Vogliamo giustizia!

Vogliamo giustizia!
Giustizia per i morti di Bologna

Ultimissime del giorno da ADNKRONOS

mercoledì 31 marzo 2010

La neve e il sangue


Centro Studi L'Araldo – via M. Spanzotti 7/a, 10139 Torino

 


Venerdì 23 aprile alle ore 21, presso la sede, presentazione del libro di Paul Terlin "LA NEVE E IL SANGUE Al fronte con Degrelle - Storia di un sopravvissuto della Wallonie", interverrà Federico Prizzi curatore del testo, uscito per i tipi Novantico Editrice nella collana Sursum Corda a cura di Giuseppe Franzo, insieme a Emilio Del Bel Belluz.

 
"Lontano dal nostro Paese, senza notizie dei nostri famigliari, senza grandi speranze di vincere questa guerra, ma fanaticamente attaccati al nostro giuramento e ai nostri ideali, noi siamo più che mai sensibili a questo cameratismo che unisce tutti i volontari della Waffen-SS.
Da questa Estonia, dall'estremo dell'Europa, tra due battaglie, noi viviamo qualche cosa di unico. Noi abbiamo donato tutto: la nostra gioventù e il nostro onore.Noi siamo decisi a continuare su questo cammino liberamente scelto. Senza preoccuparci dei colpi del nemico, delle beffe e dei giudizi. A noi solo importano i nostri camerati. Noi apparteniamo a uno stesso mondo che non ha più niente in comune con i piccoli calcoli di alcuni, quelli che pensano solo a se stessi, che attendono tranquillamente la fine della guerra.".

 
Questo libro contiene la straordinaria storia scritta da uno dei tre sopravvissuti del primo contingente della Legione "Wallonie". Pubblicato nel 1972 da Henri Moreau, in arte Paul Terlin, rappresenta una commovente e drammatica testimonianza dei combattimenti sul fronte russo e dell'odissea dei vinti a guerra finita. Uno dei racconti più belli del Novecento, capace di superare nel tratto di penna autori del calibro di Jünger e Degrelle. Una storia da leggere tutta d'un fiato, che riuscirà a conquistare e a stupire anche i profondi conoscitori di quegli accadimenti.

 
Della stessa collana:
- Léon Degrelle, Il mio cammino di Santiago (2006).
- Federico Prizzi, Europa Vivrà, Il Rexismo e gli altri movimenti valloni nel Reich (2006).
- Léon Degrelle, Il Leone: un caso politico e giornalistico degli anni ottanta (2007).
- Léon Degrelle, Le mie avventure in Messico (2008).

 

 

 
Resta connesso!
www.araldo.info

lunedì 29 marzo 2010

Il bla bla bla via internet sui ludi cartacei



Il bla bla bla via internet sui ludi cartacei, rende chiaro che molti che opinano di essere fascisti, del Fascismo ignorano i più elementari fondamentali. Senza avventurarsi in tematiche che forse risulterebbero ostiche per chi distilla la proprio vis polemica in improbabili discorsi sull'opportunità di votare di pietro contro berlusconi o l'udeur piuttosto che il pdl e i suoi eventuali reggicoda fiammellari (ma che c'azzeccano con il Fascismo?) basti dire che il Fascismo, nelle sue varie ed osmotiche declinazioni nazionali e sociali, oltre ad essere la manifestazione storica  della Realtà d'Ordine Superiore ed a-temporale che nessun pollaio democratico potrà mai scalfire o condizionare, ha riaffermato un concetto molto semplice: uno Stato Nostro, sia esso nazionale o Imperiale, deve fondarsi sulla diseguaglianza armonica, alias gerarchica. Se ciò diventerà chiaro a tutti, si comprenderà che operare politicamente in funzione del gioco democratico basato sul principio una testa (anche di cazzo?!) un voto significa solo de-qualificarsi da un punto di vista umano, scendendo all'infimo livello dei nostri nemici e diventando oggettivamente uno di loro. I quali nemici, oltretutto, in materia sono imbattibili, dal momento che giocano la partita nel fango che è loro proprio e con un dispiegamento di mezzi psicologici, materiali e di comunicazione che annichiliscono chi intende far loro concorrenza.
In sintesi, per noi le elezioni devono costituire, nell'eventualità si decida
di
utilizzarle tenendo alta
la nostra identità, uno strumento, neppure troppo importante, e non un fine. Inzaccherarsi le scarpe può essere da camerati ma grufolare nel fango è da porci.
Salvatore


