornalistico. “Califano: il Prevet di Trastevere”, “Brel romanesco”, “Pasolini della canzone”, “Belli di quest’epoca”. La canzone forse la più nota del suo repertorio, Tutto il resto è noia era la sua My way. Lascia venti album e tante canzoni di successo scritte per altri, quali La musica è finita e Una ragione di più interpretate da Ornella Vanoni, E la chiamano estate cantata da Bruno Martino; Minuetto e La nevicata del ‘56 diventati cavalli di battaglia di Mia Martini. Franco Califano è stato anche insignito della Laurea Honoris Causa in Filosofia all’Università di New York, «Per aver scritto una delle più belle pagine della canzone italiana», recita la motivazione.

Autore di brani indimenticabili scritti anche per Mia Martini, Ornella Vanoni, Peppino di Capri

Una biografia artistica continuamente oscillante tra il trash e il sublime, tra le donne (asseriva di averne avute oltre mille) la musica e i vizi.  Della sua vita, dell’esperienza in carcere per droga, ricordava in una recente intervista a Vanity Fair: «Mi hanno rubato anni di vita, ma esistono luoghi peggiori. Ho passato momenti peggiori nelle cliniche, negli ospedali e in collegio, per questo ho superato molto bene la prigione». Da bambino sogna di diventare pompiere. «Invece mi hanno sbattuto nel collegio Sant’Andrea ad Amalfi. Sono scappato da quelle suoracce cattive e ho raggiunto Pagani a piedi. A Roma ho frequentato le scuole notturne perché non riuscivo a svegliarmi al mattino. Era l’istituto Ludovico Ariosto per ragionieri. Dopo qualche tempo ho esordito nei fotoromanzi delle edizioni Lancio e di Grand Hotel. Parti da antagonista. Il cattivo. Avevo la faccia da duro. Poi ho cominciato a comporre poesie, ma ho capito che sarei morto di fame. Mi sono buttato sulle canzoni». In politica si definiva un «liberal che vota Berlusconi». Nel 2007 il Pdci scelse come slogan della Festa nazionale della cultura Tutto il resto è noia. Lui commentò: «Se penso a ’sti comunisti che manco m’hanno mai invitato a canta’ alle loro feste e poi se so’ rubbati la mia canzone più famosa…».

di Valter Delle Donne

sabato 30 marzo 2013

Combattere è un destino

Il Cavaliere senza tempo
Dimitri

Cavaliere senza tempo ci prendesti per mano,
per portarci sui sentieri dentro un sogno lontano.
Là sui monti colorati dove amavi tornare,
con lo spirito elevato ed il corpo temprare.


Con l’anima pura ci hai spiegato i tramonti
con quella guerriera il tuono, ed il suono suo cupo.
Evocando un mito antico che in leggende e racconti
il branco conserva vivo nel segreto del lupo.


Comandante quante volte io ti ho visto avanzare,
e davanti a tutti noi il nemico inseguire
con il cuore indomito ed un modo gentile
nascondere un peso oscuro dietro il passo virile.


Poi il trapasso acerbo che spezzò quel cordone,
che lasciò dentro uno schianto il sorriso velato;
come il vento che recide il fiocco di un aquilone,
che strappa il gioco ad un bimbo che lo tiene legato.


Ed i camerati Tu li hai visti morire
ma mai un passo indietro, mai cercar di fuggire.
Mille fratelli attoniti hai saputo riunire,
increduli per la fine di chi ritrova l’amore.


Ci hai lasciati eredi tristi di un destino beffardo,
orfani di battute argute e di un sorriso sornione.
Noi dispersi come polveri in questo tempo bastardo,
noi ed il Tuo esempio austero che ha incarnato l’Onore.


Ed ora che i nostri passi sono sempre più lenti,
in questa discesa debole che avvelena le menti.
Cavaliere senza tempo ci hai di nuovo parlato,
nel solstizio di una estate sopra un monte incantato.


Hai lanciato un altro grido, hai raccolto le schiere,
nell’aurora fra gli Dei celebrando il mattino.
Comandante sempre vivo fra anime e bandiere,
urlavi in faccia al mondo che combattere è un destino.


“Comandante Dimitri: Assente!”


Testo di Cesare Massimo Ruggieri
Musica di Francesco Mancinelli
Dedicata a Peppe Dimitri

venerdì 29 marzo 2013

Aggiornamento n°68 di GEOPOLITICA

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Segnaliamo le novità di questa settimana:

Nuovo numero in corso di stampa:

America Latina: tentativi di unità
Geopolitica, vol. I, no. 4 (Inverno 2012) AMERICA LATINA: TENTATIVI DI UNITA'€ (In corso di stampa) L'€™ultimo decennio ha visto l'America Latina muoversi a grande velocità sulla strada dell’integrazione regionale. Il Mercosur ha inglobato il Venezuela e si prepara a fare lo stesso con la Bolivia. E'ˆ stata creata l'€™UNASUR che riunisce tutte le nazioni del Sudamerica. La CELC fa concorrenza all'OAS sul piano pancontinentale, ma esclude significativamente i due paesi anglosassoni. Infine, i ...

Eventi:

Dialogo di civiltà: il 4 aprile a Roma
Nell’epoca della globalizzazione i mezzi di trasporto e comunicazione hanno accorciato le distanze tra i paesi e i continenti, i flussi migratori creano società multietniche, gli accordi di libero scambio favoriscono gl’investimenti all’estero. Tutto ciò pone sfide ed opportunità. Roma con la sua storia d’integrazione di popoli, e l’Italia per la sua posizione geografica a cavallo di diverse “linee di faglia” tra civiltà e religioni, sono non solo i luoghi ideali, ma anche i più ...


Prospettive nell’area mediterranea: l’8 aprile all’Università Roma Tre
L’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), assieme al progetto NEPAS (New European Policies to face the Arab Spring), all’Università degli Studi di Roma Tre, a Peacekeeping & Security Studies e a C.I.A. Lab, organizza per lunedì 8 aprile 2013, alle ore 12.30, presso l’Aula 2A di Via Gabriello Chiabrera 199 dell’Università di Roma Tre, la conferenza Dopo le rivolte arabe. Prospettive nell’area mediterranea. Interverranno come relatori: Maria Luisa Maniscalco (Università degli ...

Call for Papers:

Pubblicata la “call for papers” per il numero 2 del secondo volume (Estate 2013)
GEOPOLITICA è un refereed journal, ossia una rivista con revisione paritaria. In ogni suo numero, oltre agli articoli su invito realizzati da autorevoli esperti, è prevista una quota di saggi proposti da studiosi in risposta ad una call for papers pubblica ed accuratamente selezionati dalla Direzione con l’aiuto di revisori paritari (referees). Presentiamo di seguito il testo italiano e inglese della Call for papers relativa al numero 2 del volume II (programmato per l’estate 2013). ...

Report:

La questione identitaria del popolo ucraino
No. 9 – March 2013 Author: Eliseo Bertolasi Language: Italiano Keywords: Ethnies of Ukraine History of Ukraine National identity Download the Report (PDF) / Scarica il Rapporto (PDF) Abstract Ukraine has always been a “middle land” among nations, empires, states, religions. . . Its vast territory, mostly flat and fertile, crossed by the magnificent river Dnepr favored its condition ofcultural crossroad and clash field, at the same time. Today, a little more than 20 years after its birth, indipendent Ukraine is still building its national identity through a slow process of emancipation from being simply considered a regional variant ofthe Russian nation. At ...

Articoli:

Il “Sistema Italia” e l’America Latina
La pubblicazione degli atti del convegno “America Latina: tentativi di unità”, tenutosi il 21 gennaio a Roma presso la Sale delle Colonne di Palazzo Marini, Camera dei Deputati, su iniziativa dell’IsAG, prosegue coll’intervento di Francesco G. Leone, direttore del programma “America Latina” e ricercatore associato del programma “Sistema Italia” dell’IsAG. Di seguito testo e video del suo intervento. L’IsAG ha due programmi di ricerca che studiano l’area latinoamericana: uno chiamato “Sistema Italia” e l’altro denominato, ...


La voglia d’oltremare britannica e quegli attacchi a Papa Francesco
Corone, pennacchi e cannoni: niente male il balcone papale come fondale per riattizzare l’attenzione mondiale sulla innata vocazione imperiale del Regno Unito e sulla sua capacità di proiettare con successo la propria potenza militare, anche ad enormi distanze dalla madrepatria. Le cronache raccontano che Francesco I ha avuto appena il tempo di affacciarsi al balcone di San Pietro per salutare le folle, che subito si è scatenato l’attacco mediatico britannico. Fin dall’alba del day after ...


