Vogliamo giustizia!

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Giustizia per i morti di Bologna

Ultimissime del giorno da ADNKRONOS

martedì 27 novembre 2012

Aggiornamenti EURASIA ( 19/11 – 25/11 2012 )

eurasia

Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 19 al 25 novembre 2012):

Indice

  • Pubblicazioni
  • Articoli e saggi

Pubblicazioni

E' in uscita il nuovo numero (4/2012) della Rivista di Studi Geopolitici "Eurasia" (XXVIII), intitolato "L’islamismo contro l’Islam?".

L'EDITORIALE DEL NUOVO NUMERO

IL SOMMARIO DEL NUOVO NUMERO

Articoli e saggi

Sophie Shevardnadze, INTERVISTA AL PRESIDENTE SIRIANO BASHAR AL-ASSAD

Thierry Meyssan, LA SHELL E I “RIBELLI” SIRIANI

Amin Hoteit, LO SCOPO DELL’AGGRESSIONE SIONISTA

Sasha Pjevovic, PREPARAZIONE DEL GRANDE TRADIMENTO CONTRO LA SERBIA

Andrea Fais, LA PROIEZIONE POLITICA E STRATEGICA DELLA NUOVA CINA

Tiziano Ceccarelli, IL NUOVO PERÙ DI OLLANTA HUMALA

Salvatore Rizzi, PARAGUAY E MERCOSUR: LE CONSEGUENZE REGIONALI DELLA SOSPENSIONE

Alexandre Latsa, LA RUSSIE: INCARNATION DU RÊVE GAULLISTE AU 21ÈME SIÈCLE?

...E tanti altri articoli sono disponibili sul sito!

La Redazione.

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sabato 24 novembre 2012

Trentennale di “Blade Runner”

Blade Runner 30th Collector’s Edition

Sono passati 30 anni dall’uscita dell’incredibile, intramontabile, insuperabile, fantastico, fantascientifico, filosofico, malinconico, iconico e poetico Blade Runner. L’archetipo di ogni film di fantascienza moderno, qualcosa di incredibile, intramontabile. insuperabile…eccetera eccetera. Difficile non entrare nel loop di lodi, quando si parla di un film del genere. Il genio di P.K. Dick, le musiche di Vangelis e la maestria di Scott sono cose che non “si perderanno come lacrime nella pioggia”, ma resteranno sempre nei nostri cuori. Per celebrare questo evento, ecco questa strepitosa limited edition. Quattro blu-ray con tutte le edizioni del film (e qualsiasi altra cosa potete immaginare che lo riguarda), due artbook con immagini inedite, tante ore di cinema emozionante e una riproduzione in edizione limitata della spinner car del film. Roba da leccarsi i baffi!
Adriano Sivori

www.amazon.it%20 – 34.99€

Il capolavoro della fantascienza

Blade-Runner-blu-ray

Cosa potrebbe mai venire fuori, quando si incontrano il genio del più grande scrittore di fantascienza (Philip Dick), il talento di uno dei più capaci registi di Hollywood (Ridley Scott), la performance di uno splendido attore (Harrison Ford) e l’ispirazione di un elegante musicista (Vangelis), se non un autentico capolavoro?
Blade Runner è un capolavoro, anzi è il capolavoro del genere fantascienza.
Il film, realizzato nell’ormai lontano 1982, rappresenta un metro su cui vedere e giudicare ogni altro film di fantascienza: un esempio di come non ci sia bisogno di costruire storie mirabolanti o intricatissime per mantenere gli spettatori incollati per un’ora e mezza alle loro sedie; un modello a cui si sono ispirati praticamente tutti gli altri autori del genere.
La storia è presto detta: in una piovosa e multi-etnica Los Angeles del futuro, Deckard (Harrison Ford) è un poliziotto addetto al recupero, e all’eliminazione, di androidi che sfuggono al controllo dei loro padroni; nella fattispecie deve recuperarne ben quattro scappati da una colonia nello spazio. Roy Batty, il loro capo, (Rutgher Hauer) vorrebbe guidarli verso la vita eterna, gli androidi come gli umani hanno infatti una “data di termine”, e per questo va alla ricerca del suo progettista deciso a chiedergli più vita; lo scontro finale tra Roy Batty e Deckard rimarrà memorabile così come la celebre frase che l’androide pronuncia ormai in fin di vita: “io ne ho viste di cose, che voi umani non potreste nemmeno immaginarvi...”
Il tutto è incorniciato dalla splendida colonna sonora di Vangelis capace, come meglio non sarebbe stato possibile fare, di sottolineare ogni attimo della pellicola, ogni personaggio che si muove al suo interno, ogni animo che si perde tra i rifiuti della megalopoli Californiana.
Le metafore ci sono, e ce ne sono di evidenti e di celate, per cui lasciamo allo spettatore il piacere di estrapolarle da sé. Per finire una chicca. Il film avrebbe dovuto chiudersi con un finale a sorpresa che non è presente nel libro di Dick: anche Deckard sarebbe dovuto essere un androide; certo la sceneggiatura ne avrebbe guadagnato ma sarebbe stato un vero delitto non seguire alla lettera il bellissimo romanzo “Il Cacciatore di Androidi”; e poi pensate davvero che il grande Philip Dick non ci avesse già pensato?