Pasted from <http://it.groups.yahoo.com/group/fiamma/message/27541>

Il Gioco della Morte piace

Zeus News - Il Gioco della Morte piace

Dipendente dell'aeroporto spoglia una bella ragazza a tradimento

Zeus News - Dipendente dell'aeroporto spoglia una bella ragazza a tradimento

domenica 28 marzo 2010

Dalla tragedia alla farsa. Note intorno all''Aventino mediatico' di Santoro e soci.


27.03.2010 - Dalla tragedia alla farsa


http://www.cpeurasia.org/?read=51013
 

 
di Enrico Galoppini. Note intorno all''Aventino mediatico' di Santoro e soci.
Alla vigilia delle elezioni regionali, tutta la canea sui "talk show vietati" è servita anche per destare interesse verso consultazioni elettorali che non ne hanno affatto. Che cosa cambierà per la cosiddetta "gente normale" se al governo ci sarà il PdL, il PD o la Lega? Nulla. Ma a dar retta alle tv e ai giornali, sembra che in Italia non vi sia altro problema che quello della "censura a Santoro".
Eppure, alla censura su tutto ciò che il popolo non deve sapere questo sistema fa ricorso in maniera sistematica, ma questi paladini della "libertà di espressione" sembrano non accorgersene, perché l'unica censura che dà loro fastidio è quella che li tocca da vicino.
Ma vogliamo o no parlare del fatto che l'Italia, come Stato, Governo, Parlamento, Banca, Industria eccetrera è una pura finzione? Vogliamo o no parlare delle oltre 100 basi ed installazioni Usa/Nato su quello che, fino a prova contraria, è il territorio dello Stato italiano, ovvero della nostra Patria? Vogliamo o no parlare della truffa monetaria operata ai nostri danni da istituti bancari che sono completamente in mani private? Vogliamo o no parlare della fine che hanno fatto i milioni di euro spesi per i vaccini contro una "influenza" che doveva falcidiarci?
Di tutto questo non se ne parla affatto. Non ne tratta Santoro, né i suoi amici, tutti presi a far la guerra a Berlusconi. Quindi, tutta questa preoccupazione per la "libertà di espressione" è un'impostura bella e buona.
Se, invece, questi paladini della "libertà d'espressione" cominciassero a svolgere serie e puntuali inchieste sui suddetti temi, dimostrando che la "Repubblica Italiana" è un puro artificio retorico, o meglio un aborto nato male (la cosiddetta "Liberazione") e finito peggio (l'Unione Europea), ci si potrebbe anche ricredere. Ma non lo fanno. Ci torturano con le veline, le intercettazioni, le 'escort', i "conflitti d'interessi' (loro sono i maestri nel piazzare i parenti in Rai) di Berlusconi, come in un delirio monotematico da cui non riescono a rinvenirsi.
La fissazione su Berlusconi certamente ha dato una 'ragion d'essere' ad una "sinistra" azzerata idealmente, senza alcun progetto alternativo, ma oggi è arrivata al capolinea. E' evidente infatti che a livello politico essa non è, o meglio non può, proporre alcunché di diverso su tutto ciò che riguarda la vita concreta del popolo. E non lo può fare neppure a livello informativo, cosicché anche la sua "informazione" di riferimento si è ficcata nel vicolo cieco dell'anti-berlusconite cronica.
 Chi ha chiamato a raccolta a Bologna e nelle "100 piazze d'Italia", oltre che in quelle virtuali di internet, dà forse conto del quotidiano stillicidio di morti, feriti, demolizioni di case, arresti, pene d'ogni tipo per l'embargo di cui soffrono i Palestinesi? Che cosa pensano poi del corrispondente della tv iraniana arrestato in Italia con una ridicola scusa di "traffico d'armi"? Dov'è in quel caso la "solidarietà di categoria"? E perché non c'informano del terrorismo che colpisce lo stesso Iran con la stessa enfasi che mettono per descriverci quello che ci minaccerebbe? Niente di niente, appiattiti completamente sull'Occidente e i suoi cosiddetti "valori", rappresentandone anzi forse il volto più inquietante.
