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giovedì 1 dicembre 2011

nonConforme online numero 105


nonConforme online numero 105
Novembre 2011

Benvenuti a nonConforme bollettino telematico di informazione sulla musica "non allineata".
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Perimetro
c.p. 6049
00195 Roma-Prati


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[ News Musicali ]
* I torinesi Ribelli d'Indastria si ripresentano con un CD di 10 brani fulminanti ed adrenalitici. Titolo della raccolta Diario Di Guerra, disponibile dal 10 Dicembre su Perimetro/RTP
* E sempre sotto Natale in arrivo il nuovo lavoro di Ich Liebe Dich intitolato "Dimensioni". 10 tracce tra rock ed atmosfere elettroniche.
* Si vocifera di una ristampa in vinile pesante del seminale "Al Maestrale" degli Janus, imperdibile! a meno che non vogliate scucire una fortuna per l'originale, ovvio!
* I Testvdo stanno portando a termine il secondo lavoro, zona missaggi!
* Gli Hobbit sono alla forgia su nuovo materiale, restate in ascolto!


[ Concerti ]

03.12.11 - Bulldog pub (Cazzago San Martino - Brescia) concerto con N'SOCIALIST SOUNDSYSTEM + FEHER TORVENI + UTOLSO VEDVONAL + STILL BURNIN' YOUTH + ABADDON
03.12.11 - Padova concerto con ZETAZEROALFA + BRIGATA ZIDIOSA + BLIND JUSTICE - Info: casapoundpd@yahoo.it
03.12.11 - Area 2.0 (Sassuolo) concerto con SIEGFRIED
10.12.11 - CasaItalia ColleVerde (Via monte bianco, 27 - Guidonia/Roma) concerto con SPQR + BLIND JUSTICE + DRIZZATORTI - Info: blackshirtsrecords@gmail.com
10.12.11 - Trento concerto con STATO ASOCIALE
10.12.11 - Al Volo (via dell'Artigianato, 48 - Caselle di Sommacampagna/Verona) concerto con GESTA BELLICA + 1903
17.12.11 - Veneto concerto con MNA + LEGITTIMA OFFESA + SLEIPNIR + SOLITI SOSPETTI - Info: vfseventi@gmail.com
17.12.11 - Il Fascio Etrusco (via Sant'Angelo, 40 - Cerveteri/Roma) concerto con LA VECCHIA SEZIONE + TESTVDO - Info: ilfascioetrusco.org
17.12.11 - Giovane Italia Colle Oppio (via delle Terme di Traiano, 15/A - Roma) concerto con BIANCOVENTO + GABRIELE MARCONI + AURORA - Info: colleoppio.it
07.01.12 - CasaItalia ColleVerde (Via monte bianco, 27 - Guidonia/Roma) concerto
14.01.12 - Verona concerto con GREEN ARROWS + NO PRISONER + STILL BURNIN' YOUTH + BLIND JUSTICE - - Info: concerto14gennaiovr@yahoo.it
14.01.12 - Spazio Libero Cervantes (Via S. Sofia, 42 - Catania) concerto con DIVAMPA + ULTIMA FRONTIERA + sorpresa
17.03.12 - Messina concerto con GARROTA + THE 4 ACES + TESTVDO + KILLER SORPRESA + 734 A.C. + SUD XT - Info: Facebook
07.04.12 - Veneto concerto VFS EasterFest - Info: vfseventi@gmail.com
14.07.11 - Veneto concerto VFS SummerFest - Info: vfseventi@gmail.com


[ Recensioni ]