Luigi Di Marco

mercoledì 21 novembre 2012

Vasco Live Kom 011:l’indimenticabile concerto di San Siro al cinema

vascoalcinema

Alla vigilia della partenza per il “Live Kom 011” Vasco scriveva: "Un tour e' un lungo viaggio.. comincia mesi prima, con la preparazione atletica e la concentrazione. E' un periodo di grande intensità emotiva. L’inizio delle prove, quando ogni giorno le idee, i dubbi e le incertezze sono accompagnati dalla musica che mi tranquillizza. Le prime prove "sul palco" quando me lo guardo incantato e me lo godo.. e naturalmente la prima data. Poi la seconda...la terza..la quarta..e cosi' via. Cambiano gli alberghi, gli scenari, la tensione e' continua ma quando comincia la musica ogni volta e' una libidine unica".
Il 22 e 23 novembre sul grande schermo rivivranno tutte le emozioni di un live di VASCO ROSSI.
Il leggendario concerto di Vasco Rossi allo stadio San Siro di Milano del giugno 2011, 4 sold out di fila, campione di incassi del primo semestre e nominato tra gli artisti più importanti di Live Nation nel mondo.
Grazie alla potenza dell’audio Dolby Stereo e alla forza delle immagini, tutti i fan saranno catapultati in quelle indimenticabili due ore di show e potranno ascoltare le canzoni protagoniste del “Live Kom 2011 Tour”. E rivivere quei momenti dal grande schermo e in compagnia di altre centinaia di fan, sarà come essere di nuovo lì.

Puro rock!

http://www.facebook.com/vascorossi

martedì 20 novembre 2012

Il nuovo Speed Test dell’Agcom

Arriva il nuovo test gratuito dell’Agcom per verificare la velocità di navigazione dal proprio PC: risultati certi in meno di 4 minuti.

speedtest

Verificare la velocità di navigazione della propria connessione Internet in pochi minuti e gratuitamente: ecco quanto si propone di fare il nuovo test lanciato dall’Autorità garante per le comunicazioni, che ha messo a disposizione degli utenti della Rete il Misura Internet Speed Test.

Il software messo a punto dall'Agcom può essere scaricato liberamente e permette di effettuare un veloce test sulle linee di accesso a Internet da postazione fissa per tutti i sistemi operativi. Bastano 4 minuti per conoscere con esattezza la banda in download, la banda in upload e il ritardo RTT (Round Trip Time).

La novità di questo test risiede nella capacità di valutare la prestazione di accesso al Web esclusivamente della rete dell’operatore che compare nel contratto di fornitura, come anche nella capacità di effettuare un controllo delle condizioni generali sia del PC sia della rete locale per inviare informazioni relative agli "Indicatori di stato del sistema” (si parla della CPU e della memoria RAM, del tipo di connessione e della presenza di altri host in rete).

Un’altra novità riguarda la possibilità di procedere con un test avanzato nel caso in cui i risultati del test base rendano nota una velocità di navigazione inferiore a quella garantita dal gestore. Con il software "Ne.Me.Sys” dell’Agcom si può infatti verificare la qualità complessiva della linea e ottenere un certificato utile per eventuali reclami.

Il software è scaricabile dal sito misurainternet.it, che contiene anche un video tutorial utile per usare l’applicazione nel modo migliore.

di Teresa Barone

N.B. Il test non è ancora disponibile per i possessori di Windows8!

venerdì 16 novembre 2012

martedì 13 novembre 2012

Monti criminale

Guarda il video con l’accusa di Paolo Barnard

Paolo Barnard

Per un mondo migliore - Uno sfogo, un addio

Sono così stanco di voi. Non ne posso più delle vostre facce contratte per la fatica di sembrare giuste, piene di giustezza, piene di senso di essere i giusti della terra. E questo quando va bene, perché spesso a quelle contratture sovrapponete anche la patina luminosa della bontà celestiale, magari spolpata ad arte da ogni residuo cattochiesaiolo, ma ancora un po’ francescanocubansolidaristica, la versione post-Seattle del vecchio cattocomunismo. Mi avete fissato per sei anni dagli scranni di platee assortite, quando io, come voi e peggio di voi, strombazzavo la scoperta dell’acqua calda, frutto delle mie inchieste televisive per Report, un vero Vate, che genio! Barnard come voi e più di voi urlava che gli americani sono cattivi!, che gli israeliani sono peggio!, che le multinazionali sono ancora peggio! e poveri, poveri quei poveri laggiù al Sud. E voi giù applausi, e io tutto felice, e voi a casa felici, e tutti insieme felici, e i poveri.. bé.. i poveri in effetti, sì vabbè ok va bene i poveri intanto morivano, che tristezza che orrore, ma noi, noi anche domani cazzo andiamo a Punto Rosso che parla Giulietto Chiesa e insomma anche domani giù roncolate contro Bush e Berlusconi e dannazione glielafacciamovedere ai bastardi imperialisti, noi e Michael Moore e Nanni Moretti e i girotondi e poi tutti insieme alla manifestazione a dire PACE! che la pace viene se la dici bene: P-A-C-E, va ripetuto molto che lei viene, e se le bandiere sono tante viene più svelta, garantito.