Questi signori sono dunque "schierati" come quelli che essi contestano, e forse anche peggio, e questo è un fatto. Sono schierati a difesa dell'Occidente e schierati per fare la guerra, una volta dal "governo", l'altra dalla "opposizione", contro l'altra parte politica a cui il padrone d'Oltreoceano concede di esistere per abbindolare gli italiani con la cosiddetta "alternanza democratica". Ma soprattutto sono schierati su questioni fasulle, d'importanza marginale rispetto alle cose che veramente interessano agli italiani. Smettano di perdere tempo dietro ai "gay", ai "preti pedofili" (già, perché sono così schierati contro la Chiesa?) e altre stupidaggini. Si battano per un'Italia libera, sovrana, indipendente, e allora si distingueranno per davvero dall'inutile ed inconcludente teatrino destra-sinistra di una Repubblica delle banane colonia degli Usa. Ma non c'è pericolo che lo facciano, perché sono troppo compromessi.
 La situazione dell'Italia odierna potrebbe intitolarsi "dalla tragedia alla farsa". La tragedia è che abbiamo perso una guerra, con la conseguenza che siamo stati occupati prima militarmente, poi politicamente, economicamente e, infine, coi disastri valoriali che sono sotto gli occhi di tutti, culturalmente (anche, ma non solo!, per la spazzatura diffusa dalle tv private).
La religione civile per l'Italia post-1945 dettata dall'estero, dai vincitori, assunta con entusiasmo oppure obtorto collo dalle nuove élite 'italiane' e diffusa tra la massa, la quale l'ha in parte recepita in parte no, è stata ed è l'antifascismo. E lo sarà fintanto che durerà la sudditanza dell'Italia.
L'antifascismo, tra l'altro, nacque col sorgere del movimento fascista, non dopo il 1945 come si tende a credere. All'epoca, chi non voleva il Fascismo al potere fece di tutto per opporvisi, prima con le violenze (ma tutti sanno solo dello "squadrismo fascista"), infine giungendo ad architettare un'accusa rivolta niente meno che a Mussolini, già Presidente del Consiglio, di essere il mandante dell'omicidio Matteotti (che oggi sappiamo essere maturato negli ambienti, legati a Casa Savoia, che trafficavano nel settore energetico). Accuse che in seguito si sarebbero dimostrate fasulle, tant'è che uno dei suoi principali accusatori, onestamente, dopo la guerra (quando avrebbe potuto cavalcare tranquillamente l'onda antifascista vittoriosa) ritrattò la sua versione precedente, difendendo Mussolini da quell'infamante accusa nel nuovo processo riaperto sull'omicidio Matteotti. Vi è inoltre da ricordare, che lo stesso antifascismo, sin dagli anni Venti, era eterodiretto da parte di quei soggetti, in primis la Gran Bretagna, che non volevano un'Italia forte, in grado di svolgere la sua naturale funzione geopolitica.
Poi, la guerra persa, di certo non voluta dall'Italia, ed una sola versione ufficiale – l'antifascismo - è stata assunta dai governanti e fatta credere al popolo.
Sin qui la tragedia. La farsa si consuma oggi con un 'Aventino mediatico' inscenato da soggetti, anche stavolta imbeccati dall'esterno (forse Berlusconi ha compiuto qualche mossa sgradita in politica estera ed energetica? non liberalizza abbastanza?), che coerentemente con lo spirito dell'epoca (l'homo videns ha soppiantato l'homo politicus) inscenano un presidio di 'dissidenza mediatica'. L'appoggio esterno è anch'esso mediatico, oltre che politico: non a caso la catena Sky, di Murdoch, appoggia il nuovo 'Aventino'. La farsa e l'impostura non potrebbero essere più smaccate.
Dopo oltre sessant'anni, si agita ancora strumentalmente e in malafede la polemica fascismo/antifascismo, da una parte accusando, dall'altra atteggiandosi a ducetto con la cravatta (e che dire di quei "camerati" che aspettano le briciole dalla mensa di Berlusconi?), per non prendere atto che il nostro Paese ha bisogno di una élite che lo riconduca alla posizione che gli compete nel consesso delle nazioni, soprattutto per rispetto di noi stessi.La verità è che l'antifascismo, rinfocolato anche dà chi si pone in atteggiamenti equivoci senza avere la stoffa di chi vorrebbe imitare, fa comodo a tutti, perché mantiene lo status quo di colonia occidentale (ovvero anglo-americana, coi sionisti liberi di fare i loro comodi): condiziona la psicologia sociale e le mentalità collettive, creando le premesse per una politica ed un'economia a beneficio di chi ci ha "liberato" per condannarci ad una servitù che non sembra finire mai.

