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giovedì 26 gennaio 2012

Dispacci da Lorien: Carlo Venturino

Carlo Venturino, scomparso in un incidente stradale
il 27 dicembre 1983, durante uno spettacolo degli
Amici del Vento a Campo Hobbit 1 (giugno 1977)

Come per ogni ricorrenza di questo genere è difficile scindere il momento del ricordo da quello della commemorazione.

Ricordi ce ne sono sempre tanti. Anche se gli anni passano, non si possono cancellare le immagini della giovinezza. Semmai, il tempo vi cala sopra un filtro roseo che fa sembrare meravigliosi periodi che, invece, furono tormentati, pericolosi e difficili da vivere. Eppure basta il ricordo del sorriso di Carlo, delle “canzonacce” intonate in auto mentre si andava ai concerti, delle bevute tra i monti del canavese a far sembrare tutto stupendo e irripetibile; benché l’unica cosa veramente irripetibile sia solo la nostra trascorsa giovinezza.

Tuttavia di Carlo c’è anche una memoria condivisa, un’immagine che ha attraversato gli anni grazie alle canzoni da lui scritte, grazie all’impegno del fratello Marco nel continuare – per anni – sulla stessa strada e grazie all’impegno di molti dei nostri gruppi nel riproporle, concerto dopo concerto, anno dopo anno, fino a farle giungere ai quindicenni di oggi…

Ricordo e memoria, così, si sovrappongono e ritornano quotidiani. Non avrebbero bisogno di anniversari o commemorazioni; eppure tutti sentiamo il bisogno di fermarci a quel giorno, a quell’ora, all’istante preciso in cui Carlo ci ha lasciati soli… per percepire lo scorrere del tempo sulla nostra stessa pelle e per valutare lo scorrere delle emozioni nel nostro povero cuore.

Sono trascorsi 28 anni… “forse un secolo diverso”… “Ma il sogno nei miei occhi non morirà” !!

Guido Giraudo

“Il nostro tempo” cantata da Carlo Venturino al secondo Campo Hobbit nel 1978. (Il brano rimasto inedito verrà inciso solo nel 1993 dal fratello Marco).

 

“Cantare una canzone“, brano inedito di Carlo Venturino che non è mai stato pubblicato.

Com’è difficile cantare
una canzone che non sia
nata dai soldi o dalla bassa corruzione
che non sia fatta con i sogni di una notte da drogato
che non canti né di sesso né di amore consumato.

Com’è difficile cantare
una canzone che non sia
un monumento alla moderna ipocrisia
che non sia fatta di parole che non vogliono dire niente
che di rosso canti solo la vergogna di chi mente
ma qualche nota voglio ancora regalare
al colore dei tuoi occhi e dal tuo vestito bianco
e cantare ancora un poco lungo i raggi del sole
finchè il tramonto non riposi sulla quella collina.

Com’è difficile che arrivino queste povere canzoni
nei campi che han distrutto i carri dalla stella rossa
dove tu donna e tu mio amico
ancora il giorno vi affannate
a far tornare un po’ di vita in quelle terre abbandonate.

Com’è difficile cantare
bevendo vino con gli amici
giocando a carte in un cortile
dimenticando il mondo vile
ma qualche nota voglio ancora regalare
a questo cielo che ha il colore dei tuoi occhi
e cantare ancora un poco aggrappato alla rugiada
finchè il mattino non riposi su quella margherita.

Com’è difficile cantare
com’è difficile cantare
com’è difficile cantare la primavera.

Com’è difficile cantare
com’è difficile cantare
com’è difficile cantare la vita vera.

Da www.cantiribelli.com

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