E poi, a Porto Alegre (mica ti vuoi perdere Chomsky?).

E hai visto Report? e Barnard?, lui sì che li inchioda gli americani. Sì, grazie a tutti, in effetti li ho sputtanati ben bene con l’Altro Terrorismo, mi parevo proprio lui (Chomsky), e voi giù mail “grande Report” “Barnard mi hai fatto tornare la voglia di far politica dopo il ‘77”, “grazie grazie di esserci”, e io grazie a voi tutti davvero, lo faccio per tutti noi e per i poveri della terra. Scusa Barnard, quali poveri? quelli che anche stasera sono crepati di fame? o in un lago di diarrea? proprio mentre tu ti sentivi con Agnoletto al telefono? Sì proprio loro, lo faccio per loro, lo facciamo per loro no? E allora di nuovo grazie a tutti ci ve..diamo… doma…..ni ……..sera …………… al dibatt……………………..ti …………………..to ………………………………..al …………………  Cen……………………………………………….tro……………………………………. So…………………………………………………………………….cia….

Pile scariche.

Mi sono fermato, piantato come un allocco, non andavo più avanti, e purtroppo, da un certo punto di vista, mi sono fermato faccia a faccia coi poveri. E li ho guardati e loro mi guardavano, non ci siamo detti una parola, non ce n’era bisogno. Mi è bastato vederli, erano gli stessi di prima, in particolare quel bambino, quello, lo conoscete anche voi, con gli occhi neri enormi spalancati che fissa l’obiettivo del fotografo, quello col pancione gonfio e le braccia ossa di pollo, quello delle mosche sulle croste attorno agli occhi, che è sempre sui depliant delle ONG, sui bollettini dell’UNICEF, ed è lì da un pezzo, accidenti, sempre lui, ma a pensarci è lì da quarant’anni, dal Biafra accidenti, ma che pellaccia quel bimbo.. sempre lì, identico, che buccia.

Io l’ho fissato e ho visto. Non è cambiato nulla. Ma allora, Dio mio!  ma  possibile che.. Corro a studiare i dati, e Dio mio! è vero, nulla è migliorato, anzi, è peggio, i milioni di morti di fame sono di più oggi, le guerre sono di più, le malattie dei poveri sono più prevenibili ma meno curate, anzi, anzi, il Capitale oggi è più forte, ha più tutele e più regole dalla sua, i ricchi sempre più ricchi e i poveri aumentano ovunque anche da noi ricchi, l’Africa peggio, ma molto peggio, anche il debito e l’immigrazione e la paura e l’inquinamento e l’odio e la stupidità e l’avidità e le televisioni, tutto peggio ma dove cazzo sono le cose belle?, oddio ma i dati, i dati! i dati sono orrendi, non lasciano dubbi, sono feroci i dati, ma, ma…. allora…. Cosa abbiamo fatto noi allora?

Cosa abbiamo fatto? Cosa hanno fatto centomila manifestazioni? Centomila dibattiti? Centomilioni di versamenti sui bollettini dell’UNICEF, di MSF, di Amnesty? Centomila reportage tv? Centomilamiliardi di P-A-C-E detta scritta invocata sbandierata, centomilioni di libri, disubbidienze, marce, veglie, viaggi in Nicaragua a piantar semi, acquisti equosolidali, e tutti sti sorrisi e ste facce serie di giusti che crediamo di essere, ma che cosa abbiamo fatto? Qualcuno me lo dice? Se muoiono di più, se sparano di più, se speculano di più, se inquinano di più? Noi, cosa abbiamo fatto?

E ho guardato i poveri e mi sono vergognato.

Siamo talmente egocentrici e ipocriti. Siamo così concentrati nel sentirci stramaledettamente giusti, quelli giusti, che per quarant’anni non abbiamo mai fatto l’unica cosa che dovevamo fare: guardare i nostri risultati. Noi che ci siamo autoinvestiti del Sacro Manto di Quelli che Salvano i Poveri, noi, bella gente noi, ci siamo mai accorti che loro crepano più di prima mentre noi li “salviamo”?

Dovevamo guardare i nostri risultati e guardare loro, che nel frattempo muoiono come e più di prima, e dirci: ferma tutto, qualcosa non va, i nostri metodi non vanno, è evidente. Dovevamo fare questo, glielo dovevamo. Invece no. E perché no? Perché noi eravamo più importanti, di tutto. Noi di Porto Alegre.

Era più importante nutrire la nostra immagine riflessa, di giusti e impegnati, su cui fondiamo la nostra identità giusta e impegnata – mica ce la potevano rovinare quei pezzenti che crepano, facendoci vedere che non siamo affatto nel giusto e che il nostro impegno è nel suo complesso un fallimento clamoroso.