A DESTRA PER IL SUICIDIO






 
Dal disastro di Cernobyl sono passati 24 anni; la tecnologia in campo nucleare ha fatto notevoli progressi, si parla di reattori di terza/quarta generazione che, assicurano gli "esperti", saranno più sicuri e affidabili di quelli attuali e, cosa non da poco, produrranno meno scorie, oltretutto riciclabili.
Di fatto ci chiedono un atto di fede visto che a tutt'oggi queste centrali esistono solo sulla carta.
Nessun passo avanti è stato invece fatto per risolvere il problema del trasporto e dello stoccaggio delle scorie radioattive che rimangono letali per millenni. Alla domanda: "come si pensa di affrontare la questione?" La risposta stizzita degli ingegneri nuclearisti è sempre la stessa: ci penseremo!
E' da quando è stato attivato il primo reattore nucleare negli anni cinquanta che ci stanno pensando. Intanto a seguito del "piccolo" incidente di Chernobyl del 26 aprile 1986 migliaia di persone sono morte e altre ne moriranno, almeno fino al 2060 secondo uno studio di Carlo Rubbia.
Il governo di destra sull'onda emotiva dei rincari petroliferi, ora rientrati, e dietro pressione della lobby nucleare, parla di costruire da 4 a 30 nuove centrali.  Le vecchie, che dovevano essere demolite vent'anni fa e i rifiuti radioattivi messi in sicurezza, sono invece ancora lì in balia di sé stesse, in tutta la loro pericolosità. Vere e proprie bombe ecologiche.
Dopo 20 anni, e qualche figuraccia come quella di Scanzano Jonico dove il governo Berlusconi (ancora lui) è stato costretto a furor di popolo a fare dietro front, non è stato ancora trovato un sito dove stoccare i rifiuti radioattivi. Scorie che, come sanno anche i sassi, ma che politici e scienziati filo-nucleare fingono di ignorare, rimangono letali per millenni.
Un altro aspetto su cui si tenta di sorvolare è quello della fonte. L'uranio non solo è in pochissime mani (si passerebbe dalla dipendenza da petrolio a quella da uranio), ma è oltretutto scarso e, se fosse pienamente utilizzato dai quei paesi che dispongono di un gran numero di centrali, si esaurirebbe nel giro di pochissimi anni.
Tralasciamo poi le considerazioni di ordine morale in quanto il plutonio 239, ricavabile dal decadimento dell'uranio, è utilizzato come detonatore per la bomba al deuteruro di Litio (detta volgarmente bomba H).
Tornando all'Italia la soluzione, per un Paese come il nostro ricco di fonti energetiche naturali ed inesauribili, c'è ed è a portata di mano, basta seguire l'esempio della Spagna che produce già il 25% del suo fabbisogno energetico tramite fonti alternative ed ha in programma la costruzione di 20 centrali ad energia solare che raddoppieranno la produzione pulita d'elettricità; l'Austria produce già ora il 60% del fabbisogno nazionale da fonti rinnovabili; la Germania e la Svezia si accingono a ridimensionare pesantemente il loro programma nucleare a favore dell'energia pulita. In America non si costruiscono nuove centrali da almeno dieci anni.