Matematica e Geopolitica: Il triangolo della tensione USA-Israele-Iran
Il recente seminario organizzato dal Centro Studi Gino Germani e tenutosi presso la Link Campus University sul tema “Il triangolo della tensione: Iran, Israele, Stati Uniti. Percezioni strategiche e scenari futuri” è stato l’evento ispiratore di questo breve lavoro in cui si cerca di porre in una veste matematica alcuni argomenti geopolitici di particolare interesse cercando di non cadere nell’assunto di Johann W. Goethe per cui “I matematici sono come i francesi: qualunque cosa tu ...


Ucraina-Italia: opportunità d’impresa. La cronaca della conferenza di Milano
Il 19 marzo 2013 si è tenuto a Milano presso la prestigiosa sede dello Studio Legale Sutti la conferenza Ucraina-Italia: opportunità d’impresa. L’obiettivo della conferenza era illustrare le ampie potenzialità economiche dell’Ucraina e come tali potenzialità possano diventare altrettante opportunità commerciali per gli imprenditori italiani, e lombardi in particolare. L’iniziativa è nata dalla sinergia tra l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG) e lo Studio Legale Sutti, che già a dicembre organizzarono ...


L’Ecowas e le due crisi che hanno messo in ginocchio il Mali
La crisi che dal marzo del 2012 ad oggi sta colpendo il Mali ed in particolare la regione del nord chiamata Azawad, non è un evento da considerarsi estraneo all’Africa Occidentale. Infatti, dall’acquisizione dell’indipendenza fino ai nostri giorni, gli Stati dell’Africa Occidentale non sono stati esenti da colpi di stato e da sanguinose guerre civili. Tuttavia, nel caso maliano vi sono degli aspetti particolari e se vogliamo anche unici, che hanno attirato ...
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mercoledì 27 marzo 2013

Ettore Majorana scompariva 75 anni fa. Un mistero su cui si interrogarono anche Sciascia e Borsellino

majorana

Esattamente 75 anni fa, il 27 marzo del 1938, scompariva l’allora trentunenne Ettore Majorana, brillante fisico teorico le cui opere hanno riguardato la fisica nucleare e la meccanica quantistica relativistica, con particolari applicazioni nella teoria dei neutrini. La sua improvvisa sparizione nel nulla, avvolta in un fitto alone di mistero, avrebbe negli anni alimentato dubbi e ipotesi, generando una vera e propria letteratura gialla che, nell’affastellarsi di testimonianze e possibilità, nella composizione dei suoi vari capitoli avrebbe incrociato la storia del geniale fisico catanese nato nel 1906 con le teorie romanzesche proposte da Leonardo Sciascia, come con le certezze dei riscontri investigativi maturate dalle indagini svolte da un’allora giovane procuratore, Paolo Borsellino.

Già, perché su quella misteriosa scomparsa avvenuta mentre Majorana era a bordo del piroscafo Palermo-Napoli della Tirrenia, si aprirono subito tanti scenari: alcuni chiusero lapidariamente la questione parlando di suicidio, una possibilità suffragata anche da lettere e telegrammi spediti dal fisico, con cui, mentre da un lato si congedava da amici e familiari scrivendo «ho preso una decisione che era ormai inevitabile. Non vi è in essa un solo granello di egoismo, ma mi rendo conto delle noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare», aggiungendo persino «ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero… ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi». Dall’altro, però, subito dopo rettificava sostenendo, «il mare mi ha rifiutato e ritornerò domani all’albergo Bologna, viaggiando forse con questo stesso foglio». Ma Majorana non ricomparve più. S’iniziarono le ricerche. Del caso si interessò, dietro pressioni di Fermi, anche lo stesso Mussolini; fu persino proposta una ricompensa (pari a 30.000 lire dell’epoca) per chi ne desse notizie, ma del geniale fisico italiano non si seppe mai più nulla, almeno non in modo inequivocabile.

Sul buio delle certezze legate a quella inspiegabile scomparsa che interessò polizia, investigatori improvvisati, celebri scrittori e addirittura recentemente anche programmi televisivi come Chi l’ha visto – che tornò sul caso nel 2008 –  solo il bagliore di qualche suggerimento. Dopo la teoria del suicidio, dunque, si profilò la tesi tedesca, che suppose un trasferimento segreto in Germania allo scopo di mettere conoscenze e proposte a disposizione del Terzo Reich, e che dopo la seconda guerra mondiale vorrebbe Majorana – ipotetico protagonista di un’ulteriore fuga – emigrato in Argentina. Secondo una terza strada, battuta soprattutto da Leonardo Sciascia nel suo suggestivo libro La scomparsa di Majorana, il fisico si sarebbe ritirato invece a vita monastica nella Certosa di Serra San Bruno, per sfuggire a tutto e a tutti. Negli anni Settanta, infine, testimoni e avvistamenti sparsi davano Majorana fisico errante in giro per la Sicilia: sul caso intervenne anche l’allora procuratore di Marsala, Paolo Borsellino, che dopo una serie di accurate indagini e riscontri, escluse che si potesse parlare di un’“ipotesi Majorana”, lasciando avvolta nel mistero la fine di uno dei più brillanti fisici italiani di sempre.

di Bianca Conte

martedì 26 marzo 2013

Aggiornamenti EURASIA ( 18/03 – 24/03 2013 )

eurasia

 

Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 18 al 24 marzo 2013):

Indice

  • Pubblicazioni
  • Articoli e saggi
  • Video

Pubblicazioni

E' in uscita il nuovo numero (1/2013) della Rivista di Studi Geopolitici "Eurasia" (XXIX), intitolato "Imperialismo e Impero”.

L'EDITORIALE DEL NUOVO NUMERO

IL SOMMARIO DEL NUOVO NUMERO

Articoli e saggi

Leonid Savin, “XI JINPING A MOSCA: L’INCUBO DI BRZEZINSKI E KISSINGER È APPENA DIVENTATO REALTÀ”

Luc Michel, VERSO UN NUOVO COLPO DI STATO OCCIDENTALE IN ALGERIA?

Enrico Ferrari, L’ESPANSIONISMO DELL’IMPERO RUSSO

Sara Nardi, IL SOGNO DI XI JINPING: IL NUOVO GOVERNO TRA RIFORME E CONTINUITA'

Gábor Vona, LETTERA APERTA DI GÁBOR VONA (JOBBIK) ALL’AMBASCIATORE ISRAELIANO A BUDAPEST

Dragan Mraovic, SERBIA E KOSOVO

Rachele Pagani, TENDENZE OPPOSTE NEL MAR CARAIBICO: PORTO RICO E GIAMAICA

Federica Di Pietro, L’AMERICA LATINA DAVANTI ALLA SFIDA DELL’ENERGIA SOSTENIBILE

Video

LA CINA NUOVA POTENZA GLOBALE. IL RUOLO GEOPOLITICO, GEOECONOMICO E GEOSTRATEGICO DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE NEL 21. SECOLO

...E tanti altri articoli sono disponibili sul sito!

La Redazione.

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domenica 24 marzo 2013

Milano: rifugi antiaerei

copertina libro Rifugi antiaerei_Lo Scarabeo

Giovedì 28 marzo, alle ore 18.00, presso lo Spazio Ritter (via Maiocchi 28 – 20129 Milano), si presenterà il libro di Maria Antonietta Breda & Gianluca Padovan:

Milano: Rifugi Antiaerei. Scudi degli Inermi contro l’Annientamento.

I rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale sono la testimonianza di un dramma, o meglio di uno sterminio, che va ricordato: la guerra degli aeroplani militari contro i civili inermi. Il libro «Milano: Rifugi Antiaerei» è una sorta di manuale utilizzabile soprattutto per individuare e censire i rifugi ancora esistenti a Milano e in altre città d’Italia. È una guida che si rivolge soprattutto ai giovani, per stimolarli a percorrere con altri occhi le strade e le piazze d’ogni giorno. Le tracce della morte, ancora presenti, e i tentativi dei vivi per scongiurarla, possono fornire la reale testimonianza di quello che accadde. Le tracce della morte sono gli edifici sbrecciati o sventrati, le bombe inesplose. Le azioni dei vivi sono le scritte dipinte sui muri per indicare i rifugi, le uscite di soccorso e di sicurezza, le porte blindate. I documenti d’epoca segnano senza equivoco le azioni di ognuno nella guerra fratricida, dove pochi individui decretarono la morte di milioni. Se una certa storia è stata scritta da chi ufficialmente vince, si tratta di una sola mano di vernice poco consistente, data su ciò che realmente accadde, la quale nel tempo sbiadisce e si dissolve. Rimane la vera Storia, sotto gli occhi di tutti. E noi, questi occhi, non dobbiamo chiuderli una seconda volta.