Era più importante sfogare la nostra rabbia e adrenalina in azioni brevi ma intense ed emozionanti, cazzo la manifestazione, fare a pezzi un CPT, girotondare un ministero – mica volevate che ci fossimo messi lì a passare anni di noia a creare consenso fra la gente comune, piano piano.. ehi! per ste cose bisognava studiare e pensare, e nessuno poi ci notava, i giornali poi non avrebbero parlato di noi. Poco importa se gli Altri, i Neoliberisti, così facendo, solo pensando e lavorandoci ai fianchi piano piano, hannno semplicemente fatto a pezzi tutto il nostro mondo in 30 anni partendo da zero.. no, noi tutti in piazza domani e poi ognuno ai cazzi propri che sicuramente abbiamo fatto quel che dovevamo.

Era più importante ignorare la complessità del mondo che vorremmo cambiare, noi quattro gatti con due lire di mezzi, un mondo dove ogni singolo problema ha centomila angoli diversi e dove se togli una cosa di qua, qualcosa crolla di là, dove gli Altri si sono dotati di tutele indicibilmente forti e subdole, che noi neppure capiamo, che neppure capiamo! – mica volevate che ci fossimo spogliati delle nostre tre belle comode formulette  salvauniverso.. la Tobin tax, pacifismo salvatuttiancheinRuandanelnovantaquattro, commercio equosolidale, idrogeno e siamo a posto.

Era più importante scrivere i nostri comunicati di cento righe fitte fitte, ridere con Luttazzi, sbeffeggiare Berlusconi, parlarci addosso ad ogni dibattito, che bella gente che c’è stasera tutti compagni gente giusta guarda quante kefia e bandiere della pace, ed era importante soprattutto snobbare quei biechi bottegai cittadini da ipermercato gente insensibile che è tutta colpa loro se il mondo soffre e che tacciano in politica che sono solo ignoranti razzisti – mica volevate che ci fossimo messi ad ascoltarli!! a capire come parlano, a tentare di capire di cosa hanno paura e come raccontargli qualcosa senza spaventarli, magari creando un po’ di consenso. Ehi, che cazzate sono queste, spreco di tempo, noi leggiamo Carta, Le Monde Diplomatique e ci capiamo al volo.

E soprattutto era più importante ignorare che l’Impero, quel mostro che affama i bambini e bombarda là dove c’è il petrolio, siamo noi, tutti noi, le nostre case, auto, telefonini, pensioni, Tac, farmaci, cd, grano e frutta, internet e computer, e che è ipocrita oltre che inutile puntare le nostre nobili dita contro il G8, contro Bush assassino, quando le nostre melanzane costano più petroliodamissiliCruise di tutte le flotte navali dei G8 messe assieme. Eravamo più importanti noi della nostra ipocrisia che ci manda al Forum Economico Mondiale Alternativo ad annuire ad applaudire a giurare che forza! dagli ai ricchi! che qui ci sono i poveri, e noi con LORO! che quando torniamo a casa.. (..che quando torniamo a casa sarà meglio che queglialtri del Forum Economico Mondiale abbiamo fatto bene il loro mestiere nel frattempo perché a noi senno chi ci dà da vivere? voglio dire.. chi ci spara quei 100 miliardi di economicissimi Kilowatt all’anno che ci servono?)

Eravamo più importanti noi dei nostri vuoti fatti, dei loro morti, delle loro gambe amputate, fatti sempre più vuoti, morti sempre più morti, arti sempre più amputati.

Questo mi hanno detto i poveri quella volta che li ho guardati in faccia. E quella volta li ho ascoltati, e ho giurato che mai più. E non ero a Porto Alegre.

Dobbiamo 1) Smettere di puntare il dito contro l’Impero dei BushBlairBerlusconi, perché l’Impero siamo noi 2) Calcolare gli esatti costi di un Mondo Migliore, in termini di: cambiamenti di stili di vita qui al Nord – destrutturazioni economiche - posti di lavoro da perdere o riconvertire – prezzi e rinunce al consumo – equilibri politici ecc..- e accettare che dovremo noi per primi pagare quei costi, essere disposti a pagarli noi per primi, e poi saper convincere tanti altri che vale la pena pagarli, e questo significa ottenere il consenso di almeno una risicata maggioranza 3) Imparare a comunicare con tutti, senza giudicarli, nella speranza di creare consenso sufficiente per smantellare 30 anni di consenso ferreo e cementificato nel senso opposto. Questo dobbiamo fare. Questo dobbiamo a loro, a quelli che anche stasera moriranno nel fetore di una baracca mentre tu leggi queste righe.. e che non abbiamo mai veramente neppure cominciato a salvare.

E allora avremo un Mondo Migliore. E allora non sarò più stanco di me e di voi. Né di Porto Alegre.

Paolo Barnard

Aggiornamenti EURASIA ( 5/11 – 11/11 2012 )

eurasia

Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 5 al 11 novembre 2012):

Indice

  • Appuntamenti
  • Articoli e saggi
  • Pubblicazioni

Appuntamenti

“CRISI ECONOMICA – FINANZIARIA E GOVERNO MONTI: QUALI ALTERNATIVE?”