Non solo: nel silenzio totale dei media italiani in Germania sta per partire il progetto Desertec per la costruzione di una immensa centrale solare nel deserto del Sahara in grado di produrre almeno il 15% del fabbisogno energetico di tutta l'Europa entro il 2025. Secondo gli esperti di Siemens, una superficie di 300 chilometri quadrati nel Sahara, dotata di specchi parabolici, potrebbe essere sufficiente a coprire il fabbisogno energetico di tutto il pianeta.
Mentre noi perdiamo tempo e sprechiamo denaro con le centrali nucleari, i tedeschi si preparano a cambiare il mondo.
"Il sole – ricordano in una petizione oltre 600 docenti e ricercatori italiani - è una stazione di servizio inesauribile che in un anno invia sulla Terra una quantità di energia pari a diecimila volte il consumo mondiale".
Se solo la metà dei fondi attualmente utilizzati per la ricerca nucleare fossero destinati allo sviluppo delle fonti pulite e rinnovabili di cui il nostro Paese è ricco, l'Italia (il paese del Sole) in poco tempo potrebbe raggiungere la piena autosufficienza energetica, senza alcun pericolo e a costi contenuti, attraverso grandi centrali termodinamiche e la diffusione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle case e dei capannoni industriali.
Il problema per il nostro sciagurato paese è che per approntare un programma serio di riconversione energetica associato ad una politica di riduzione dei consumi è necessaria la presenza di uno Stato che sappia agire nell'esclusivo interesse della Nazione. Invece ci ritroviamo ad essere governati da partiti e politici sempre in cerca di scorciatoie. Per loro è più facile costruire una trentina di centrali nucleari e nel contempo soddisfare gli appetiti dei soliti gruppi industriali che hanno il monopolio della costruzione e conduzione delle cattedrali energetiche (da cui trarre magari qualche beneficio economico, come spesso accade nei grandi appalti), che ridurre i consumi e avviare un responsabile piano energetico finalizzato all'autosufficienza. Tanto le conseguenze le pagheranno le generazioni future.


 Gianfredo RUGGIERO (presidente del Circolo Circolo Excalibur - Varese)

La Roma esplode di gioia Inter battuta, adesso è -1!

La Roma esplode di gioia Inter battuta, adesso è -1 - Risultati e ultime notizie calcio e calciomercato - La Gazzetta dello Sport


mercoledì 24 marzo 2010

Acqua, un bene collettivo da difendere


Acqua, un bene collettivo da difendere
di Filippo Ghira - 23/03/2010


Fonte: Rinascita [scheda fonte]

