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domenica 27 novembre 2011

Aggiornamenti EURASIA (19-25/11/11)

eurasia

Di seguito gli aggiornamenti al sito di "Eurasia" di questa settimana (dal 19 al 25 Novembre 2011):

Pubblicazioni

È attualmente disponibile in libreria l'ultimo numero (XXIII) di "Eurasia" (2/2011) dedicato a: "Geopolitica e costituzioni"

Ultime uscite

Il risveglio del Drago

Diego Angelo Bertozzi, Andrea Fais

Dopo Capire le rivolte arabe di P. Longo e D. Scalea e Progetti di egemonia di F. Brunello Zanitti, l'IsAG propone un terzo volume scientifico, concernente questa volta la Cina. Il risveglio del Drago. Politica e strategie della rinascita cinese - questo il titolo dell'opera - è pubblicato assieme alle Edizioni all'Insegna del Veltro di Parma. Gli autori sono Diego Angelo Bertozzi, già artefice del recente La Cina da impero a nazione e Andrea Fais, studioso di geopolitica già contributore di "Eurasia".

Progetti di egemonia

Francesco Brunello Zanitti

Neo-cons USA e neo-revisionisti israeliani a confronto. In seguito alla vittoria di Bush nel 2000 e soprattutto dopo gli attentati dell’11 Settembre i neocons statunitensi hanno influenzato considerevolmente la politica estera della Casa Bianca. Allo stesso tempo, l’ultimo decennio della politica israeliana è stato caratterizzato dal rafforzamento della destra, in particolare del Likud, partito erede del neorevisionismo, movimento politico basato su alcuni concetti già espressi dal sionismo revisionista e dal suo capo, Vladimir Jabotinsky. Si può parlare in questo contesto di un singolare legame tra i neocons e gli esponenti del Likud? Il neoconservatorismo e il neorevisionismo, pur essendo movimenti nati in ambienti politici e geografici lontani e differenti, hanno elementi in comune nelle loro ideologie? L’analisi del pensiero dei due movimenti politici e le azioni intraprese in politica estera dagli appartenenti a queste correnti possono offrire una chiave di lettura per comprendere le somiglianze e le differenze tra neoconservatorismo statunitense e neorevisionismo israeliano.


Altre pubblicazioni IsAG

Capire le rivolte arabe

Pietro Longo, Daniele Scalea

Capire le rivolte arabe. Alle origini del fenomeno rivoluzionario, il nuovo libro dei nostri redattori Daniele Scalea e Pietro Longo (rispettivamente segretario scientifico e ricercatore dell'IsAG), è ora disponibile all'acquisto presso la libreria online Librad. Il volume, edito da Avatarèditions per conto dell'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), consta di 168 pagine ed è acquistabile al prezzo di 18 euro. Si tratta della prima pubblicazione con marchio IsAG, oltre alla rivista "Eurasia". Il ricavato andrà a finanziare le attività dell'Istituto.

Iniziative ed eventi patrocinati da Eurasia e IsAG

Straordinario successo del seminario geopolitico
Oltre novanta persone tra accademici, imprenditori, professionisti, giornalisti e studenti universitari, sabato scorso hanno preso parte al convegno di geopolitica intitolato “La prospettiva Eurasiatica. Le rivolte arabe”, presentato dal Prof. Tiberio Graziani direttore di “Eurasia. Rivista di Studi Geopolitici” e presidente dell’“IsAG – Istituto di Alti Studi di Geopolitica e Scienze Ausiliarie”. L’evento, che ha avuto luogo in un palazzo antico di Trinitapoli, su invito della padrona di casa Maria Antonietta Piscitelli, organizzatrice del seminario, ha riscosso particolare successo sia per lo spessore e l’attualità dei contenuti sia per l’atmosfera di convivialità che hanno favorito il dibattito tra relatore e partecipanti.


L'IsAG alla conferenza di Parigi su Russia, Europa e giornalismo
L'Istituto di Alti Studi in Geopolitica e Scienze Ausiliarie (IsAG), di cui Eurasia è la rivista ufficiale, sarà rappresentato dal presidente Tiberio Graziani (direttore di Eurasia) alla conferenza internazionale "Russia and Europe: Topical Issues of Contemporary International Journalism", organizzata dal Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa e dall'Agenzia Federale delle Comunicazioni, che si svolgerà a Parigi, presso il Radisson Blu Ambassador Hotel, il 24 e 25 novembre.