Massimo Morsello
Intolleranza - CD - 2011, Perimetro Rupe Tarpea – Numenoriana

L’avventura terrena di Massimo Morsello è di quelle esemplari, esemplari in ogni senso, umano, politico, spirituale, di stile.
La stessa repentina scomparsa all’apice di un percorso unico ed incredibile, ci lascia senza fiato e ci obbliga a pensare alla caducità delle umane cose.
E se la realtà viene a schiaffeggiarci col suo terribile memento mori è in queste circostanze che si traggono insegnamenti e riflessioni fondamentali.
Come il ciò che resta dopo il nostro passaggio terreno, sul senso che ha avuto, sul segno che ha lasciato.
E qui Massimo vince ancora, come ha saputo fare e come ci ha insegnato a fare.
Un segno forte e grande, negli affetti, nelle amicizie, nell’esempio di vita e certissimamente nell’arte, quella che forse meglio sfugge alle ingiurie dal tempo…
Ecco dunque il senso della ristampa dei primi tre lavori di Massimo, che si chiude con questo lavoro allo scoccar dei dieci anni dalla scomparsa, i tre lavori che testimoniano il passaggio da Massimino a Massimo Morsello mostrano il dischiudersi della crisalide, il conseguimento della piena maturità, della piena signoria sul proprio percorso.
Ecco, mostrare il percorso, evidenziare il segno.
Intolleranza è la cassetta del ritorno alla scena musicale (1990) il lavoro del passaggio ma rappresenta anche molto più, l’inizio di un percorso di dono di sé di Massimo, della costruzione di una formidabile realtà comunitaria.
Musicalmente il lavoro sotto la regia del cugino Laurent, segna un deciso passo in avanti rispetto alle prime due cassette Il suono si sgrezza e si struttura, predisponendosi in prospettiva ad arrangiamenti ulteriormente più elaborati che puntuali verranno di qui a qualche anno. Delle sette canzoni presenti sulla cassetta (a cui nel CD si affiancano due preziose inedite, “Sarà” e “Chiedeva di te”) alcune verranno riutilizzate nei lavori futuri, altre sono rimaste fino ad oggi inedite su CD e tra queste la fondamentale Intolleranza, materiale dunque solo parzialmente inedito ma ciò che conta è la preziosa natura di diamante grezzo di questa gemma che apre le porte a quello che sarà di qui a qualche anno il capolavoro “Punto di Non Ritorno” vera chiave di volta del percorso artistico di Massimo.
Che continua ad illuminare con luce possente e vivida, a nutrirci di forza tranquilla. A Noi Massimo!


[ Intervista ]

Intervista a Adriano (Horrible Night / Blind Justice)
(tratto da Occidentale, novembre 2011)

