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lunedì 28 maggio 2012

Aggiornamenti EURASIA (19-05 / 25-05 2012)

eurasia

Di seguito il sommario degli aggiornamenti della Rivista "Eurasia" di questa settimana (dal 19 al 25 Maggio 2012):

Pubblicazioni

È attualmente disponibile in libreria l'ultimo numero (2/2012) di "Eurasia" (XXV), "Il Mediterraneo tra l'Eurasia e l'Occidente"

ULTIME USCITE

Simone Santini, Iran 2012: L'imperialismo verso la prossima guerra? Scenari, Cronache, Retroscena. - Con la prefazione di Giulietto Chiesa.

Iran 2012. La profezia di un’apocalisse? La previsione di una guerra contro l’Iran torna a rimbalzare, da anni, nel dibattito pubblico, ogni volta smentita dai fatti. Anticipare lo scoppio di una guerra può essere esercizio intellettualmente stimolante ma probabilmente inutile, poiché, se la guerra scoppierà, essa non sarà conseguenza di un accidente della storia ma un suo determinato e specifico prodotto. Molto più utile, dunque, indagare le cause profonde, i contesti, gli scenari che potrebbero o meno condurre a questa guerra, con la consapevolezza di come il laboratorio iraniano rappresenti il microcosmo attraverso cui interpretare il tempo contemporaneo, scosso da innumerevoli e profondissime crisi, e il suo sviluppo futuro. Breve recensione qui

Iniziative e Seminari

Conferenza di presentazione del nuovo numero della Rivista Eurasia, venerdì 8 Giugno a Perugia

La Rivista di studi geopolitici “Eurasia” e il Centro Studi Eurasia-Mediterraneo sono lieti di annunciare la presentazione del nuovo numero della rivista in fase di pubblicazione e distribuzione. L’incontro pubblico si svolgerà il prossimo venerdì 8 giugno, alle ore 15.30, a Perugia presso la Sala della Vaccara, all’interno del Palazzo dei Priori, in Piazza IV Novembre. Con Claudio Mutti, Simone Santini, Andrea Fais.

Articoli e Saggi

L'EDITORIALE

Claudio Mutti, Il Mediterraneo tra l'Eurasia e l'Occidente


ALTRI ARTICOLI

Eliana Favari, Il Canale di Suez alla luce della “primavera egiziana”

Il Presidente della Suez Canal Port Authority ha recentemente annunciato che, nonostante la grave crisi economica che ha colpito l’Egitto negli scorsi mesi e la diminuzione del numero di navi che hanno attraversato il Canale, i guadagni provenienti dai traffici nel 2011 sono aumentati di quasi mezzo milione di dollari rispetto all’anno precedente. Il Canale di Suez oltre ad essere una delle più importanti fonti di reddito del Paese è anche un indicatore delle attività commerciali mondiali. Gli interessi vitali che gravitano attorno ad esso coinvolgono, oltre all’Egitto, vari attori della comunità internazionale, a cominciare da Israele e Stati Uniti.

Paolo Sensini, Di ritorno dalla Siria: appunti sulla geopolitica del caos

Ormai siamo a un giro di boa. La grande operazione mediatico-militare passata alla storia come “Primavera araba”, è costretta a operare in Siria un brusco ripiegamento di rotta, soprattutto in conseguenza del fatto che Russia e Cina hanno posto il loro veto al Consiglio di Sicurezza dell’onu per un intervento armato...

Maximiliano Barreto, Le espropriazioni in America Latina

Per comprendere il significato delle espropriazioni avvenute in America Latina nei primi anni del XXI secolo è fondamentale un’analisi del periodo che ha preceduto tale fase. Se teniamo conto dell’ideologia degli anni Novanta, saremo in grado di comprendere le motivazioni che portarono gli Stati indiolatini alla perdita delle loro imprese, oggi soggette ad esproprio. Ciò renderà più chiara la natura delle espropriazioni, che ovviamente possono essere contestualizzate in uno scenario in cui i rapporti di forza sono diametralmente opposti a quelli dell'ultimo decennio del ventesimo secolo. Esamineremo i casi del Venezuela, della Bolivia e dell’Argentina. Essi diventano rilevanti perché sono esempi applicativi recenti della politica che andremo a delineare. Infine faremo una breve menzione su una tematica più ampia, e comprensiva delle stesse espropriazioni: la questione energetica.


Andrea Turi, Le elezioni serbe

Le testate giornalistiche nostrane hanno subito titolato: “una vittoria a sorpresa” . Ad uscire vincitore dal ballottaggio non è stato il presidente uscente Boris Tadic, del quale i sondaggi della vigilia avevano data per certa la rielezione , ma il rivale conservatore Tomislav “Toma” Nikolic, capo del Partito del Progresso Serbo, nazionalista che in tempi recenti ha vestito i panni dell'europeista. La crisi che attanaglia il continente europeo ha mietuto dunque un’altra vittima: Boris Tadic, del quale Bruxelles avrebbe visto con favore una terza nomina consecutiva. Ricordiamo che la Serbia, candidata all’ingresso nella UE, ha instaurato buoni rapporti con la Croazia e la Bosnia, ha fatto passi avanti nei rapporti con il Kosovo ed ha permesso che Radovan Karadzic, Ratko Mladic e Goran Hadzic fossero consegnati al Tribunale Internazionale. Tadic ha chiesto ufficialmente scusa al governo di Sarajevo per il massacro di Srebrenica compiuto dal generale serbo Mladic.

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