Articoli e saggi

L'editoriale di Eurasia XXIII (2/2011)

I costruttori di carte ottriate

Tiberio Graziani

Lo studio dei rapporti tra la legge fondamentale di uno Stato e la geopolitica è tornato di attualità tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta. In quel periodo (1989 – 1991), coincidente con il collasso del sistema bipolare, gli USA intensificarono il loro ruolo di “costruttori di Nazioni libere”. Proclamatisi Nation and State Builders, gli Stati Uniti interferirono nella elaborazione delle Carte fondamentali dei nuovi Stati nazionali, sorti dalla deflagrazione dell’ex blocco sovietico. Tale intromissione non costituì un fatto nuovo nella storia della politica estera statunitense, ma una costante. Una lettura “geopolitica” degli ordinamenti costituzionali ci dimostra che le Carte fondamentali degli Stati non egemoni sono sostanzialmente assimilabili alle Costituzioni ottriate. Nella transizione tra la fase unipolare e il sistema multipolare appare necessaria la formulazione di nuovi paradigmi costituzionali articolati su base continentale.

Venerdì, 25 Novembre

Evoluzione economica tra Occidente e resto del Mondo: analisi e prospettive.

William Bavone

Oggi siamo spettatori inermi al declino dell’UE. Inermi perché se da un lato la sua costituzione è avvenuta senza una programmazione ponderata sui meccanismi politico-economici necessari ad una sua efficienza longeva, dall’altro siamo noi stessi cittadini ad aver perso quel minimo di sovranità che ci permetteva di essere partecipi alle decisioni macroeconomiche che ci coinvolgono direttamente. La classe politica degli ultimi decenni si è resa partecipe di una destrutturazione istituzionale che, invece di migliorare l’efficienza dell’azienda Stato, ne ha consentito lo smantellamento per una più appetibile ricollocazione nel mercato globale. La Storia ci insegna che l’eccessiva liberalizzazione porta un flusso considerevole di capitali in entrata nel breve periodo – allettanti per le casse statali e di pochi privati – ma che nel medio-lungo periodo si tramuta in un ancor più ingente flusso di capitali in uscita. I risultati sono ben evidenti oggi più che mai: bilancio pubblico in disavanzo, insostenibilità dei parametri economici europei, bilancia dei pagamenti che evidenza un’assenza di autosufficienza produttiva interna, mercato del lavoro che regredisce e di conseguenza una popolazione che invecchia, giustificatamente incapace di creare nuclei familiari nell’incertezza economica

Giovedì, 24 Novembre

Brasile: un futuro da scegliere

Stefano Pistore

Il biennio 2010/2011, ancora in fase di conclusione, ha rappresentato per lo Stato brasiliano un vero e proprio punto di non ritorno. Un biennio in cui oltre a consolidare la propria politica interna, senza risentire eccessivamente del passaggio Lula-Rousseff, l'attore brasiliano è stato capace di confermare, nonché di incrementare, il suo ruolo di protagonista all'interno dello scenario mondiale. A determinare questa evoluzione, tutta una serie di eventi che hanno definitivamente indicato il Brasile come un possibile leader futuro in grado di mutare gli assetti di un eventuale nuovo ordine internazionale.

Mercoledì, 23 Novembre

L'Autunno egiziano

Gabriele Roccaro

Esiste la Primavera egiziana? Forse ciò che è accaduto in Egitto è stata, piuttosto, la solita rivolta che porterà a un nuovo regime assolutistico. Il concetto di rivolta è associato nel mondo vicino-orientale all’idea di cambiamento, perché non sembra esisterebbe altra forma per sostituire i vertici del potere. Democrazia e forme democratiche di elezione appaiono ancora lontane. Il massacro dei copti è un segnale di questo fenomeno consuetudinario che si manifesta da molti decenni: maliziosamente, però, esso viene ignorato dalla comunità politica internazionale, la quale preferisce curare in Egitto i propri interessi economici e geopolitici. Una visione ottimista nei confronti degli avvenimenti egiziani, quindi, sembra impossibile: ecco perché sembra poco adeguato parlare di Primavera egiziana.

Lunedì, 21 Novembre

Il declino degli Stati Uniti

Andrea Casati

Possiamo dire che gli Stati Uniti si trovano di fronte a un declino strutturale anticipato dalla diminuzione dell’importanza relativa della loro economia. Tale diminuzione deriva soprattutto dalla forte crescita della Cina e di altri Paesi, ma in parte deriva anche dalla crisi economica che le autorità degli Stati Uniti hanno contribuito a creare e sembrano incapaci di risolvere. La principale ragione per questa mancanza è la degenerazione della politica americana, oggi più che mai preda di interessi economici particolari.

...E tanti altri articoli sono disponibili sul sito!

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