Si è celebrata ieri la Giornata Mondiale dell'Acqua, un appuntamento istituito nel 1993 dall'Onu per fare prendere coscienza dell'importanza dell'acqua come una risorsa indispensabile da difendere e da far condividere a tutti i cittadini.
Un avvenimento che assume un particolare significato in Italia dove il governo, attraverso il vergognoso decreto legge che porta la firma di Andrea Ronchi, ministro delle Politiche comunitarie, vuole consegnare di fatto ai privati la gestione delle risorse idriche. Il provvedimento di Ronchi infatti intende calare nella realtà italiana quanto già stabilito in merito dalla Commissione europea e cioè il tetto massimo del 30% alla presenza pubblica o comunale nelle società municipalizzate che gestiscono la distribuzione dell'acqua nelle città.
La scusa giuridica di Ronchi e soci è quella che si deve obbedire, o prostrarsi, a Bruxelles, quella pratica è che la gestione delle società in mano al soggetto pubblico causa innumerevoli sprechi e dispersioni di un bene sempre più essenziale e sicuramente non illimitato. A questa frescaccia si potrebbe rispondere che il privato, in quanto tale, non assicura affatto una migliore gestione proprio perché il privato ha come unica ottica il profitto personale e ha ben poca intenzione di mettere mano al portafoglio per migliorare la rete di distribuzione.
Lo slogan della Giornata indetta quest'anno dall'Onu è stata: "Acque pulite per un pianeta sano". Esso parte dall'assunto che entro il 2025, un miliardo e 800 mila persone nel mondo vivranno in regioni con grande carenza di acqua. Esse sono già oggi più di 1 miliardo e mentre altre centinaia di migliaia stanno per unirsi alla schiera di questi infelici. Un altro miliardo e 600 mila persone vivono invece in Paesi dove è difficile usufruire di acqua per scarsità di fondi e mancanza di infrastrutture. Realtà accentuatesi negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici che hanno accentuato la desertificazione in diverse zone del pianeta mentre catastrofi naturali come cicloni e alluvioni, portando con sé acqua acida, hanno inquinato molte fonti di acqua potabile.
In Italia, l'acqua è divenuta una grande fonte di guadagni per molti gruppi multinazionali e per aziende imbottigliatrici che pagano spesso cifre irrisorie sui canoni di concessione ma che realizzano enormi profitti miliardari. Una vergogna da cancellare subito.

lunedì 22 marzo 2010

Sale tensione tra Grecia e Germania, le banche speculano sui bond greci


Sale tensione tra Grecia e Germania, le banche speculano sui bond greci
22/03/2010 15.10



Sale la tensione tra Grecia e Germania. Il vice primo ministro greco, Theodoros Pangalos, ha infatti accusato le banche tedesche di stare approfittando della critica situazione finanziaria del Paese ellenico, mentre gli esportatori tedeschi traggono beneficio da un euro debole.


Ritiene, in particolare, che la Germania stia consentendo alle proprie banche di prendere parte a un "deplorevole gioco" di speculazione sui bond greci. "Tanto più a lungo il sud dell'Europa rimane sotto pressione, l'euro viene scosso e indebolito, mentre migliorano le condizioni che permettono alla Germania di aumentare le esportazioni contro terzi", ha spiegato il vice primo ministro.


Theodoros Pangalos si è quindi detto preoccupato che, se non viene presa una decisione velocemente, allora l'euro non avrà senso e, se la moneta unica, fallisce "questo ci porterà di molti decenni indietro in termini di integrazione europea". Dichiarazioni che hanno appesantito l'euro, indicato ora a 1,3480 dollari (1,3513 a metà seduta) e le Borse europee (-0,9% l'indice Ftse Mib a Milano).


Un sondaggio FT/Harris pubblicato sul Financial Times di oggi mostra che il 62% dei tedeschi sono contro l'ipotesi che il loro Governo aiuti Atene, mentre solo il 20% è favorevole. Un terzo dei tedeschi ritiene che bisognerebbe chiedere alla Grecia di uscire dall'euro mentre il 40% crede che la Germania starebbe meglio fuori dall'unione monetaria.


Parigi e Roma hanno chiesto a gran voce di sostenere Atene in parte perchè temono di poter essere i prossimi obiettivi della speculazione dopo la Grecia. Qualunque programma di sostegno finanziario ad Atene dovrebbe ricevere il via libera della Corte costituzionale tedesca che negli anni Novanta, quando ha approvato il Trattato di adesione alla moneta unica, ha fissato una serie di paletti per evitare trasferimenti di denaro ad Stati membri dell'eurozona.