Autori: Maria Antonietta Breda, Gianluca Padovan

Titolo: Milano: Rifugi Antiaerei. Scudi degli Inermi contro l’Annientamento

Casa Editrice: Lo Scarabeo

Formato: 17 x 24 cm

Copertina: brossura

Pagine: totali 512 (256 pag. carta uso mano color avorio di testo; 256 pagine di carta patinata opaca di immagini)

Immagini: n. 457 in bianco/nero (foto attuali, foto d’epoca, planimetrie, documenti, disegni, etc.), gran parte inedite

ISBN: 9 788884 781307

Prezzo: 34,00 euro

bombardamentimilano

venerdì 22 marzo 2013

Ma che figura di merda!

vergogna

MARO'22

La vicenda è oscena, assurda, incredibile e probabilmente senza precedenti nella storia. Vi ricordate i fiumi di inchiostro versati dagli editorialisti della stampa-che-conta su come l’avvicendamento a Palazzo Chigi avesse restituito all’Italia la credibilità e il rispetto internazionale? Spero che almeno qualcuno di quegli augusti personaggi stasera, nel segreto delle proprie stanze, si vergogni e si sputi in faccia. Perché anche nel nostro mestiere in cui ognuno se la racconta come gli pare c’è un limite oltre il quale dovrebbe intervenire la vergogna. E questa è una di quelle situazioni in cui veramente, senza se e senza ma, gli italiani sono stati umiliati come non è mai successo nella storia. E, come invece è accaduto fin troppo spesso nella nostra storia, non sono stati umiliati dalla forza nemica ma dalla vigliaccheria di chi li governa. Nel caso di Monti abusivamente e illegittimamente, fra l’altro. Come farà Terzi a farsi vedere in giro dopo aver fatto l’eroe sulla pelle altrui, battendo fintamente i pugni sul tavolo, accorgendosi dopo solo un anno che la detenzione dei nostri marò era illegittima e prendendo l’irrevocabile decisione di consentire ai nostri soldati, già inopinatamente consegnati inermi in mani ostili, di restare in Patria? Ma invece, anche questa volta, non era l’Italia delle decisioni irrevocabili, ma l’italietta delle decisioni revocabilissime. Oddio, abbiamo fatto incazzare gli indiani! Quindi, avevamo scherzato. Dimesse immediatamente le italiche maschie virtù, abbassate subitamente le penne, sempre giocando con la vita degli altri e in particolare di uomini lealmente e onorabilmente al servizio dello Stato e della Nazione, il governo italiota si è calato le braghe è ha abbandonato – per la seconda volta – i suoi soldati al nemico. Che schifo.

di Marcello de Angelis

Aggiornamento n° 67 di GEOPOLITICA

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Siamo lieti di segnalare le novità di questa settimana:

Nuovo numero in corso di stampa:

America Latina: tentativi di unità
Geopolitica, vol. I, no. 4 (Inverno 2012) AMERICA LATINA: TENTATIVI DI UNITÀ (In corso di stampa) L’ultimo decennio ha visto l’America Latina muoversi a grande velocità sulla strada dell’integrazione regionale. Il Mercosur ha inglobato il Venezuela e si prepara a fare lo stesso con la Bolivia. È stata creata l’UNASUR che riunisce tutte le nazioni del Sudamerica. La CELC fa concorrenza all’OAS sul piano pancontinentale, ma esclude significativamente i due paesi anglosassoni. Infine, i ...

Articoli:

Le opportunità per le imprese in Russia e le iniziative del MiSE
La pubblicazione degli atti della presentazione di “Non solo gas“, svoltasi presso il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) il 7 marzo scorso (clicca qui per il resoconto), comincia col testo dell’intervento di Pietro Celi, Direttore Generale per le Politiche di internazionalizzazione del MiSE. Desidero innanzitutto dare un caloroso benvenuto a tutti i partecipanti a questo Convegno di assoluto interesse, organizzato dall’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie, in collaborazione con l’Ambasciata della ...
Il Papa argentino e l’America
L’elezione al Soglio pontificio del cardinale Jorge Bergoglio ha suscitato forte emozione in America Latina, e in particolare nella sua patria argentina. Pubblichiamo di seguito il commento di César González Trejo, veterano della guerra delle Falkland/Malvinas, ex presidente della Federazione dei Veterani, che è un utile esempio per comprendere con che spirito l’avvento del Papa americano sia stato accolto in Argentina. La decisione della Chiesa Cattolica di nominare Papa il cardinale Jorge Bergoglio è ...
Il regionalismo americano: ALCA e ALBA
Il regionalismo in nessuna altra parte del mondo è un processo dinamico come nel continente americano. Il susseguirsi di proposte di cooperazione politica, sociale ed economica testimonia chiaramente l’instabilità che caratterizza le relazioni internazionali dell’area, segnata sin dai primi anni ’90 dal netto dualismo tra i progetti del governo statunitense e quelli dei governi progressisti del sub-continente latino-americano. L’approccio latinoamericano è però, a differenza di quello statunitense, caratterizzato da forme di integrazione sub-regionale e da ...
Geopolitica: definirla o delinearla?
Il testo che segue è quello dell’intervento di Franco Fatigati, cultore di Geografia e docente nel laboratorio di Geopolitica della Facoltà di Lettere e nel Master di Geopolitica dell’Università Sapienza di Roma, alla presentazione di “Che cos’è la Geopolitica?” tenutasi il 12 febbraio scorso in Campidoglio. In una precedente occasione ho avuto modo di congratularmi con l’amico Tiberio Graziani per l’iniziativa di Geopolitica esprimendo altresì l’auspicio per la ...
La partita del gas europeo si gioca in Medio Oriente
Più gas Prima dell’incidente alla centrale giapponese la scommessa di Bruxelles erano non tanto le energie rinnovabili, molto di moda oggigiorno, quanto appunto l’energia nucleare. In Germania il Centro Destra aveva addirittura inserito nella propria politica verde la costruzione di nuovi reattori. Dopo una lunga pausa, durata praticamente tutti gli anni novanta, dal 2000 in poi assistiamo alla costruzione di nuovi reattori in Finlandia e in Francia. Nello stesso tempo si sono dette pronte a ...
Ucraina: i settori favorevoli per l’economia italiana
In vista della conferenza “Ucraina-Italia: opportunità d’impresa“, organizzata dall’IsAG e che si svolgerà a Milano presso lo Studio Legale Sutti martedì 19 marzo, pubblichiamo la seguente analisi di “Da Vinci AG”, centro d’analisi politica ucraino, sui settori più favorevoli per l’economia italiana nel paese dell’Europa Orientale. L’economia ucraina occupa il 39o posto al mondo in termini di PIL a parità di potere d’acquisto (344,7 miliardi di dollari statunitensi nell’anno 2012). Le risorse significative di ...
Il Papa dalla fine del mondo e le sue sfide. Una lettura “geopolitica” del Conclave
Il 13 marzo 2013 il Conclave ha incoronato nuovo Papa della Chiesa Cattolica Jorge Mario Bergoglio. Settantaseienne argentino d’origini piemontesi, dal 1998 Arcivescovo di Buenos Aires, dal 2001 Cardinale, è il primo americano e il primo gesuita ad assurgere al Soglio pontificio. Esulando dal piano propriamente religioso, la sua elezione può essere letta in funzione di tre diversi ordini di problemi. La sfida interna alla Chiesa All’interno della Chiesa Cattolica convivono varie sensibilità e correnti ...
La Turchia e il dilemma curdo tra istanze democratiche e Realpolitik
Dopo anni di repressione e lotta armata, il governo di Ankara e il PKK (Partîya Karkerén Kurdîstan, Partito dei Lavoratori Curdi) hanno riavviato i dialoghi di pace interrotti nel 2011. A riaccendere le speranze curde è la nuova congiuntura regionale: se da un lato la crisi siriana ha trascinato Damasco in una sanguinosa guerra civile, dall’altro ha rafforzato le fazioni della minoranza etnica, costringendo Erdoğan a rivedere la propria strategia verso i curdi per salvaguardare ...

Pubblicazioni:

I fondamenti geopolitici dell'UNASUR
I fondamenti geopolitici dell'UNASUR Autore: Miguel Angel Barrios Editore: IsAG, Roma 2013 Caratteristiche: pp. 32, opuscolo fuori commercio. Dalla prefazione di Tiberio Graziani: In questo breve e denso saggio il professore argentino Miguel Angel Barrios ripropone il tema dell'integrazione continentale del Sudamerica. Un tema questo che ha appassionato intere generazioni di politici e studiosi dell'™America centromeridionale. Il merito di Barrios, uno dei più promettenti geopolitici sudamericani, è di svolgere tale argomento in riferimento ai processi di globalizzazione in atto con l'ausilio analitico della geopolitica e della geostrategia. L'approccio geopolitico, padroneggiato con maestria dall'Autore, si rivela ancora una volta il più idoneo ai fini della ...
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giovedì 21 marzo 2013

L’Italia piange Pietro Mennea, il nostro figlio del vento che scriveva libri e amava la politica.