Allora, Adriano, prima di parlare di cose serie togliamoci subito il dente e affrontiamo la questione che schiuma sulle labbra dei rancorosi di destra di sinistra: com’è che uno di CasaPound fa rap, ovvero “la musica dei negri”?
Sinceramente, non è che ci sia una vera e propria spiegazione. Non è che una mattina mi sono svegliato e ho detto: ”Ok, da oggi faccio rap”. E’ stato un processo abbastanza lungo, ma allo stesso tempo improvviso. Il primo pezzo rap l’ho scritto nel 2009, sinceramente mi sembra ieri e invece sono già passati due anni; non sono stato neanche un secondo a chiedermi se il rap fosse una cosa di destra o di sinistra. L’ho fatto e basta, ho messo su una base, preso carta e penna e buttato giù un testo, il resto è venuto da se. Che poi sia piaciuto e abbia riscosso successo da una parte e che abbia ricevuto insulti e minacce dall’altra non può che farmi piacere, vuol dire che ha funzionato, vuol dire che è vero, da oggi i fascisti fanno rap; ma stiamo attenti, non intendo dire che il da oggi il rap è fascista. Il rap razzistico dei ”negri del ghetto” americano di fascista non ha niente, Tupac di fascista non aveva assolutamente nulla, tanto meno 50cent.
«Mi fa schifo l’hip hop, preferisco tutti i dischi dei Pantera», canti nel cd di The Horrible Night. Davvero il rap non fa parte del tuo bagaglio musicale? O invece c’è qualche artista hip hop che ti ha ispirato per questo lavoro? Che giudizio dai sulla scena rap in generale?
Il rap mi piace, alcuni cd li sento a ripetizione per giorni, alcuni pezzi sono fissi nella mia playlist da anni. Quello che mi fa schifo, è tutto quello che c’è intorno, la competizione, il dover arrivare per forza da qualche parte, è lo stile di vita ”diventa ricco o muori provandoci” che non sopporto. La scena italiana poi è fatta da pupazzi, tutti che fanno a gara a chi è più cattivo, chi è più malavitoso, tutti che parlano di ghetto, di droga, di pistole, ma qui non è l’America, alcuni discorsi hanno senso in un determinato tipo di realtà che qui non esiste; il disagio è diventato una moda, uno stile di vita. Quali sono gli artisti che mi hanno ispirato? sicuramente i Truceboys, che con il loro primo lavoro (Sangue, 2003) hanno avuto un’ enorme influenza su i testi e la scelta delle strumentali. Il ringraziamento più grande invece va sicuramente a Pepy, un grande uomo ed un grande artista, l’unico vero rapper in un mondo dove gli atteggiamenti e le menzogne la fanno da padrone, sicuramente sarebbe arrivato lontano con la sua musica ma purtroppo non ne ha avuto il tempo.
I testi di Moth sono caratterizzati da un marcato nichilismo e quasi mai (a parte in “New Era”) fanno riferimento diretto a tematiche politiche. È una scelta precisa? Vedi questo progetto come un percorso più personale rispetto ai lavori prettamente politici che sforni con i Blind Justice?                                            Moth diciamo che se non è un Concept album, ci si avvicina molto. Le tematiche delle canzoni variano, ma l’atmosfera prova ad essere la stessa, il cd vuole trasmettere determinate emozioni ed esprimere determinati concetti. The Horrible Night è un progetto sicuramente più personale rispetto a Blind Justice, dove invece siamo cinque teste pensanti e dove tutti contribuiscono alla realizzazione di un pezzo. Con THN sinceramente non mi fermo molto a pensare a cosa scrivere o a trovare una tematica precisa da trattare, prendo carta e penna, solitamente di notte, e butto giù quello che viene, poi in un secondo momento aggiusto metrica e rime dando una vera e proprio forma alla canzone, le canzoni di Moth infatti sono state scelte e selezionate appositamente per dare un impronta al disco, ne ho registrate anche altre, alcune sono su youtube e altre ancora sono solo nel mio pc.
Parliamo proprio dei Blind Justice: a pochi mesi dall’uscita del vostro secondo full length, Sogni di Rivoluzione, potete vantare un enorme seguito, un sottopalco degno dei migliori mosh, fan accaniti con le vostre canzoni nelle suonerie del telefonino e avete già cominciato un tour fitto di date. Qual è il segreto del vostro successo e, soprattutto, per chi se la fosse persa, come è iniziata la vostra avventura?