Visti gli ostacoli legali e politici i consiglieri di Angela Merkel hanno suggerito che la Grecia giochi la carta del Fondo monetario internazionale. Ma il presidente della Commissione europea Barroso ha ricordato oggi alla Germania che è nel suo stesso interesse preservare la stabilità della zona euro che rappresenta il primo mercato di sbocco per le esportazioni tedesche.


Le autorità elleniche hanno annunciato un terzo piano di austerità da 4.8 miliardi di euro (circa il 2% del Pil), destinato a ridurre in maniera sostanziale il deficit previsto per il 2010. Questo provvedimento, unito al sostegno politico espresso dai Paesi europei, si è tradotto la scorsa settimana in una leggera diminuzione del premio di rischio associato al debito sovrano della Grecia.


L'accoglienza favorevole dei mercati finanziari ha permesso alle autorità di lanciare un'emissione a dieci anni di 5 miliardi di euro a un tasso del 6,3%, che è un tasso di certo alto, che però ha generato una domanda di tre volte superiore alla disponibilità.


Peraltro, la proposta di creare un meccanismo per prestiti bilaterali per salvaguardare la stabilità dell'Eurozona "vale solo per la Grecia", ha indicato oggi il portavoce del commissario Ue agli Affari Economici, Olli Rehn. La Commissione europea ha anche ribadito che la proposta lanciata dal presidente, Josè Barroso, venerdì sera è pienamente compatibile con la legislazione europea e con i dispositivi della Corte costituzionale tedesca: la clausola europea del "no salvataggio" non vuol dire "nessuna assistenza" a un Paese che si trova in difficoltà.


"Questa boccata d'ossigeno è arrivata a segno; sarebbe tuttavia un errore pensare che il problema del controllo del debito pubblico sia definitivamente risolto", sostengono gli esperti di Banca Syz. "Nei prossimi mesi, o anni, non si può escludere il riacutizzarsi delle tensioni legate alla Grecia o ad altri Paesi e non solo della zona euro".


Oggi la Banca centrale ha stimato che il prodotto interno lordo greco calerà del 2% nel 2010. Secondo il rapporto annuale di politica monetaria, la Grecia si ritrova in "un circolo vizioso" poichè la drastiche misure adottate per ridurre il deficit pubblico non mancheranno di avere un impatto sul ritmo di crescita del Paese.


Sempre secondo la banca centrale, la durata della recessione e le prospettive di ripresa dipenderanno in larga misura dall'efficacia con cui il Governo sarà in grado di attuare le misure di austerity varate nel corso degli ultimi mesi. "Il cambiamento di direzione non sarà facile e non avverrà in tempi rapidi".


Da una parte il Paese deve infatti affrontare una serie di riforme strutturali di ampio respiro e dall'altra la crisi greca avviene in un contesto in cui l'economia europea rimane debole e strettamente dipendente dalle misure di stimolo fiscale. "La ripresa dell'eurozona rimane fragile ed è ancora basata, in larga misura, dalle misure straordinarie di stimolo che ora dovranno essere lentamente ritirare visto gli alti deficit e il debito accumulato dalla maggior parte delle economie avanzate".

Francesca Gerosa

La rivoluzione non è necessaria,forse.

fiamma : Messaggio: I: La_rivoluzione_non_è_necessaria,_forse.?

