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sabato 25 dicembre 2010

Liu Xiaobo e Horst Mahler: stessa battaglia

 

Horst-Mahler1
Il Presidente del Comitato del Nobel, il norvegese Thorbjoern Jagland, ha dichiarato il 10 dicembre scorso, assegnando il Nobel della Pace al cinese Liu Xiaobo: “Molti si chiederanno se malgrado la sua attuale potenza, la Cina non dimostri una certa debolezza nel ritenere necessario imprigionare un uomo per 11 anni per il solo fatto di aver espresso le sue opinioni[1]. Di fronte ad una tale dichiarazione, due tedeschi ben conosciuti in ambito revisionista, già condannati in passato proprio per aver espresso le loro opinioni, hanno scritto la lettera che segue in difesa del celebre avvocato revisionista Horst Mahler (foto), incarcerato dal 25 febbraio 2009, a 73 anni di età, e per 12 anni,anche luiper il solo fatto di aver espresso le sue opinioni”.
Al ministero federale della Giustizia
All’associazione tedesca dei magistrati
Alla Corte Suprema
Vlotho-Valdorf, 16 dicembre 2010
Oggetto: Il Premio Nobel della Pace 2010 fonda la revisione della condanna di Horst Mahler
Signore, Signori,
Liu Xiaobo ha ricevuto quest’anno il Premio Nobel della Pace per la sua coraggiosa critica dello Stato cinese e per il suo impegno senza riserve in favore delle legittime libertà dell’uomo.
La politica cinese ignora la libertà di espressione, la libertà di stampa e la libertà dell’arte, benché siano previste dalla Costituzione. Xiaobo non accetta questa contraddizione. Ma i dirigenti cinesi ritengono che abbia violato delle leggi dello Stato e che abbia diffamato quest’ultimo. È per questo che passa da criminale ed è stato condannato a undici anni di carcere.
Per questo, i governi e i media del mondo occidentale lo portano alle stelle. Ecco cosa dichiara il presidente del Comitato del Nobel, Thorbjoern Jagland, secondo un’informazione della Deutsche Presse-Agentur (dpa): “La costituzione cinese garantisce la libertà di stampa, la libertà di espressione e la libertà di riunione, oltre che la facoltà, per i cittadini, di criticare. Liu si è limitato a fare uso di questi diritti; deve essere liberato” (citazione tratta dal “Westfalen-Blatt di giovedì 11 dicembre 2010, p. 1).
Poiché i delitti imputati a Horst Mahler sono gli stessi, e cioè la critica nei confronti dello Stato – considerata, a quanto pare, una diffamazione della Repubblica Federale di Germania – e l’uso delle libertà legittime, il modo in cui viene pubblicamente presentato il caso Xiaobo non può che significare una cosa sola: la condanna di Horst Mahler a dodici anni di carcere è illegale.
La richiesta di revisione del suo processo è depositata da diverse settimane. Abbiamo motivo di sperare e di attenderci che dopo questa critica categorica, seppur indiretta, nei confronti della giustizia tedesca riguardo a Horst Mahler, questo giudizio vergognoso venga cancellato senza indugi.
Noi chiediamo alle istanze giuridiche menzionate in precedenza di intervenire energicamente in questo caso, soprattutto nel loro stesso interesse. Per ciò che concerne il trattamento inammissibile riservato ai detrattori del sistema, la Repubblica Federale non si comporta meglio della Cina.
Qualcuno potrebbe avere l’impressione che i responsabili politici della Repubblica Federale sono degli ipocriti, allorchè hanno già introdotto una dittatura alla cinese.
Bisogna dunque esigere la liberazione di Horst Mahler per il Nuovo Anno, senza grandi formalità. Ogni nuovo procedimento penale non farebbe che confermare i peggiori timori.
Distinti saluti,
Ursula Haverbeck
Rigolf Hennig
[1] http://www.unionesarda.it/Articoli/Articolo/206346

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