Sabato 17 Novembre, alle ore 15.30, presso la sala “Perla” dell’UNA Hotel Mediterraneo, in via Ludovico Muratori 14, Milano, avrà luogo l’incontro: “Crisi economica – finanziaria e governo Monti: quali alternative?“. Intervengono: Alain De Benoist filosofo e saggista, Aldo Braccio redattore di “Eurasia – Rivista di studi geopolitici”, Giacomo Gabellini autore di “La parabola. Geopolitica dell’unipolarismo statunitense“ Anteo Edizioni 2012 ed Andrea Farhat, studioso della globalizzazione.

Articoli e saggi

Mahdi Darius Nazemroaya, LA RUSSIA CONTRASTA DAL MARE LO SCUDO ANTIMISSILE USA

Fabio Falchi, BRACCIO DI FERRO IN SIRIA

Carlo Jean, LA GEOPOLITICA SECONDO L’ENCICLOPEDIA DEL NOVECENTO

Aleksandr Ankvab, INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL’ABCASIA

Ambasciata della Repubblica Araba Siriana, COMUNICATO RELATIVO ALL’ESCALATION DELLE OPERAZIONI DEI GRUPPI TERRORISTICI ARMATI CONTRO I CAMPI PALESTINESI IN SIRIA

Luc Michel, CONCEPTIONS GEOPOLITIQUES DE JEAN THIRIART, LE THEORICIEN DE LA NOUVELLE ROME

Jean-Claude Paye, LES ÉCHANGES FINANCIERS SOUS CONTRÔLE AMÉRICAIN

Tomislav Sunic, IN YAHWEH WE TRUST: A DIVINE FOREIGN POLICY OF THE USA

Pubblicazioni

E' attualmente disponibile in libreria l’ultimo numero (3/2012) di "Eurasia" (XXVII), "IL PERNO GEOGRAFICO DELLA STORIA".

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domenica 11 novembre 2012

Verità per Emanuela Orlandi

Emanuela_Orlandi

Al Cardinale Tarcisio Bertone

Segretario di Stato di Papa Benedetto XVI

Eminenza,

              il rapimento della cittadina vaticana  Emanuela Orlandi, avvenuto nel lontano 1983, ha gettato ombre e dubbi sul comportamento  del Vaticano, che nel corso di questi tre decenni non ha avuto il coraggio di  abbattere quel muro di silenzi e di omertà eretto intorno a questa vicenda.

Lo Stato Vaticano ha da sempre rinunciato alla ricerca di una sua innocente cittadina, suscitando lo sdegno di tantissime  persone e  di tutti quei sacerdoti che ogni giorno si impegnano perchè la vita dei più deboli venga rispettata.

E’ l’ora di un segnale forte di cambiamento.

Le chiediamo  pertanto di adoperarsi affinché venga aperta un’indagine, interna allo Stato Vaticano, sul sequestro di Emanuela Orlandi, con la conseguente istituzione di una Commissione  cardinalizia d’inchiesta che si impegni, con  onestà e volontà, a far emergere la Verità su questa  vergognosa e disumana storia.

Che il sacrificio di Emanuela, viva o morta che sia, e il perenne martirio di una famiglia, servano ad un profondo e radicale cambiamento nelle coscienze di chi, ai vertici delle gerarchie ecclesiastiche, sta portando questa Chiesa sempre più lontana dall’insegnamento di Gesù.

Pietro Orlandi

18 ottobre 2012

 

Firma anche tu la petizione cliccando qui.

sabato 10 novembre 2012

LA PERSISTENZA DELLA DISINTEGRAZIONE

disintegrazione1

All’attenzione di Franco Giorgio Freda.

Caro Editore, questo scritto non vuole essere un divertissement manieristico con annessa richiesta di pubblicazione; né vorrebbe nascondere una qualche forma di captatio benevolentiae che, fatta al maestro del “cattiverio”, suonerebbe alquanto ridicola. Possa essere questo mio, piuttosto, un esercizio privo di finalismi, certo, ma ricco di volontà.

Parlare di una qualche attualità della Disintegrazione del Sistema suona inutile; può essere uno dei testi essenziali del pensiero inattuale considerato il suo contrario? Ossia, attuale? Inoltre risulterebbe irrispettoso e banale: fioccano, nell’editoria specializzata, i continui richiami all’attualità di quello o di questo pensiero, di quello o di quell’altro autore. Segno che le idee, oggi, siano considerate merce usa e getta, merce prêt-à-porter, merce di una moda stanca e morente sul proprio letto decorato con motivo vintage.

Persistenza, mi è parsa dunque la parola adeguata. Continuità nello stare, fermo, ritto, nelle proprie convinzioni. La prospettiva muta, offrendo un’immagine adatta al mio scopo. Oggi, per contro, si direbbe “star fermo sulle proprie convinzioni”, con ciò ad indicare l’utilitarismo moderno dei concetti. Si vive su di essi, sopra essi, calpestandoli, non per essi e per forma di essi. Tuttavia la persistenza non va riferita alla sola figura dell’Autore della Disintegrazione. La persistenza è anche la resistenza, rafforzata da se stessa, del Sistema borghese a quarant’anni di distanza dalla stesura del testo in questione.

