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giovedì 7 luglio 2011

Islanda: democrazia partecipativa online e crowdsourcing

Islanda: democrazia partecipativa online e crowdsourcing
di Stefano Gorla

mercoledì 6 luglio 2011

Il caso dell'Islanda ha dimostrato che redigere la nuova carta costituzionale facendo ricorso al contributo degli utenti internet e dei social network è possibile. Un esempio importante di democrazia partecipativa.
Il 16 maggio 2011 è stato presentato a Ginevra, dall'Ufficio dell'Alto Commissario per la promozione e protezione dei diritti umani, un rapporto dedicato ad Internet come strumento per la libertà di espressione. [Scarica il Rapporto]
L'esperto ONU che ha redatto il Rapporto, Frank La Rue, denuncia come i governi temano sempre più la libertà di Internet e tentino di limitare il flusso di informazioni sulla Rete per bloccare la sua capacità di mobilitare la persone a sfidare lo status quo.
A tal fine "Governments are using increasingly sophisticated technologies to block content, and to monitor and identify activists and critics" [tradotto: "I governi stanno usando tecnologie sempre più sofisticate per bloccare i contenuti, e per monitorare ed identificare gli attivisti e critici"].
Nonostante ciò i movimenti in Rete si organizzano e fanno sentire la loro voce: in Spagna i movimenti di protesta degli Indignados si sono coordinati via web, riuscendo a consegnare un manifesto comune di richieste al Governo di Zapatero.
Ma il mese scorso il Consiglio Costituzionale (Stjornlagarad) dell'Islanda ha deciso di impiegare Internet come strumento di riforma costituzionale. Sul suo sito è possibile contribuire, dopo essersi registrati, alla stesura degli articoli della nuova costituzione, anche attraverso i social media come Facebook o Twitter.
L'Islanda vuole revisionare il testo della Costituzione che, dalla sua indipendenza dalla Danimarca nel 1944, è rimasto sostanzialmente immutato con una configurazione dello Stato basata sulla forma di governo della Repubblica Parlamentare, guidata da un Presidente eletto ogni 4 anni.
Il Consiglio Costituzionale, composto da venticinque persone rappresentanti la società civile, ha messo in Rete numerose informazioni, dalla Costituzione attuale alle proposte del Parlamento e delle amministrazioni locali, al "libro giornale" dei lavori in corso. I componenti del Consiglio raccolgono settimanalmente i feed back dei cittadini e interagiscono con i discussant individuali e collettivi senza filtri mediatici.
Questa interazione via Internet (crowdsourcing, ovvero la condivisione di un progetto con più persone attraverso Internet) terminerà a fine luglio 2011, quando il nuovo Parlamento sarà chiamato a discutere il testo emendato dalla Rete ed è probabile che le modifiche siano alquanto marginali.
Con la nuova costituzione il Parlamento avrà più poteri per controllare il sistema bancario andato in crisi in seguito alle speculazioni, vengono radicalmente rivisti i criteri díelezione dei deputati e di nomina dei giudici.
Si tratta di una vera e propria democrazia diretta consentendo un esercizio pieno della sovranità popolare, al punto da riscrivere il patto fondativo della comunità di appartenenza.
È pur vero che l'Islanda conta una popolazione di 300 mila abitanti e quindi può rappresentare un laboratorio ideale per i sostenitori rousseauiani della democrazia diretta.
Per fronteggiare la gravissima crisi finanziaria nel marzo 2010 e in aprile 2011 si sono svolti ben due referendum che hanno registrato la vittoria del no al rimborso di 3,9 miliardi di euro chiesto da Regno Unito e Olanda per il fallimento della banca on line Icesave.
Nel luglio 2010 il Parlamento Islandese ha poi sorpreso il mondo approvando una risoluzione, intitolata Icelandic Modern Media Iniziative, estremamente libertaria che consente la pubblicazione sui server islandesi anche di documenti coperti da segreto di stato.
In base a questa risoluzione se documenti sottratti per un interesse pubblico saranno immessi in Rete da un server islandese, non sarà possibile impedirne la divulgazione o recepire sentenze di condanna di tribunali stranieri in base a leggi contrarie alle norme islandesi.
La Rete sembra il luogo ideale per realizzare il binomio democratico fondamentale di libertà e partecipazione.
Per la prima volta nella storia dell'umanità un carta costituzionale è scritta attraverso la democrazia partecipata della Rete, ribaltando la tradizionale procedura della democrazia rappresentativa che delega a pochi la rappresentanza di tutti.

1 commento:

estonianbloggers.blogspot.com ha detto...

L'Islanda è comunque un caso anomalo ed a sé stante per una serie di casi che lo rendono uno stato "unico": non conosce le guerre da oltre 1000 anni, è la nazione europea più vicina all'America ed è popolata dal "razza ariana" al 100%.
E' una semplice constatazione, non una polemica. Amo l'Islanda, perché fu il primo Paese del mondo a riconoscere l'indipendenza della mia Estonia nel 1991.

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