Addio grande campione!

«Che vita! ah puoi dirlo, sento sempre il peso di un controllo appeso al collo. Che Vita! Pietro Mennea e Sara Simeoni son rivali alle elezioni…». Così Bersani (Samuele, quello buono, il cantante) nel brano Che vita, del 2002, scherzava sull’impegno politico dei due grandi campioni, approdati su fronti opposti, la saltatrice in alto a sinistra, il velocista con la destra, dopo un debutto con Di Pietro. Altri tempi, ma il ricordo vivo resta quello delle imprese sportive.  È finita in una clinica romana la lunga corsa di Pietro Mennea, olimpionico e primatista mondiale dei 200 metri dal 1979 al 1996, morto all’età di 61 anni per un male incurabile.  Era il Carl Lewis bianco, il nostro figlio del vento che l’Italia piange. La storia di Pietro Mennea è caratterizzata da un comune denominatore: tagliare traguardi e proiettarsi alla successiva sfida, considerare ogni successo un semplice punto di partenza anziché d’approdo e per questo è facile capire come un campione del suo calibro, riposti la tuta e gli scarpini, abbia potuto continuare a dare importanti contributi seppur in scenari differenti dalle piste d’atletica. Mennea, nella sua straordinaria carriera, è stato il primo atleta al mondo a riuscire nell’impresa di arrivare in finale ai Giochi olimpici in quattro edizioni consecutive (da Monaco ’72 a Los Angeles ’84). Ha conquistato un oro e due bronzi olimpici, un argento e un bronzo ai Mondiali, tre medaglie d’oro, due d’argento e una di bronzo ai campionati europei. Il suo 19’72 sui 200 è ancora record europeo e naturalmente italiano. Così come resiste il suo primato nazionale di 10″01 sui 100 metri, stabilito sempre nel suo anno d’oro, il 1979. Ma non è stato solo sportivo, è stato avvocato e commercialista e autore di venti libri. E anche insegnante di educazione fisica e professore universitario. Nel 2006 ha dato vita insieme alla moglie Manuela Olivieri alla “Fondazione Pietro Mennea”, una onlus che allo scopo primario di effettuare donazioni alle associazioni culturali e sportive, unisce quello di diffondere lo sport e i suoi valori e di promuovere la lotta al doping. E proprio quest’ultima è stata una battaglia sul quale si è impegnato anche durante la sua carriera politica: eurodeputato dal 1999 al 2004 prima nelle file dell’Idv e poi di Forza Italia, ha sempre al primo punto della sua agenda la lotta alle sostanze dopanti. Il suo è stato un impegno sempre diversificato. Tant’è che nel 2010 ha continuato a sorprendere: insieme alla consorte si è occupato di “class action” negli Usa per difendere alcuni risparmiatori italiani finiti nel crac della Lehman Brothers.

di Giovanna Taormina

mercoledì 20 marzo 2013

Dove va l’Italia?

GIOVEDI' 21 MARZO ore 19,30 a L'Universale incontro-dibattito DOVE VA L'ITALIA?

doveval'italia

LIBRERIA / GALLERIA DELLE ARTI via F.Caracciolo 12 Roma

importante appuntamento per approfondire l'attuale situazione

sociale e politica del nostro Paese.

Se ne discuterà liberamente con Andrea Marcigliano,scrittore e saggista,Fabio Torriero giornalista, Italo Inglese  giornalista.

INFO 3394987052  leggere e diffondere l'allegato,grazie.

martedì 19 marzo 2013

Il tempo dei “Fuochi”

di Alessio Aschelter
fuochi

Buttafuoco

I Fuochi accesi da Pietrangelo Buttafuoco, nell’ultimo novembre
presolstiziale, anziché annunciare la rinascita, come si conviene al rito, sembrano profetizzare l'avanzata delle tenebre. Dalla religione
alla geopolitica, dalla politica al costume, passando per la cultura, non v'è campo dell'agire che sfugga all'oscurità di un mondo a trazione occidentale. Tra un articolo ed un'intervista, raccolti nel volume
uscito per Vallecchi, appaiono però degli esempi che, come fuochi, per l'appunto, squarciano il buio e annunciano il risveglio. La varietà
degli argomenti trattati sottende una coerente visione che disarticola persino il conformismo di certi anticonformisti.
A cominciare dalle radici, troppe profonde nel tempo e troppo lontane nello spazio per essere rinvenute nella sola cristianità. Scava, scava
sono là dove si leva l’alba. I progenitori, dall'India, si stanziano
in Europa, dove pongono le fondamenta della civiltà che in Grecia e in Roma trovano, in un ordine politeista, solidità e longevità. «Tutti i tesori
del pio culto pagano», osserva Buttafuoco, in piena vulgata antiaraba, sono raccolti dall'Islam. Non una goccia di razzismo in nome di presunte superiorità che sono invece tutte un fatto testamentario e
illuminista, il cui combinato disposto porterà l'intellettuale catanese a considerare Breivik, lo stragista norvegese, un prodotto del  protestantesimo che nulla ha a che spartire «con le divinità nordiche in genere, con quel pantheon sacrissimo di ghiaccio e
luce…».

Nel delirio antisaraceno, la prosa al fiele di Oriana Fallaci suona la carica a Bush figlio impegnato a radere al suolo l'Iraq social nazionale
di Saddam, mentre la destra più ottusamente retriva plaude
ai sermoni antislamici della giornalista fiorentina, dimenticando
le antiche convergenze tra fascio e mezza luna. Ma in quella notte in cui l'Occidente sprofonda, Buttafuoco intercetta una luce anche nel fronte che non smette di avversare. Le parole rivolte da Fabrizio Quattrocchi ai suoi assassini, provocano un patetico tentativo
di rimozione da parte della Farnesina. «Vi faccio vedere come muore un camerata italiano » avrebbe detto il «soldato di ventura» ai tagliatori di testa quando la loro lama comincia ad affondare tra il collo e il
capo. Un’estetica della fine che si ritrova nei paracadutisti che
ad El Alamein fronteggiarono l'avanzata dei carri inglesi armati
soltanto di bottiglie incendiarie.
Conquistarono i campi elisi. Come Gheddafi che innanzi alla ferocia partigiana equipaggiata, come sempre, da mano straniera ci lascia un documento filmato destinato a contorcere la nostra sudicia coscienza. Il walhalla di Buttafuoco è impreziosito da eroi senza confini, come il leggendario barone Ungern-Sternberg, giustiziato dalle
guardie rosse nel settembre del 1921 non prima di aver inghiottito la croce di san Giorgio.
Fatica tuttavia a trovare nell'Italia odierna, ridotta al rango di mera «espressione geografica», uno spunto dal quale ripartire.
Non lo trova certo nella sua Sicilia, dove è messo in catene per quasi un anno l'amico Sandro Monaco, imprenditore edile accusato di concorso esterno in associazione mafiosa con il clan Santapaola e
ostaggio di un vessatorio regime carcerario. Alla testa dei suoi cento dipendenti, padri di famiglia «tutti incensurati»,il gentiluomo di Regalbuto, già parte civile in diversi processi di mafia, per salvare la sua azienda dagli attentati, paga gli estorsori. Un caso di malagiustizia
che vedrà i professionisti dell'antimafia in omertoso silenzio. Non lo trova, Buttafuoco,uno spunto da cui ripartire neanche da quel mondo
da cui egli proviene. Quel microcosmo di reietti, un inatteso giorno di marzo di diciannove anni fa, torna, grazie al Cav., a “riveder le stelle”
che - Buttafuoco non si sottrae - «ci cambiò la vita». Il bozzetto
che ne esce vale più di tanti saggi pubblicati sui postfascisti al tempo dell'Italia berlusconiana, la cui ultima appendice si consumerà a palazzo Grazioli, residenza del vizio. Lì il suo inquilino, sintonizzato con il comune sentire dell'italiano medio, preferirà «senz’altro il fottere al comandare». E i buttafuori di Silvio, che si era fatto vanto di quanto pluralismo albergasse nelle sue aziende, tanto da annoverare
progressiste schiere nelle file del biscione, mettono alla porta di Panorama e de Il Foglio proprio Buttafuoco, reo di aver pubblicato su La Repubblica, il giornale nemico ma non così gaglioffo da farsi scappare il migliore, il “Dizionario dei destrutti”, un glossario cimiteriale
dell’eredità politica lasciata dall'uomo di Arcore.
Per gli ex camerati, invece, la penna più brillante in circolazione
riserva soltanto disprezzo.
L’inconsistenza culturale di Fini lascia presagire l'esito nefasto a cui sarebbe andato incontro l'ex Msi, incapace di assorbire la lezione
di Beppe Niccolai; la sorprendente vittoria di Alemanno lo porta invece, in spensierata solitudine, a scendere dal carro, proprio quando tutti gli
altri vi salivano, mentre sul Campidoglio smise di verdeggiare il sacro alloro. Il sindaco barese ha deluso anche Giacomo Puccini.
Il riscatto per Buttafuoco riposa nel destino. Che egli
decifra nell’Eurasia. Uno spazio sterminato dove si rovesceranno
tutti gli attuali paradigmi.
Pagina dopo pagina si respira un'inconsueta freschezza, rispetto
alla cappa conformistica che avvolge il giornalismo italiano. A squarciarla ci pensa l'autore che si scaglia contro il provincialismo
yankee di Gianni Riotta, la flaccida banalità di Fabio Fazio, l’improbabilità estetica di Tiziano Terzani che si ridimensiona sino a rimpicciolirsi se comparato al gigante Giuseppe Tucci. E fa cadere la
maschera persino ai padri della Repubblica nata dalla Resistenza. Non solo Scalfari, verso il quale lo scrittore siciliano nutre profonda ammirazione, svela il retroscena che lo allontanerà dal fascismo, ma anche Bobbio confesserà la sua adesione sino ad allora taciuta per vergogna.
I custodi dell'ortodossia antifascista non possono, soprattutto nel secondo caso, farla passare. A menar le danze sarà Lerner che accusa Buttafuoco di aver giocato, al filosofo torinese, se non una
trappola, un «rovistare impudico», quasi fosse un tentativo di circonvenzione di incapace.
Un'infamia confutata dallo stesso intervistato che dalle colonne de La Stampa conferma, rigo per rigo, quanto confidato al giornalista de Il
Foglio. Anche quando si volta l’ultima pagina, i Fuochi torneranno
ad accendersi per essere di nuovo sfogliati, come fossero canzoni da riascoltare.
Perché Buttafuoco della scrittura ha fatto musica.