Esso dunque persiste, o meglio, permane, trionfante, accumulando vittorie. Ed è un fatto incredibilmente paradossale, poiché il Sistema borghese che oggi globalizza il proprio dominio, la fa dopo aver gettato apertamente la maschera e aver confermato così tutte le intuizioni decadentiste presenti nel novecentesco “sentire” del Tramonto occidentale. Il nulla avanza non dovendosi nemmeno preoccupare di mascherare con una qualche balla funzionalista – sia essa la libertà, il diritto, la pace sociale – la propria devozione a Mammona.

Dunque, se persiste il Sistema, persiste anche l’idea della sua de-articolazione. Quest’ultima resta in Cielo, quale con-siderazione controdecadente, quale perfezione, quale idea di Vero Stato. Ma, se voluta, persiste fra noi quale pratica, non solo letteraria, di opposizione? Ecco il tarlo che picchietta.

Sulla volontà, perciò, occorre fare una riflessione. L’Autore della Disintegrazione aveva colto nel nichilismo l’ultima grande possibilità di accelerazione della crisi del moderno; il ’68 si presentava, forse, come l’ultima tappa di quell’affanno borghese che le rivoluzioni nazifasciste e socialiste avevano saputo cavalcare. La faglia era colmabile, ancora, con volontà e radicalismo. Destra e Sinistra, tuttavia, scelsero di collaborare con il capitale, per convenienza, attraverso il piano della dialettica liberale. Scuola di Francoforte da un lato e moderatismo occidentalista dall’altro uccisero così le ultime speranze di salvare un qualche dominio politico e pubblico dall’universalismo del denaro.

Fu la scelta dialettica a svendere alla modernità quella possibilità di nietzscheana trasvalutazione dei valori che Evola scelse quale nucleo portante di Cavalcare la Tigre e che Franco Giorgio Freda volle e seppe portare a prassi politica.

Tutto ciò in un cornice nella quale: fascismo ed antifascismo combattevano una guerra civile non sopita; il boom economico non lasciava dubbi sulla sorte progressiva dell’umanità; la democrazia occidentale pareva, nella suo ciclo biologico, appena nata. Tutto ciò fa ben comprendere il sovraumano sforzo dell’Autore della Disintegrazione e la sua straordinaria preveggenza.

Oggi che fascismo ed antifascismo sono scomparsi, che l’oligarchia usurocratica mostra il proprio potere e che la democrazia mostra il suo vero volto oclocratico, la Disintegrazione del Sistema appare cosa diversa dal semplice “pensiero frediano”, da inquadrare si, da recensire si, da ricordare si, ma senza alcun atto di responsabilità, ossia di accettazione; al contrario, oggi la Disintegrazione del Sistema si conferma scelta obbligata per chiunque non si sia fatto travolgere dalla passività del nulla. E’, forse questa, Editore, la risposta al tarlo di cui sopra?

Esso suggerisce di stuzzicare questa gioventù affamata e insultata, ma libera, che sorte!, dai legacci razionali di mamma dialettica e dal cappio morale di papà Stato, tuttavia assuefatta alla tanto odiata alienazione mercatista e spaurita da parole come, eccoci qui, volontà; viene voglia di punzecchiare, per svegliarla, soprattutto quella parte di gioventù non ancora deceduta, di certo in coma, intelligente  si, ma tutta timidina nella sua apolitia passiva (ah, forse non intendeva questo il Maestro Evola!), tutta tronfia nel nostalgismo dell’estremismo dialettico e della certezza del Diritto. Perché, in fondo, ai bamboccioni, non interessa altro che trovar belle parole per essere sgridati e sgridati ancora dal gene borghese in essi montante.

Che bello, invece, arrivare alla soglia dei trent’anni ed esser più radicale del sé diciassettenne: non avere scadenze a termine. Cercare coerenza nell’innocenza del divenire. Desiderare e volere la Proprietà pubblica, la Banca di Stato, la Programmazione dei Consumi, l’Educazione, la Milizia e la Giustizia popolare, la Denuncia della Nato. Non come un gioco dialettico per nuove e antiche destre. Ma appunto come un de-siderio. Qualcosa che viene dal Cielo.

Sta qui la differenza fra estremismo e radicalismo: nella comprensione che il nichilismo è la tappa obbligata per la sua sconfitta. Una comprensione scomoda quanto la verità del Sileno, ma che oggi, per la sola legge oggettiva dell’uomo, la decadenza, appare anche l’unica afferrabile. “Nulla esiste, tutto è permesso”.

L’auspicio è che sempre più giovani, annoiati dallo spirito cascaticcio della noia, leggano e rileggano la Disintegrazione: che abbandonino ogni estremismo e moderatismo dialettico, per creare qualcosa di radicale, di vitale, di adatto ai tempi. Sono ‘anni della decisione’, Editore, o almeno vien voglia che lo diventino. Che, appunto, giungano a noia la propaganda, il proselitismo, le identità, l’Europa delle patrie, il Terzo mondo, l’Occidente, la conta e la questua. Che la Disintegrazione sia ancora, mi permetto, il nostro rinnovato manifesto.