Ormai sono passati 4 anni dalle nostre prime prove e dal nostro primo concerto. All’epoca l’età media del gruppo era compresa tra i 17 ed i 20 anni, andavamo ancora tutti a scuola e quasi nessuno aveva avuto precedenti esperienze in ambito musicale. Può sembrare una frase scontata, ma i Blind Justice sono nati quasi per gioco; in occasione di un concerto HC organizzato ai Castelli Romani, con Hate For Breakfast, Spqr, Timebombs e Bad Fate, ci siamo chiusi per un mese in sala prove ed abbiamo tirato su una scaletta di quattro pezzi per un totale di cinque minuti, scrivendo le nostre prime due canzoni (“Misoginia” e “Gli Anni della Fenice”) e preparando due cover degli Agnostic Front. Da li sono cominciati 4 anni intensissimi e, sinceramente, mi rendo conto che è passato così tanto tempo solo ora che ho dovuto pensarci per rispondere a questa domanda. Non penso che esista un segreto o una formula particolare.
I Blind Justice sono semplicemente l’espressione musicale di un gruppo umano e di una comunità politica che si consolida ed avanza sempre di più, raggiungendo traguardi e facendo mille esperienze nuove giorno dopo giorno. Non è un gruppo nato a tavolino, è nato spontaneamente e senza nessuna pretesa di lungimiranza; se poi siamo ancora attivi è perché aldilà delle prove e dei concerti ci sono le uscite serali al pub e per locali, i momenti di goliardia ma anche (e soprattutto) le giornate passate in sezione, le nottate in affissione fino alle 5 del mattino, le manifestazioni e tutto ciò che ne consegue; ci sono tutte le persone che ci ruotano attorno e che sono a pieno titolo i motivi principali per cui i Blind Justice suonano ancora… e sono tutte nei ringraziamenti del booklet; a fronte di tutto questo le prove e gli aspetti tecnicamente più “musicali” passano quasi in secondo piano. Senza tutto questo probabilmente non sarebbe nemmeno uscito That’s not for you e ci saremmo arresi alla prima difficoltà. Considerato tutto questo e che la musica per noi non è un lavoro, adesso mi fa davvero uno strano effetto sentire “Marianna” come suoneria dei cellulari!
Blind Justice è un gruppo in continua evoluzione: sonorità hc dei primi anni ’80 si mescolano con riffs più groovies che fanno ripensare agli Offspring, ai Machine Heads, ai Pantera, ma non temete nemmeno di cimentarvi con stili più introspettivi e quasi “neofolk” come per “Verso il Sole”, bellissima track presente in Sogni di Rivoluzione. Quali sono i vostri”padrini” musicali e le vostre ispirazioni? Cosa ci dovremmo aspettare per il vostro prossimo lavoro?
In virtù della domanda precedente, le nostre ispirazioni non sono tanto i riferimenti musicali quanto le esperienze musicali. Anche perché i Blind Justice sono un grosso calderone sotto questo punto di vista: i gusti dei singoli compenti vanno dal black metal al rap, passando per l’HC punk più o meno moderno, il neofolk, la musica elettronica ma anche quella più prettamente commerciale che possiamo sentire anche in televisione. Il cd è uscito questo 10 settembre ma molti pezzi erano stati scritti e pensati anche più di un anno prima; la title-track “Sogni di Rivoluzione” e “Nessun Futuro” hanno preso vita nel Giugno del 2010.
“Marianna” è stata concepita durante il freddo inverno dello stesso anno. “Giovane Fascista” invece è stata scritta esattamente un anno dopo, nel maggio del 2011. Sono stati anche scartati anche moltissimi pezzi, comunque molto validi e che saranno certamente riutilizzati. Nel corso di un anno non c’è stata un’unica fonte di ispirazione ed ogni singolo componente del gruppo, nel corso dell’arrangiamento dei pezzi, ci ha messo del suo; da ascoltatore esterno posso dire che più che i Machine Heads (che, personalmente, nemmeno mi piacciono!) sento un po’ di Comeback Kid, un po’ di Champion, anche qualche spunto Thrash anni 80 ed anche un po’ di Sol Invictus; ma, in definitiva, penso (e spero!) che si tratti di un cd molto personale e che più che ricordare questo o quel gruppo lasci impresso un qualcosa di nuovo!
Incidete per la Black Shirt Records; chiunque lavora nel circuito sottoculturale sa bene quanto è importante riuscire ad avere una collaborazione con un’etichetta che dia spazio e background. Come è nato il vostro rapporto con la BSR e come siete seguiti, dal punto di vista artistico e pratico?