lunedì 18 marzo 2013

NEC SPE, NEC METU

Lettera dal carcere di Regina Coeli del Dottor Mirko Viola, revisionista internato.

Né con speranza,né con timore.…

Aggiornamenti EURASIA ( 11/03 – 17/03 2013 )

eurasia

 

Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 11 al 17 marzo 2013):

Indice

  • Pubblicazioni
  • Articoli e saggi
  • Video

Pubblicazioni

E' in uscita il nuovo numero (1/2013) della Rivista di Studi Geopolitici "Eurasia" (XXIX), intitolato "Imperialismo e Impero”.

L'EDITORIALE DEL NUOVO NUMERO

IL SOMMARIO DEL NUOVO NUMERO

Articoli e saggi

Redazione, I RAPPORTI TRA IRAN E PAKISTAN

Ali Reza Jalali, LA CONTROVERSA RIFORMA COSTITUZIONALE IN UNGHERIA

Redazione, INTERVISTA ALL’ON. VITTORIO CRAXI

Giacomo Gabellini, LE RIVOLTE GATTOPARDIANE. ANALISI E PROSPETTIVE DEL BACINO DEL MEDITERRANEO

Claudio Mutti, L’ISLAM E L’EUROPA: DUE PUNTI DI VISTA OPPOSTI

Redazione, ERNESTO MASSI TRA GEOGRAFIA E POLITICA

Andrea Fais, IL CASO ISLANDA E I LIMITI DEL COMPLOTTISMO

Video

LA CINA NUOVA POTENZA GLOBALE. IL RUOLO GEOPOLITICO, GEOECONOMICO E GEOSTRATEGICO DELLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE NEL 21. SECOLO

...E tanti altri articoli sono disponibili sul sito!

La Redazione.

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domenica 17 marzo 2013

Aggiornamento n° 66 di GEOPOLITICA

Geopolitica

Segnaliamo le novità di questa settimana:

Numeri:

Non solo gas. Le relazioni economiche tra Italia e Russia
Quaderni di Geopolitica, no. 1 (appendice al vol. I, 2012, fuori abbonamento) NON SOLO GAS. LE RELAZIONI ECONOMICHE TRA ITALIA E RUSSIA La Russia, nona economia mondiale con un ceto medio in espansione e un grande fabbisogno infrastrutturale, rappresenta uno dei più importanti mercati di sbocco delle merci e degl'™investimenti italiani, reso ancor più promettente dall'™ingresso di Mosca nell'OMC. In cambio, l'Italia acquista dalla Russia ingenti quantità di petrolio e gas cruciali per far funzionare ...

Eventi:

Ucraina-Italia: opportunità d’impresa. Il 19 marzo a Milano
Come possono gl’imprenditori italiani sfruttare le grandi potenzialità economiche dell’Ucraina, tradizionale cuore agricolo ed industriale dell’Europa Orientale? È per rispondere a questo interrogativo che l’Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), in collaborazione con lo Studio Legale Sutti, organizza il presente incontro, rivolto principalmente agli operatori economici ma aperto a tutti. Interverranno in qualità di relatori il Console Generale ucraino Andrii Kartish, il Console Commerciale Volodymyr Vorona, il Dott. Eliseo Bertolasi dell’IsAG ...

Report:

Il Progetto Cóndor: dall’Argentina all’ Iraq passando per l’ Italia
No. 8 – March 2013 Author: Francesco G. Leone, Martina Zannotti Language: Italiano Keywords: Military of Argentina Program Condor Rocketry Abstract This research describes the origin of the Argentine Condor II missile program, the international context in which this plan was carried out by the government of Buenos Aires and the collaboration with Egypt and Iraq during the beginning of the 1980s, pointing out the missile proliferation in those years. The plan was to develop this missile further in Argentina and then pass the technology and design on to Egypt and Iraq. Egypt promised ...

Articoli:

MUOS: Sicilia, pilastro delle tele-comunicazioni USA?
Il Mobile User Objective System Tecnicamente il MUOS è una “stazione di telecomunicazioni satellitari” formata da tre antenne di 18,4 metri di diametro e due torri radio alte 149 metri della Marina militare degli Stati Uniti. Il Mobile User Objective System è un sistema ad altissima frequenza (da 300 MHz a 3 GHz) dell’impianto SATCOM al servizio del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti: esso sostituirà il sistema UHF Follow-On (UFO) prima che questo sia ...


Sobre Hugo Chávez…
¡Yo estaré con ustedes, siempre! ¡Pase lo que pase, cueste lo que cueste! Y les prometo que viviré con ustedes, que lucharé con ustedes y que venceré con ustedes, para seguir haciendo realidad el sueño del socialismo, de la Revolución Bolivariana [Io resterò con voi, sempre! Succeda quel che succeda, costi quel che costi! E vi prometto che vivrò con voi, che lotterò insieme a voi, per realizzare il sogno del socialismo, della Rivoluzione Bolivariana.], ...


Il caso della Enrica Lexie. Ipotesi e riflessioni
La petroliera privata e battente bandiera italiana Enrica Lexie era al largo della costa del Kerala il 15 febbraio 2012. La nave era in viaggio verso l’Egitto e aveva a bordo 34 persone, tra cui sei militari del Reggimento San Marco col compito di proteggere l’imbarcazione dagli assalti dei pirati. La nave avrebbe infatti dovuto percorrere una rotta passante per acque somale, dove il pericolo della pirateria è concreto e il San Marco ha tra ...


Scenari per l’evoluzione della situazione in Venezuela dopo la morte del presidente Chavez
Il cambio al potere in Venezuela ha un’importanza geopolitica pari a quella del collasso del regime di Muammar Gheddafi in Libia. Il processo di transizione del potere potrebbe potenzialmente interessare anche la stabilità di diversi paesi nella regione: Ecuador, Nicaragua, Cuba, Bolivia. Il panorama economico La morte di Hugo Chavez non avrà un’influenza significativa sul mercato mondiale del petrolio in un’ottica di breve termine. L’effetto maggiore sarà associato al fattore speculativo dovuto alle quantità di ...


Italia-Russia, è “Non solo gas”. Presentato al MiSE il primo Quaderno di Geopolitica
Nella mattinata di giovedì 7 marzo il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) ha ospitato presso la Sala Gaetano Martino la presentazione del primo “Quaderno di Geopolitica”, intitolato Non solo gas. Le relazioni economiche tra Italia e Russia. L’incontro è stato organizzato dall’IsAG (Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie) in collaborazione con l’Ambasciata della Federazione Russa in Italia. L’evento, presieduto e moderato dal Direttore del Programma “Eurasia” dell’IsAG Dario Citati, ha approfondito le ...