Sursum Corda Editore,  

Giacomo Petrella

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Franco G. Freda. La disintegrazione del sistema. A cura di Francesco Ingravalle. V edizione, 2010. Pp. 182 + una illustrazione di Curzio Vivarelli: Omaggio a Franco Giorgio Freda. Indice: La disintegrazione del sistema (contiene anche gli scritti, non presenti nella precedente edizione: ‘Intorno al terrorismo dei minimi termini’ e ‘Appunto intorno all’idea del mondo di Moeller van den Bruck’); alienazioni e prospettive; per un radicalismo di Destra: ‘Cavalcare la tigre’; “Le fascisme, notre mal du siècle”; Gruppo tradizionalista di Ar; manifesto dell’Argo; l’Ordine di Sparta; il vero Stato secondo Platone; due lettere controcorrente; risguardo; Ordine dei Ranghi; il cattiverio e le beatitudini; lettera a un commilitone; la rievocazione di un Autore. Corollario: Spinozismo di destra, spinozismo di sinistra (Piero di Vona); un comunismo ‘dorico’ (Francesco Ingravalle); un libro ‘imperdonabile’ (Anna K. Valerio). Appendice: Su ‘La disintegrazione del sistema’ (Roberto Melchionda). Indice dei nomi. Exergo (Dudù). Edizionid di Ar. Euro 15,00

Per ordinazioni: info@libreriaar.com

venerdì 9 novembre 2012

9 Novembre 1989: crollo del comunismo

crollocomunismo

Appuntamenti allo Spazio Ritter

Il 9 novembre 2012 alle ore 18,30 nei locali di Spazio Ritter via Maiocchi 28 a Milano

presentazione del libro


di Joseph Goebbels


Michael. Diario di un destino tedesco

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Editrice Thule Italia 2012

Relatori:

Monica Mainardi traduttrice ed autrice della prefazione

Maurizio Rossi curatore della collana "Romanticismo d'Acciaio"

 

Editrice Thule Italia

http://thule-italia.org/ThuleItaliaEditrice/

 

Ritter

http://www.ritteredizioni.com/

programma_novembre_2012

giovedì 8 novembre 2012

La Conoscenza Suprema

www.saturniatellus.com

Invito a partecipare

La Conoscenza Suprema

9 novembre 2012: conferenza di Casalino sulla Conoscenza Suprema e sull’Intero nella Tradizione sapienziale

Il noto scrittore tradizionalista e amico del Movimento Tradizionale Romano avv. Giandomenico Casalino sarà a Roma venerdì 9 novembre p.v. per presentare la sua ultima opera di filosofia teoretica, “La Conoscenza Suprema”, edita dalle Edizioni Arya di Genova.

La conferenza, aperta al pubblico, è prevista per le 17.30 in Via Bezzecca 1/d, presso la sede dell’MTR di Roma; Casalino sarà presentato dal presidente del M.T.R. Daniele Liotta ed introdotto dal giornalista dott. Paolo Casolari.

La Conoscenza Suprema rappresenta il compimento di un viaggio dello scrittore nella teosofia platonico-hegeliana e più in generale sulle Tradizioni sapienziali e Metafisiche, sulla “Coscienza dell’intero” e sull’Io modernamente inteso.

Giandomenico Casalino

Come spiega l’autore, “l’opera è contenuta in embrione già in alcuni precedenti libri – La prospettiva di Hegel, L’Origine e Lo specchio del mondo – ed è l’esplicitazione di un percorso spirituale che qui presenta la sua compiuta teleologia: l’invocazione per la realizzazione di un autentico mutamento radicale di “stato”, di “punto di vista”. E’, insomma, un “aprire gli occhi” sul concetto di Intero e sulla necessità inderogabile, nonché primordialmente naturale, di uccidere non l’Io ma l’illusione dell’Io”.


martedì 6 novembre 2012

Aggiornamenti EURASIA ( 29/10 – 04/11 2012 )

eurasia

Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" dell’ultima settimana (dal 29 ottobre al 4 novembre 2012):

Indice

  • Appuntamenti
  • Articoli e saggi
  • Pubblicazioni

Appuntamenti

“LA NUOVA PRESIDENZA USA, LA RUSSIA, LA CRISI GLOBALE: QUALE RUOLO PER L’EUROPA?”

Domenica 11 Novembre, alle ore 17.00, presso la Sala Consiliare di Via Sansovino 9, Milano, avrà luogo la conferenza: “La nuova presidenza USA, la Russia, la crisi globale: quale ruolo per l’Europa?”. Relatore: Igor Nikolaevich Panarin, politologo russo membro dell’Accademia delle Scienze Militari e docente presso l’Accademia Diplomatica del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa, autore di 15 libri e numerosi articoli di geopolitica, psicologia e guerra dell’informazione, analista di intelligence e di previsione strategica.

“LA CRISI IN AFRICA – IL CASO COSTA D’AVORIO”

“CRISI ECONOMICA – FINANZIARIA E GOVERNO MONTI: QUALI ALTERNATIVE?”