Il nostro rapporto con la BSR in realtà esiste da prima che nascesse nominalmente l’etichetta. Conosciamo Sandro dai tempi di HFB e, Black Shirts Records o meno, ci ha sempre aiutato come adesso; rimediandoci i concerti, facendo girare i cd e le magliette, accompagnandoci in trasferta e credendo nella band. Anche in questo caso il rapporto con la BSR si basa molto su un rapporto personale con Sandro e non sulla firma di un contratto o da qualche vincolo di tipo economico. Si può dire che la nascita dell’etichetta altro non è se non una formalizzazione di un qualcosa di preesistente. Certo, il merito del “successo” di Sogni di Rivoluzione è in gran parte anche merito della Black Shirt Records.
Al di là del fatto che il nostro cd è stato prodotto praticamente a scatola chiusa, siamo stati aiutati moltissimo nell’organizzazione del tutto, fissando scadenze, controllando la grafica e bastonandoci adeguatamente ogni qualvolta facessimo un errore. Un conto è suonare, un conto è fare da “manager”! Estendendo il discorso aldilà del Blind Justice, bisogna dare assolutamente atto alla BSR di aver creato un circuito underground che si sta espandendo sempre di più, sia al livello di quantità di uscite e di gruppi, sia al livello di qualità. Non è per faziosità, ma in ambito HC/PUNK/OI non ho visto prodotti migliori di quelli del nostro circuito guardando le novità musicali italiane del 2011!
Qual è il posto e la situazione più bella dove avete suonato? Quanto è importante le scena live per un gruppo come il vostro?
Ogni concerto è una storia a se, è difficile rispondere a questa domanda. Nell’ultimo periodo specialmente, è difficile sceglierne uno. Il 10 Settembre a S. Oreste è stato fantastico, non solo perché era la presentazione del cd ma anche perché era pieno di gente venuta anche da fuori Italia (Francia, Olanda, addirittura dalla Russia!). Poi vabbè, che te lo dico a fare, come al solito la Crew Viterbese non si fa pregare, pogo e stage diving vari non sono mancati. La settimana dopo, ad Area 19, è stato eccezionale per la partecipazione. Dopo solo sette giorni già tutti conoscevano le canzoni e siamo riusciti anche a procurare un ferito grave nella mischia. Anche la data a Torino è stata memorabile. Era la terza volta che suonavamo all’asso di Bastoni ed ormai si può dire che noi ed il pubblico torinese siamo diventati tutt’uno!
Ma quella più divertente è stata forse quella di Firenze, per il semplice fatto che… noi nemmeno sapevamo di dover suonare! Partiti inspiegabilmente da Torino per le otto di mattina, arriviamo al casello di Firenze Sud. Nel furgone tutti dormivano, più o meno distrutti dalla sera precedente, quando Sandro sveglia la crew dicendo “siete pronti a suonare?”. E così nasce questa data improvvisata (per noi, visto che in realtà i fiorentini ne erano al corrente da un mese circa!) e, nonostante fosse un concerto di domenica pomeriggio, per pochi intimi e con massimo una 50ina di persone, è stata una delle date più fiche che abbia mai visto. Niente palco, amplificatori piccoli, stanza ancora più piccola e botte da orbi. Poi vabbè, Budapest è stata fantastica come esperienza estera. Ci fosse stato un ungherese che non si fosse buttato dal palco! Ci sarebbero mille aneddoti divertenti da raccontare su questa trasferta, ma poi andremmo troppo per le lunghe.
Ma c’è stato anche il concerto a Frascati ad Aprile, la nostra prima data a Rocca di Papa, o anche quelle più difficili tipo il nostro secondo concerto a Latina dove stavo morendo con la tonsillite a casa e per non annullare la data abbiamo stravolto all’ultimo secondo la line-up mettendo Bizzo alla voce e Lorenzo al basso (che all’epoca suonava ancora la chitarra, essendoci un altro batterista!). Questo perché della musica ce ne frega poco ed un concerto è troppo importante per essere annullato a causa di un malanno. Penso che si sia capito a sufficienza che la scena live per un gruppo come il nostro non è importante… è ESSENZIALE. Sia per il tipo di musica che suoniamo. Sia perché i concerti sono benzina per la rivoluzione, visto che non sono solo un appuntamento musicale ma un momento comunitario e di autofinanziamento. Altrimenti sarebbe stato molto più comodo registrare i cd nella nostra cameretta o al massimo fare musica non politica. Avremmo indubbiamente avuto meno problemi e magari anche un minimo di tornaconto economico… ma di sicuro, molte meno soddisfazioni!
