Vogliamo giustizia!

Vogliamo giustizia!
Giustizia per i morti di Bologna

Ultimissime del giorno da ADNKRONOS

mercoledì 26 ottobre 2011

Denuncia allo Stato italiano


INVITO CONFERENZA STAMPA
IL TENORE JOE FALLISI DENUNCIA LO STATO ITALIANO PER VIOLAZIONE DELL’ART. 11 DELLA COSTITUZIONE IN MERITO ALLA GUERRA CONTRO LA LIBIA
Conferenza Stampa
GIOVEDI’ 27 ottobre 2011
ORE 11.30
(Presso la Sala “Rachele” dell’Hotel Royal Santina
Via Marsala 22, Roma)
Il tenore Giuseppe (Joe) Fallisi giovedì 27 ottobre 2011 depositerà nel tribunale di Roma, assistito dall'avv. Luca Tadolini, una denuncia contro lo Stato italiano in merito alla guerra alla Libia nella quale i vertici del medesimo hanno trascinato il nostro Paese. Formalmente la denuncia sarà contro "ignoti", ma è chiaro che riguarderà tutti i responsabili politici (dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Primo Ministro Silvio Berlusconi, ai deputati e senatori che col loro voto hanno consentito l'entrata in guerra dell'Italia, persino poi ri-finanziando la "missione") di questo atto tragico e disonorevole. E' stato, a parere del denunciante, apertamente violato l'articolo 11 della Costituzione, che vieta al nostro Paese di far guerra.
Esso dice infatti:
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
A giudizio di Joe Fallisi le possibili "limitazioni di sovranità" di cui pure recita alla fine tale articolo NON possono costituire una radicale contraddizione con la frase chiara che apre l'articolo stesso. Ciò in cui siamo impegnati attualmente non è nient'altro, e a tutti gli effetti, che "guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli", tanto più dopo le ultime decisioni che hanno portato i nostri stessi aerei a bombardare il suolo libico - di un Paese che a noi non si è mai sognato di dichiarare nessuna guerra. Oltre a questo, a tristissima integrazione, si è violato il "Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la grande Giamahiria libica popolare socialista" firmato tre anni fa congiuntamente da Gheddafi e da Berlusconi. Esso, tra l'altro, prevede



il rispetto dell’uguaglianza sovrana degli Stati; l’impegno a non ricorrere alla minaccia o all’impiego della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica della controparte o a qualunque altra forma incompatibile con la Carta delle Nazioni Unite; l’impegno alla non ingerenza negli affari interni e, nel rispetto dei princìpi della legalità internazionale, a non usare né concedere l’uso dei propri territori in qualsiasi atto ostile nei confronti della controparte; l’impegno alla soluzione pacifica delle controversie.
Circa duecentomila cittadini libici sono morti finora a seguito dell'aggressione neo-coloniale e predatoria nella quale l'Italia è sciaguratamente coinvolta. Un intero Paese prospero, progredito e pacifico con falsissimi pretesti "umanitari" è stato bombardato, distrutto e inquinato in eterno e si è dato "riconoscimento" statuale al golpe di un'infima minoranza di tagliagola fanatici e ultrareazionari che, anche col nostro appoggio, si sono scatenati (e continuano sotto i nostri occhi debitamente chiusi) in una mostruosa pulizia etnica razzista. Inoltre abbiamo fornito il nostro tacito assenso alla campagna di killeraggio mirato di tutta la dirigenza della Giamahiria, che da ultimo ha visto la tortura e l'assassinio di Muammar Gheddafi e di suo figlio Mutassim. Si sarebbe potuto decidere, come la Germania, di non partecipare a questi orrori. Chi ha fatto la scelta opposta ora deve essere chiamato a risponderne.

Nessun commento:

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...