Articoli e saggi

Claudio Mutti, L’UNITÀ DELL’EURASIA NELLA PROSPETTIVA DI FRIEDRICH NIETZSCHE

L’INGRESSO NEL WTO: LE CONSEGUENZE PER LA RUSSIA. INTERVISTA CON SERGEJ BABURIN

L’INGRESSO NEL WTO: LE CONSEGUENZE PER LA RUSSIA. INTERVISTA CON EVGENIJ FEDOROV

Redazione, CONFERENZE DI MODENA E MILANO: RESOCONTO E FOTO

Kaveh L Afrasiabi, NUOVI SEGNALI DI FLESSIBILITÀ SUL NUCLEARE IRANIANO

Sergej A. Tokarev, IL POPOLO KAZAKO NELLA PROSPETTIVA SOVIETICA

Augusto Marsigliante, LEV GUMILËV

Redazione, PECHINO SPEZZA IL MONOPOLIO DELLE AGENZIE STATUNITENSI DI VALUTAZIONE

Francisco de la Torre, LA LOGICA DE LA GEOFINANZA Y SU ACCIONAR SOBRE LA AMÉRICA ROMÁNICA

Pubblicazioni

E' attualmente disponibile in libreria l’ultimo numero (3/2012) di "Eurasia" (XXVII), "IL PERNO GEOGRAFICO DELLA STORIA".

...E tanti altri articoli sono disponibili sul sito!

La Redazione.

invPer consultare gli archivi della Lista di diffusione Eurasia {cliccare}
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domenica 4 novembre 2012

L’Arma del silenzio mediatico

bombardamento


di Manlio Dinucci - 31/10/2012

Si dice che il silenzio è d'oro. Lo è indubbiamente, ma non solo nel senso del proverbio. È prezioso soprattutto come strumento di manipolazione dell'opinione pubblica: se sui giornali, nei Tg e nei talk show non si parla  di un atto di guerra, esso non esiste nella mente di chi è stato convinto che esista solo ciò di cui parlano i media. Ad esempio, quanti sanno che una settimana fa è stata bombardata la capitale del Sudan Khartum? L'attacco è stato effettuato da cacciabombardieri, che hanno colpito di notte una
fabbrica di munizioni. Quella che, secondo Tel Aviv, rifornirebbe i
palestinesi di Gaza. Solo Israele possiede nella regione aerei capaci di
colpire a 1900 km di distanza, di sfuggire ai radar e provocare il
blackout  delle telecomunicazioni, capaci di lanciare missili e bombe a guida di precisione da decine di km dall'obiettivo. Foto satellitari mostrano, in un raggio di 700 metri dall'epicentro, sei enormi crateri aperti da potentissime testate esplosive, che hanno provocato morti e feriti. Il governo israeliano mantiene il silenzio ufficiale, limitandosi a ribadire che il Sudan è «un pericoloso stato terrorista, sostenuto dall'Iran».
Parlano invece gli analisti di strategia, che danno per scontata la
matrice dell'attacco, sottolineando che potrebbe essere una prova di quello agli impianti nucleari iraniani. La richiesta sudanese che l'Onu condanni l'attacco israeliano e la dichiarazione del Parlamento arabo, che accusa Israele di violazione della sovranità sudanese e del diritto
internazionale, sono state ignorate dai grandi media. Il bombardamento israeliano di Khartum è così sparito sotto la cappa del silenzio mediatico. Come la strage di Bani Walid, la città libica attaccata dalle milizie «governative» di Misurata.
Video e foto, diffusi via Internet, mostrano impressionanti immagini della strage di civili, bambini compresi. In una drammatica testimonianza video dall'ospedale di Bani Walid sotto assedio, il Dr. Meleshe Shandoly parla dei sintomi che presentano i feriti, tipici degli effetti del fosforo bianco e dei gas asfissianti. Subito dopo è giunta notizia che il medico è stato sgozzato. Vi sono però altre testimonianze, come quella dell'avvocato Afaf
Yusef, che molti sono morti senza essere colpiti da proiettili o esplosioni.
Corpi intatti, come mummificati, simili a quelli di Falluja, la città
irachena attaccata nel 2004 dalle forze Usa con proiettili al fosforo
bianco e nuove armi all'uranio. Altri testimoni riferiscono di una nave con armi e munizioni, giunta a Misurata poco prima dell'attacco a Bani Walid. Altri ancora parlano di bombardamenti aerei, di assassinii e stupri, di case demolite con i bulldozer. Ma anche le loro voci sono state soffocate sotto la cappa del silenzio mediatico. Così la notizia che gli Stati uniti, durante l'assedio a Bani Walid, hanno bloccato al Consiglio di sicurezza dell'Onu la proposta russa di risolvere il conflitto con mezzi pacifici.
Notizie che non arrivano, e sempre meno arriveranno, nelle nostre case. La rete satellitare globale Intelsat, il cui quartier generale è a
Washington, ha appena bloccato le trasmissioni iraniane in Europa, e lo stesso ha fatto la rete satellitare europea Eutelsat. Nell'epoca dell'«informazione globale», dobbiamo ascoltare solo la Voce del Padrone.

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