Oltre a The Horrible Night ci sono altri membri del gruppo con side projects?
Tutti i componendi dei Blind Justice hanno altri progetti musicali: Bizzo è stato membro di Hate For Breakfast e Kansas City Way, ma per ora si dedica a tempo pieno ai Blind. Saverio ha un suo progetto Black Metal ossia Order e suona insieme a Oscar in un altro gruppo Black Metal, gli Animvs Infirmvs.
Malgrado i toni stradaioli, in entrambi i lavori di cui qui parliamo si notano anche riferimenti non banali: dal famoso palindromo di Débord (“in girum imus nocte…”) a Mishima (“la vita è breve ma io vorrei vivere per sempre”), per non parlare delle frequentissime citazioni cinematografiche. Quali sono i tuoi riferimenti extramusicali (libri, film etc.)?
Per capire le fonti di ispirazione per quanto riguarda THN basta aprire il libretto del cd: un mix mortale di film horror, teschi, croci, madonne, sangue, Mara Salvatrucha, nazi-zombie, tarocchi, tutto quello che rientra nel macabro, nel porno e nell’osceno, una volta assimilato ciò, per capire appieno il senso di THN vi serve solo una falena a farvi da Virgilio nell’inferno di Moth.
Per quanto riguarda Blind Justice le fonti di ispirazione sono sicuramente più politiche e comunitarie. Soprattutto con Sogni di Rivoluzione abbiamo provato provato a fare dei testi diversi, sicuramente più introspettivi (vedi “Marianna”, “Verso il Sole” e “Aprile”), sinceramente ci eravamo stufati di affrontare le stesse tematiche dicendo sempre le stesse cose. Abbiamo provato a trovare un nostro stile personale, una marchio che contraddistingua Blind Justice da gli altri gruppi,sia sul punto di vista musicale che su quello prettamente testuale.
Domanda gossip su “Marianna”: come vi è venuta l’idea di scrivere questa canzone (la preferita di tanti) e come siete riusciti a non evocare giarrettiere e altre amenità? (il popolo femminile vi ringrazia)…
Come tutte le canzoni non è stata scritta in modo “premeditato”. Non è mai stato detto «adesso facciamo una canzone d’amore». In molti ci hanno chiesto: ma chi è “Marianna”? Per me se “Marianna” è diventata tra le più “famose” del cd è proprio per questo, aldilà della maggiore orecchiabilità della canzone rispetto agli altri brani. Per l’alone di mistero attorno a questa figura che fa nascere mille domande. Perché descrive, nel suo testo, la fotografia di una ragazza comune con le sue contraddizioni, i suoi errori, i suoi pensieri ed una confusione quasi adolescenziale che la caratterizza; fa riferimento al lato più umano, senza mettere in mezzo slogan politici. Il problema di molte canzoni d’area (che termine brutto!) dedicate ad una “lei” è stato proprio che spesso e volentieri si volesse ostentare il fattore politico in modo forzato.
Spesso quando scrivi un testo non ti fermi molto a pensare al perché, non c’è un motivo ben preciso, prendi carta e penna e scrivi, che poi quando ti innamori e hai vent’anni, hai un fuoco dentro che ti brucia sempre e comunque; e non importa come vada a finire, la vivi e la prendi come viene, non ti fermi a pensare. Quando canti una canzone la urli a squarciagola. “Marianna” è cosi, è l’esasperazione dei sentimenti, è la rabbia che abbiamo dentro, è l’amore folle per la vita.
Come si passa da “Misoginia” a “Marianna”? È successo che nel frattempo vi siete tutti innamorati o le due canzoni sono semplicemente due facce della stessa medaglia?
In molti ci hanno fatto notare questa apparente contraddizione. «La misoginia dove è andata a finire? Non odiavate le donne?». Chi pensa che “Misoginia” sia una canzone contro le donne non ci ha capito nulla. Così come chi pensa che “Marianna” sia semplicemente una canzone d’amore smielata. “Misoginia” è una canzone contro lo stereotipo femminile di questo “millennio”, contro l’amore basato su lucchetti, mimose, storie da tre metri sopra il cielo e tutto ciò che ne consegue… ovvero il declassamento della figura femminile. “Marianna” è tutt’altra cosa. Semplicemente sono due canzoni che trattano lo stesso argomento da due punti di vista differenti. Quindi direi che la risposta esatta è la seconda!


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