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martedì 28 settembre 2010

'Ecco i segreti della banda della Magliana'.

Sabrina Minardi si confessa in un libro

Lunedí 27.09.2010 15:00
E' una delle poche persone a conoscere alcuni dei più importanti segreti della storia d'Italia. L'unica disposta a raccontarli. E' Sabrina Minardi, per dieci anni la bellissima amante di un criminale potente come Renatino De Pedis. Quello stesso Renatino che dopo esser stato assassinato il 2 febbraio 1990 in un agguato a Roma nei pressi di Campo de' Fiori, venne seppellito nella basilica romana di Sant'Apollinare, con grande sdegno di tanti fedeli. Eppure il sarcofago è ancora lì.
LA VITA PERICOLOSA- Una vita pericolosa quella di Sabrina, vissuta negli anni ruggenti della mala romana. Lei che ora è una supertestimone della Procura di Roma, per la precisione delle sue sconcertanti dichiarazioni, fa nomi, rivela cose mai dette, fatti sconcertanti e dichiarazioni mai raccontate sulla più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma e i suoi legami con le alte sfere della Chiesa. E lo fa in un libro che Affaritaliani.it mostra in anteprima, scritto da Raffaella Notariale dal titolo Segreto Criminale edito da Newton Compton Editori.



LE IMMAGINI

Fatti sconcertanti che avrebbero valso anche l'ambita sepoltura tra le mura del Vaticano a Enrico De Pedis, detto Renatino. Cosa si nasconde dietro questo enigma? Tanto è stato scritto sulla Banda della Magliana e il rapimento Orlandi, ma nessuno ha mai potuto svelare i segreti principali che solo lei, la "pupa" del boss Renatino De Pedis, ha tenuto nascosti fino a oggi. Un libro verità, che ripercorre la storia della banda criminale attraverso una testimone che per dieci anni è stata accanto al suo boss, e che rivela finalmente tutto quel che lui non poteva rivelare a nessun altro. Se no Emanuela Orlandi venne rapita il 22 giugno 1983, Sabrina all'epoca aveva 23 anni. Per dieci anni è stata con Renatino.
I SOLDI- La donna, che è anche stata la moglie dell'ex calciatore Bruno Giordano, racconta:  ''Una volta mi ha dato una borsa piena di soldi, saranno stati più di cento milioni, e mi ha detto: vai e spendili tutti. Mi trattava come una principessa e mi diceva di stare attenta perché i poliziotti avrebbero potuto seguire me e arrivare a lui. E così è stato''. Davanti le sono passati fiumi di soldi, droga, e, stando ai suoi racconti, una bella fetta dei misteri d'Italia: "Mi ricordo che una volta Renato portava sempre delle grosse borse di soldi a casa. Sa, le borse di Vuitton, quelle con la cerniera sopra. Mi dava tanta di quella cocaina, per contare i soldi dovevo fare tutti i mazzetti e mi ricordo che contò un miliardo e il giorno dopo lo portammo su a Marcinkus", ovvero al numero uno dello Ior, la banca del Vaticano, una banca senza sportelli dall'immenso potere finanziario, ramificata anche nel settore privato.
MASSONERIA- All'inizio degli anni ottanta, il nome di Marcinkus fu collegato a scandali finanziari come il crack del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Il nome del monsignore è stato accostato anche a personaggi discussi come Michele Sindona o il "venerabile maestro" della P2, Licio Gelli. Fino ad arrivare al tempo delle logge segrete.
"Lui vedeva bene la massoneria". "Renatino de pedis conosceva Licio Gelli?"
"Che io sappia si". E ancora: "Era iscritto alla P2?" "Be si. E' nell'elenco segreto, quello che non è mai stato trovato?"
"Diciamo di si... no diciamo. Si che lui sapesse troppo è appurato. Però era una persona che non avrebbe mai fatto un'infamità. E' vero anche questo".
E ancora: "Diceva sempre che essere massone ti apriva mille strade nuove rispetto a un cittadino normale. Ma non solo per i soldi, perchè chi ne faceva parte non era mai un disgraziato. Erano tutte persone che stavano molto bene economicamente, ma Renato non diceva di volerli frequentare per quello, ma perchè erano potenti. E non si riferiva alla potenza economica. Diceva che avevano una marcia in piu".
IL VATICANO- "Un favore c'è stato, e chissà di quale calibro, altrimenti non si spiega un trattamento simile. Probabilemente Renatino è intervenuto nella trattativa tra i vertici del Vaticano e Cosa Nostra sulla restituzione dei soldi che la mafia aveva affidato al Banco Ambrosiano attraverso Roberto Calvi. Soldi che non erano mai tornati indietoro perchè finiti anche nelle tasche di Solidarnosc per volontà di Papa Giovanni Paolo II.

La giustificazione della Diocesi di Roma che ha definito De Pedis un benefattore dei poveri suonerebbe risibile se non fosse sconcertante. E' lo è. Con il tempo sono stati acclarati anche i rapporti che Renatino ha avuto con Cosa Nostra. Rapporti con Pippo Calò.
IL SEQUESTRO ORLANDI- Sabrina ha anche deciso di raccontare tutto sul sequestro di Emanuela Orlandi. La molla sarebbe scattata dopo aver sentito, l'intervento nel programma 'Chi l'ha visto' di Antonio Mancini, uno dei pentiti della Banda della Magliana. Le parole di Mancini (il quale, ascoltando una telefonata anonima giunta in redazione, disse "Riconosco la voce di 'Mario', è di un killer al servizio di De Pedis") avrebbero scosso la donna al punto da incontrare i magistrati della procura di Roma e la polizia per riferire loro quanto fosse a sua conoscenza.
"Successe tutto a Torvaianica", racconta Sabrina Minardi. "Con Renatino, a pranzo da Pippo l'Abruzzese, arrivò Sergio, l'autista, con due sacchi. Andammo in un cantiere, io restai in auto: buttarono tutto dentro una betoniera. Così facciamo scomparire tutte le prove, dissero". In uno di quei sacchi c'era il corpo di Emanuela Orlandi e nell'altro, sostiene la donna, un bambino di 11 anni ucciso per vendetta, Domenico Nicitra, figlio di uno storico esponente della banda.
Di Floriana Rullo

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