Il Venezuela dopo Chávez: scenari e prospettive
Secondo il Generale Josè Ornella, comandante della Guardia Presidenziale, le ultime parole di Hugo Chávez, presidente del Venezuela spirato martedì scorso, sarebbero state un’angosciata richiesta: «Non voglio morire. Per favore non lasciatemi morire». Queste parole sono forse state la disperata e vana rivolta di uno spirito ancora indomito contro un corpo morente, il dolore d’un cinquatottenne moribondo che non riesce ad accettare la sua fine prematura. Ma il senso d’angoscia era forse rivolto anche, se ...


La geopolitica dell’Italia secondo Élisée Reclus
Élisée Reclus (1830-1905), geografo francese, è considerato un pionere di quella che sarà definita la scuola geopolitica francese. Viaggiatore per necessità (anarchico, è esiliato più volte dalla Francia), si affermò come geografo pubblicando opere sui numerosi paesi visitati. Studente di Carl Ritter, sodale dell’altro geografo anarchico Pëtr Kropotkin, stimato da Alfred Wallace e Halford Mackinder, focalizzò la sua ricerca sull’interazione tra uomo e ambiente, descrivendo il modo in cui quest’ultimo determinava gli stili di viti ...


Dopo Chavez. Cosa cambierà in America Latina
Annunciata l’altro ieri, la morte del Presidente venezuelano Hugo Chàvez costituisce un evento la cui risonanza sarà avvertita ben oltre i confini del territorio venezuelano. Consegnato alla storia come personaggio molto complesso, dal carisma indiscusso e dalla mille risorse, il caudillo, alfiere del multipolarismo internazionale, ha cambiato la fisionomia del Venezuela e dell’intera America latina, finalmente affrancata dalle pressioni del fratello “maggiore” statunitense1. La posizione geograficamente strategica del paese e il possesso di ingenti risorse petrolifere ...

Video:
T. Graziani commenta le elezioni italiane per "La Voce della Russia"
Tiberio Graziani, presidente dell'IsAG e direttore di "Geopolitica", il 26 febbraio 2013 è stato intervistato all'indomani delle elezioni politiche italiane per un commento a caldo sul loro risultato. ...
Pubblicazioni:

I fondamenti geopolitici dell'UNASUR
I fondamenti geopolitici dell'UNASUR Autore: Miguel Angel Barrios Editore: IsAG, Roma 2013 Caratteristiche: pp. 32, opuscolo fuori commercio. Dalla prefazione di Tiberio Graziani: In questo breve e denso saggio il professore argentino Miguel Angel Barrios ripropone il tema dell'integrazione continentale del Sudamerica. Un tema questo che ha appassionato intere generazioni di politici e studiosi dell'™America centromeridionale. Il merito di Barrios, uno dei più promettenti geopolitici sudamericani, è di svolgere tale argomento in riferimento ai processi di globalizzazione in atto con l'ausilio analitico della geopolitica e della geostrategia. L'approccio geopolitico, padroneggiato con maestria dall'Autore, si rivela ancora una volta il più idoneo ai fini della ...
Buona lettura!

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giovedì 14 marzo 2013

D’Annunzio, vita di un superuomo. Una biografia per i 150 anni dalla nascita

Immaginate l’ultimo scorcio di vita di un vecchio esteta, di un celebrato eroe di guerra il cui carisma si è solo vagamente assopito, frenato dalle rughe e dalle malattie incappucciate sotto pesanti vestaglie di broccato: così Paola Sorge ritrae Gabriele D’Annunzio, ne ricostruisce gli ultimi giorni nel dorato esilio del Vittoriale, traccia l’omaggio al poeta di cui il 12 marzo ricorre il 150esimo anniversario della nascita. E lo fa con un’originale biografia (D’Annunzio. Vita di un superuomo, Castelvecchi) in cui le parole messe in bocca al Comandante sono riprese da lettere, diari, testimonianze scritte. D’Annunzio ne emerge come un genio in penombra, sorvegliato speciale per ordine di un Duce sospettoso e guardingo, consapevole della sua reclusione, proprio lui che aveva scritto: “Non vorrò mai essere prigioniero, neppure della gloria…”.

Amava il silenzioso Vittoriale per la sua pace. Ne aveva fatto una dimora a sua immagine e somiglianza. Il Vittoriale era il suo testamento “di anima e di pietra”. Aveva ottenuto dal governo il Mas di Buccari e la nave Puglia e godeva dello stupore degli ospiti quando si trovavano dinanzi la prora che spuntava tra gli alti cipressi. Approfittava dei denari del regime per acquistare ninnoli e mobili antichi. Il governo lo “teneva buono, come un bambino capriccioso”. A volte gli pesava essere D’Annunzio, e si vendicava alimentando in Mussolini “il vago terrore di un qualche suo improvviso colpo di testa”. Non potendo più arringare le folle “viveva nel mistero delle parole creatrici di sogni e di rivelazioni, costantemente attento alle risonanze interiori del suo spirito”. Pensava alle sue imprese, all’azione più temeraria: Fiume. “Il suo tentativo di costruire una vita libera e sublime era fallito. Non gli era rimasto che un pugno di terra della Dalmazia che conservava in un cofanetto legato con un nastro dai colori fiumani”.

Conversava con il questore Giovanni Rizzo (che inviava a Palazzo Venezia rapporti giornalieri) e con il suo architetto Giancarlo Maroni, cui raccomandava decorazioni con soli raggianti e flauti di Pan: “Soffro di periodi di angoscia quasi rituali, caro fratello… e a volte divento anch’io a me stesso intollerabile”. Mentre Luisa Baccara suonava al piano Ravel, lui si struggeva tra i suoi crucci, la fine del Libro segreto e l’osteggiata alleanza con Hitler, il Nibelungo che non sopportava. A Mussolini aveva scritto: “Bada che corrono voci di dedizione al Tedesco. Si dice che il tuo governo sia disposto a restituire i beni degli antichi guastatori del Friuli e del Veneto. Sii vigilissmo e inflessibile su questo argomento: o faccio saltare la mia casa e la mia terra con un quintale di dinamite…”. Ma D’Annunzio, l’operaio della parola che stava per spegnersi, non aveva convinto il Duce.

Annalisa Terranova

mercoledì 13 marzo 2013

Sergio Ramelli, morire per un tema, a colpi di chiave inglese "Hazet 36. Fascista dove sei?"

Nella Milano degli anni piombo si consuma uno dei delitti piú assurdi di quel periodo. Sergio milita nel MSI. Viene ammazzato senza pietá da un gruppo di "compagni" di Avanguardia Operaia. La sua colpa è quella di aver criticato le Brigate Rosse in un compito in classe. Dopo l'agguato subito sotto casa, la sua agonia dura per 47 giorni. Quando muore, Ramelli ha solo 19 anni.

ramelli

È bella Milano in Primavera. A marzo, per esempio, quando il grigio dell’inverno lascia lo spazio ad un pallido sole che scalda la città. È bella Milano. Anche in quel marzo della metà degli anni ’70. Perché nonostante scontri, cariche, manifestazioni, cortei, omicidi, c’è ancora un briciolo di normalità. Almeno questo deve pensare Sergio Ramelli, vent’anni ancora da compiere, che in quell’ultima stagione della sua vita, ha una voglia matta di dare libero sfogo a tutte le sue passioni. Adora Adriano Celentano. Le sue canzoni, a detta di sua mamma Anita, le canta a squarciagola per tutta casa. Ma non basta. Gli piace anche il calcio, tifa l’Inter, proprio come Celentano. Quei colori nerazzurri lo hanno conquistato fin da quando è piccolo. Ma non è un fanatico. È andato allo stadio solo qualche volta. La sua fede se la porta dentro. Come molte altre cose. È riservato Sergio. Riservatissimo. Non dice mai una parola di troppo. Gli piace cavarsela da solo, senza dover dare preoccupazioni ai suoi genitori. Che, infatti, non ne hanno. Sì perché i Ramelli hanno cresciuto un figlio come ce ne sono pochi. È diligente, studioso, mette passione in tutto ciò che fa. Frequenta l’istituto tecnico Molinari. A Milano. La sua classe è la V J. “Aveva scelto quella scuola perché amava la matematica e la chimica. Era bravo a scuola e qualche volta a casa avevamo anche parlato del suo futuro: avrebbe voluto iscriversi proprio alla facoltà di Chimica. Aveva sempre avuto dei bei voti, anzi, a dire il vero, qualche volta gli avevano anche annullato dei compiti di matematica perché li aveva passati ai compagni. Anche questo nessuno lo ha mai detto. Sergio era generoso, allegro, aveva degli ottimi rapporti con i compagni di classe…” Lo ricorda così suo figlio, Anita Ramelli, nell’unica intervista rilasciata in anni e anni. Quella da cui Guido Giraudo, insieme ad AndreaArbizzoni, Giovanni Butti, Francesco Grillo e Paolo Severgnini, ha preso ispirazione per il suo Sergio Ramelli: una storia che fa ancora paura.

Ha una ragazza, Sergio. Si chiama Flavia. Si vogliono bene. Si amano, come ci si ama a vent’anni, completamente. Non vanno a scuola insieme. Flavia, figlia di un preside, ha dovuto cambiare istituto perché ha avuto non pochi problemi con i ragazzi di sinistra. Ma questo, per Sergio e Flavia, non è un problema.

Porta i capelli lunghi Sergio. Non solo perché in quegli anni va di moda così. A lui quella chioma scura, che gli arriva praticamente alle spalle, piace proprio. Cosa importa se ogni tanto lo scambiano per uno di sinistra?

I suoi amici, quelli che lo conoscono veramente, sanno benissimo lui come la pensa. È iscritto al Fronte della Gioventù (l’organizzazione giovanile del MSI). È di destra Sergio Ramelli. Un ragazzo di destra che ama il calcio, la musica, lo studio. Maquando un gruppo di esponenti di Avanguardia Operaia lo massacra a colpi di chiave inglese, “regalandogli” un’agonia di 47 giorni, prima di vederlo morire in un letto d’ospedale, Sergio non è nient’altro che un “fascista” da eliminare. Anche se non si sa in che modo, a nemmeno vent’anni, si possa rappresentare un nemico che va annientato. Senza pietà.

Ma ciò che porterà alla morte di Sergio Ramelli è un lungo periodo di persecuzione, minacce, soprusi. E tutto per un tema. Sì, si può dire che quel ragazzo studioso, con la passione per Celentano e per la matematica, sia stato ucciso per le frasi scritte in un compito in classe.

Comincia tutto all’inizio del 1975. È gennaio. Il professore di lettere della V J, Giorgio Melitton, è un simpatizzante della sinistra extraparlamentare. Nulla di sorprendente. Anzi, si potrebbe dire che in quegli anni (e non solo), essere docente e “compagno”, è la regola. Melitton, però, non è un esaltato come molti dei suoi colleghi e, probabilmente, quando assegna quel tema in cui chiede ai suoi alunni di parlare di attualità, non vuole fomentare l’odio fra i ragazzi. Forse, ha solo la curiosità di sapere come la pensano. Non può immaginare che, in pratica, sta firmando la condanna a morte di un ragazzino di 19 anni. Sergio, ovviamente, sceglie quella traccia. Vuole parlare delle Brigate Rosse. Racconta di come il duplice omicidio di un anno prima deimissini di Padova, Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci, sia stato l’inizio della spirale di odio e terrore in cui i terroristi di sinistra stanno trascinando l’Italia. È la prima volta in cui le BR uccidono. E uccidono due militanti di destra. È la logica del sangue e della destabilizzazione che porterà, nell’apice della follia, all’uccisione di Aldo Moro. Ma questo Sergio non lo può sapere. Però ha compreso perfettamente la pericolosità di quell’organizzazione, armata e violenta, che con i suoi omicidi riscuote così tanto successo, perfino fra i suoi compagni di scuola.Non se lo può immaginare, Sergio, che quelle frasi saranno la sua condanna. Sì, perché quel tema, il professor Melitton, non lo correggerà mai. Al termine del compito, infatti, uno dei compagni di classe di Ramelli viene incaricato di raccogliere tutti gli elaborati della V J. Quando è nel corridoio, però, un gruppetto di rappresentanti di Avanguardia Operaia, il collettivo più “forte” del Molinari, strappa di mano al ragazzo tutti i temi. I “compagni”, i “rossi”, dentro l’Istituto si possono permettere di fare tutto quello che vogliono. Si mettono a leggere e controllare tutti i compiti. Spulciano ogni frase. Un paio di ore più tardi, i due fogli protocollo scritti da Sergio Ramelli vengono esposti nella bacheca all’entrata della scuola. Tutte le frasi, o quasi, sono sottolineate. E, sopra, una scritta rossa impressa a caratteri di fuoco: “ecco il tema di un fascista”.

Da questo momento in poi Sergio diventa un bersaglio con il quale giocare al tiro a segno. E, grazie ad un gruppo di docenti disinteressati e omertosi, la persecuzione non è poi così difficile. Gli insegnati assistono passivamente ad una serie di episodi raccapriccianti. Durante una lezione, per esempio, Sergio Ramelli viene prelevato di forza dal suo banco, portato nel corridoio. Sputi, insulti. Gli urlano in faccia “sei un fascista! Vergognati!”. Nessuno interviene. Nessuno interrompe. “Ramelli, con te abbiamo appena iniziato”. È un avvertimento. E, infatti, a quell’episodio ne seguono molti altri. Una mattina di gennaio, lo aspettano sotto casa. Il gruppo è composto da ragazzi che sono tutti più grandi di lui. Sergio, molti di loro neppure li conosce. Non vanno al Molinari, ma lo obbligano comunque a riverniciare i muri dell’Istituto. Lo “sbiancamento”, lo chiamano. In realtà è solo l’ennesima umiliazione. Ottanta “compagni” (questo racconteranno alcuni testimoni ai magistrati durante le indagini per la morte di Ramelli), contro un ragazzino di neppure vent’anni. Ancora una volta, tutti vedono, nessuno interviene.

Per non far preoccupare sua madre, Sergio non le racconta nulla. Tiene i genitori all’oscuro delle vessazioni continue cui lo sottopongono i membri del collettivo a scuola. Eppure, le minacce cominciano a non limitarsi solamente alle ore in cui Sergio sta a lezione. Poco prima dell’aggressione, cominciano le telefonate anonime a casa. Dall’altra parte della cornetta nessuno parla, si sente soltanto l’inequivocabile motivetto di Bandiera Rossa. Poi compaiono le scritte sotto casa: “Ramelli, fascista, sei il primo della lista”. Tutti leggono. Ma nessuno pensa di dover proteggere quel ragazzo letteralmente perseguitato dagli autonomi che dettano legge nella sua scuola. Ma, d’altra parte, Milano è sempre la stessa città che ha assistito inerme alla morte annunciata di Luigi Calabresi. Condannato, senza appello, da Lotta Continua, perché ritenuto responsabile della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli.

Il 13 marzo del 1975 cade di giovedì. Quella mattina Sergio va a scuola come tutti i giorni. Segue le lezioni. Aspetta come al solito il suono della campanella. È l’ora di pranzo quando riprende il suo vecchio motorino (usato), quello che gli hanno regalato mamma e papà, per dimostrargli che si fidano di lui, perché sanno che è un ragazzo responsabile e diligente. Questo non basterà a salvargli la vita. Sì, perché qualche giorno prima, Roberto Grassi, uno dei capibastone di Avanguardia Operaia ha deciso che Ramelli deve essere l’obiettivo della loro prima aggressione. E dietro l’agguato, c’è un disegno ben preciso, un’idea molto chiara. Nonché la consapevolezza di una probabile impunità.

C’è uno slogan della sinistra extraparlamentare di quegli anni che, a rileggerlo oggi, fa venire i brividi: “Hazet 36. Fascista dove sei?” La Hazet 36 è una chiave inglese. È lunga quarantacinque centimetri. Pesa quasi tre chili e mezzo. Un colpo inferto con quella è letale come il proiettile sparato da una pistola. Ma laHazet è molto più facile da trovare. Basta andare in un ferramenta.Avanguardia Operaia usa le chiavi inglesi come strumento per il servizio d’ordine durante le manifestazioni. Ma vanno benissimo anche per frantumare il cranio ad un ragazzino di 19 anni che torna da scuola.

Quando Sergio parcheggia il suo “Ciao” sotto casa, lo aggrediscono in quattro. Uno resta a fare il palo. Lo colpiscono a ripetizione. Con una violenza inaudita. Senza pietà, come belve feroci e assetate di vendetta. È il loro battesimo del sangue.

L’azione dura pochi minuti. Sergio rimane a terra, in un lago di sangue. È ancora vivo. Per altri quarantasette giorni combatterà con la morte, in un letto dell’ospedale Maggiore di Milano. Poi, dopo un’agonia senza paragoni, anche il suo cuore si arrende.

I responsabili della sua morte sono stati individuati. Il processo farsa che è seguito alla barbara aggressione contro Ramelli, merita di essere raccontata a parte e “il Giornale d’Italia” lo farà, in occasione dell’anniversario della morte di Sergio, il 29 aprile.

“La morte di un tempo aveva la falce, la morte di oggi ha pure il martello, lasciò la sua firma su quel muro di calce, proprio di fronte al tuo cancello.”

In realtà, per Sergio Ramelli, la morte ha nelle mani una chiave inglese e il volto di un drappello ragazzi, poco più grandi di lui. Che lo massacrano senza pietà. Vigliacchi fino alla fine. Forti del fatto che spaccare la testa a un “fascista”, non è un reato. Nemmeno se è un ragazzo di 19 anni.

sergio_ramelli_presente

Micol Paglia

martedì 12 marzo 2013

Da Valle Giulia a Piazza San Giovanni - Il populismo che verrà

La lunga Marcia del ‘68 - Da Valle Giulia a Piazza San Giovanni

IL POPULISMO CHE VERRA’

dal68asangiovanni

Ne parleranno:

Adriano Tilgher, Adalberto Baldoni, Franco Jappelli, Mario Merlino e Claudio Tedeschi

Al termine degli interventi, dibattito con gli intervenuti.

Leggere e diffondere l’allegato, grazie.

Roma, 13 Marzo 2013 - Ore 17.30 – Libreria Galleria l’Universale, Via F. Caracciolo, 12

lunedì 11 marzo 2013

La vernice che rende impermeabile e repellente ai liquidi

Una volta stesa più nulla si attacca alla superficie trattata.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-03-2013]

Tra i più curiosi video diventati "virali" - ossia che vengono proposti e riproposti, rimbalzando da un angolo all'altro di Internet - nell'ultimo periodo ce n'è uno davvero stupefacente, e che si riferisce a un prodotto particolare: Ultra-Ever Dry di UltraTech.

L’articolo continua qui.

Aggiornamenti EURASIA ( 04/03 – 10/03 2013 )

eurasia

 

Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 4 al 10 marzo 2013):

Indice

  • Articoli e saggi
  • Pubblicazioni

Articoli e saggi

Nil Nikandrov, IL VENEZUELA DOPO CHAVEZ

Francisco de la Torre, ALLE ORIGINI DELLA PRASSI GEOPOLITICA DI CHAVEZ: IL PENSIERO GEOPOLITICO DI NORBERTO CERESOLE

Enrico Ferrari, STORIA DELLA POLITICA ESTERA RUSSA IN ASIA CENTRALE

Rasul Shaian, LE RELAZIONI TRA IRAN E RUSSIA. INTERVISTA AL CONSOLE IRANIANO A KAZAN

Andrea Fais, L’IDEA GEOPOLITICA DEI COMUNISTI RUSSI

Russia Today Español, IL G20 RICONOSCE IL FALLIMENTO DEL SISTEMA ECONOMICO MONDIALE PROMOSSO DALL’FMI

Manoela Carvalho de Andrade, UN CAPITALE STRATEGICO: LA FALDA ACQUIFERA GUARANI

Angelo Tino, EMIGRAZIONE DAL MAGHREB ALL’UNIONE EUROPEA. UNA VISIONE D’INSIEME ALL’INIZIO DEL SECOLO XXI

F. William Engdahl, L’AFRICOM IN MALI: OBIETTIVO CINA

Maria Pilar Buzzetti, I DUE GIGANTI ASIATICI SULL’ORLO DI UNA CRISI DIPLOMATICA

Pubblicazioni

E' attualmente disponibile in libreria l’ultimo numero (4/2012) di "Eurasia" (XXVIII), intitolato "L’islamismo contro l’Islam?".

Primo decennale di “Eurasia”

Con l’uscita del n. 1/2013, prevista per i primi di marzo, “Eurasia” entra nel suo decimo anno di attività.

Per l’occasione, tutti coloro che entro quella data avranno sottoscritto un abbonamento sostenitore alla rivista avranno il diritto di scegliere 3 numeri arretrati e un “Quaderno di Geopolitica”. Chi sottoscriverà un abbonamento a 5 numeri, riceverà 2 arretrati in omaggio. Un abbonamento a 3 numeri darà diritto a ricevere un numero arretrato.

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domenica 10 marzo 2013

Cina, l’eolico sorpassa il nucleare

Ora la Cina punta a produrre 100.000 MWatt dall'eolico entro il 2015

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-03-2013]

In Cina si produce più energia dall'eolico che dal nucleare: stando ai dati relativi allo scorso anno, gli impianti eolici hanno prodotto nel 2012 il 2% di elettricità in più rispetto a quelli nucleari.

Prima dell'incidente di Fukushima, in Giappone, la Cina contava di arrivare a produrre 40.000 MWatt di energia dal nucleare grazie alla costruzione di nuove centrali entro il 2015; dopo il marzo del 2011, il piano è stato rivisto ed è stata concessa la costruzione unicamente di centrali di terza generazione.

L’articolo continua qui.

venerdì 8 marzo 2013

9 marzo 2013 Memorial Massimo Morsello

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Per info: https://www.facebook.com/pages/Memorial-Massimo-Morsello/210127002408009

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Per info: http://www.facebook.com/events/267508183376132/

Network globale, crisi, vendette. E il rifiorire della meraviglia.

 

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È passato circa mezzo secolo dal momento in cui internet ha cominciato a essere usato, in America, e ha preso a influenzare lavoro e vita delle persone. Quasi altrettanto da quando il fenomeno della globalizzazione è stato individuato e chiamato con questo nome.  

Una delle conseguenze della globalizzazione è sotto i nostri occhi: la crisi economica che ha travolto gran parte degli stati.

Molti sono i fenomeni negativi studiati da scienziati, psicologi, sociologi, legati alla forma sempre più virtuale che hanno assunto i contatti sociali e alle strane e nuove convenzioni a cui ci ha abituato l’essere inseriti nelle dinamiche della rete. Nei loro articoli parlano di alienazione, superficialità delle relazioni e dei metodi di studio, ambiguità e incertezza.

Fino ad arrivare al più fresco fenomeno messo sotto la loro lente e fatto oggetto di generose inchieste giornalistiche: quello dei siti internet in cui ex amanti ed ex fidanzati pubblicano, si dice per vendetta, immagini e video pornografici che ritraggono le ex partner, arrivando anche, com’è successo negli Stati Uniti e in Italia, a provocarne il suicidio.

Sono puri fatti astratti dalle circostanze, o espressioni di una perdita viscerale subita dall’uomo, anzi, di un’amputazione? Quella, secondo Simone Paliaga, del senso della meraviglia?

Bisognerà rileggersi il libro di questo attento studioso di antropologia e teorie sociali e politiche postliberali, per ripercorrere attraverso le sue analisi e argomentazioni i sentieri economici e sociali che hanno portato ai livellamenti dolorosi delle vocazioni e delle differenze, alla perdita dell’autenticità e degli istinti.

http://d.repubblica.it/argomenti/2013/03/01/news/coppia_web_ricatto-1531664/

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Autore: Simone Paliaga
Titolo: L’uomo senza meraviglia. La globalizzazione nell’epoca della rete
Collana: Le due bestie
Prezzo: 9,00€

Con L’uomo senza meraviglia, Simone Paliaga ha composto un saggio di antropologia filosofica teso a individuare gli effetti della globalizzazione sul paesaggio interiore. Il lavoro flessibile, la rete di internet, le convenzioni che la mercatura escogita e impone, non possono essere prive di effetti collaterali – sostiene l’autore. E, in un’articolazione precisa e stringente di esempi, diagnostica il male del momento: il venir meno della meraviglia.

martedì 5 marzo 2013

Aggiornamenti EURASIA ( 25/02 – 03/03 2013 )

eurasia

 

Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 25 febbraio al 3 marzo 2013):

Indice

  • Articoli e saggi
  • Pubblicazioni

Articoli e saggi

Redazione, SEMINARIO INTERNAZIONALE “FERNANDO PESSOA E O ORIENTE”

Raimondo Schiavone, BEIRUT. IMMINENTE SOLUZIONE DELLA CRISI SIRIANA, L’EUROPA STA A GUARDARE

Fabio Falchi, Il SUCCESSO DEL M5S

Claudio Mutti, MILLEQUATTROCENTO PAGINE SU GIUSEPPE TUCCI

Andrea Fais, ITALIAN VOTE STRONG OPPOSITION TO FOREIGN-IMPOSED AUSTERITY

Redazione, “LA CINA NUOVA POTENZA GLOBALE”

Pubblicazioni

E' attualmente disponibile in libreria l’ultimo numero (4/2012) di "Eurasia" (XXVIII), intitolato "L’islamismo contro l’Islam?".

Primo decennale di “Eurasia”

Con l’uscita del n. 1/2013, prevista per i primi di marzo, “Eurasia” entra nel suo decimo anno di attività.

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lunedì 4 marzo 2013

Totti: 225° gol, sei nella storia del calcio!

Con il rigore al Genoa il capitano giallorosso raggiunge lo svedese Nordahl

Francesco Totti secondo miglior marcatore di tutti i tempi in serie A

GRAZIE CAPITANO!

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