Una pagina web per ogni cittadino

Zeus News - Una pagina web per ogni cittadino

sabato 20 marzo 2010

DIRITTO GLOBALIZZATO E SCHIZOFRENIA DEL BUON COSTUME




DIRITTO GLOBALIZZATO E SCHIZOFRENIA DEL BUON COSTUME


Lo abbiamo scritto, lo abbiamo documentato lo andiamo subendo da anni. Viviamo la dimensione disperante del Diritto Globalizzato, costruita ed imposta a uomini e popoli dai senza volto moderni a fine di Dominio. Il dominio della banca e dei brothers, degli omini in grisaglia che periodicamente si riuniscono per verificare il mal fatto e per mettere a punto nuove strategie. Quelli che stabiliscono le regole che siano le più funzionali al Potere trattando di economia, di geopolitica, di costume, di consumi, di immagine; di privatizzazioni solo in apparenza selvagge. E di Giustizia.
In troppi, quasi tutti, hanno ignorato ieri e continuano a negare oggi ciò che avvenne sul Britannia nel 1992 e che portò all'uscita dalla scena politica italiana ed europea di Craxi grazie all'intervento di una magistratura opportunamente attivata e pilotata (Operazione "mani pulite"); o ciò che con il costruito 11 settembre condusse alla filosofia globale della "National Security Strategy" avendo come obbiettivo l'eliminazione dei Popoli Canaglia.
Pax americana e Diritto internazionale.
Mandato di cattura europeo e manette senza frontiere.
Trattato di Lisbona e reintroduzione della pena di morte.
Eurojust e Tribunale dell'Aja dove, continuando ad utilizzare le "regole" di Norimberga,
si giudicano i nuovi criminali. Su indicazione di Usa/Israel che però si chiamano fuori dai Trattati a loro non ritenuti organici.
Diritto coloniale di fatto che ritiene il Tribunale internazionale come una Corte "la cui giurisdizione non si estende agli americani". Così come viene imposto il divieto ai Tribunali nazionali di giudicare i reati commessi dai militari Usa (Strage del Cermis e uccisione di Calipari).

 
Ed è in una tale situazione di Giustizia Globalizzata e di costumi e di comportamenti imposti che s'innesta, in apparente paradosso, la schizofrenia del buoncostume profano. Ormai il dilagare della controriforma laica tende ad occupare tutti gli spazi in cui si dovrebbe vivere la dimensione della Libertà. Non c'è un disegno manifesto e, quindi, non c'è possibilità di tentare una analisi temporale e logica. Nessuna dietrologia è pensabile né esistono termini per tentare di fare del complottismo. Cose, peraltro, che noi disdegniamo in principio e come prassi interpretativa dei fatti. E non può aiutarci Orwell a comprendere ciò che sfugge alla categoria del politico. Né può esserci di lume la pur autentica attività della Casta togata intenta ormai a gestire il potere, quantomeno in Italia, dopo averlo sottratto agli altri camerieri delle banche.
Eppure non possiamo astenerci dalla descrizione dei comportamenti di quanti per protagonismo, per supponenza o per puro nihilismo vanno dettando i tempi anomali di un buoncostume demenziale.
Iniziarono gli Ermellini a condannare per stupro chi aveva attentato alle virtù di una giovane donna protetta dalla rigida corazza dei jeans e da allora via via i signori della Suprema Corte iniziarono a sentenziare su ciò che s'intendeva per bacio, quando questo aveva da intendersi violenza e quindi reato penale, sul palpeggio proibito anche se gradito, sullo stalking per lo più provocato da cercatrici di lucro e sulle tante, innumerevoli cose che attengono al costume di un popolo incanaglito, fatto a destra e a manca di bucomani che annusano e scrutano "dal buco della serratura alla ricerca di afrori che sanno di mutande sporche" (Strage della legalità – Giustizia Giusta, gennaio- febbraio) e perciò, forse, giustamente "regolato"  dagli interpreti della norma.
E se non bastassero i togati nostrani intervengono in un delirio integralista i censori della Corte europea dei diritti dell'uomo che impongono la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche accogliendo le perororazioni ed i ricorsi di frammassoni quali Franco Frattini e fornendo lietezza a noti ipocriti amorali quali Gianfranco Fini che è arrivato a sostenere che "la laicità delle istituzioni non può certo significare l'espulsione a forza di simboli universali come il crocifisso". Correttamente in linea con il paradigma delle fondamenta giudaico-cristane della civiltà europea.
Ed ancora. Il presidente del Coni Petrucci ed i suoi portaborse della FIGC si sono inventati come reato federale la bestemmia in campo che va punita con sospensioni e con ammende alimentando un dibattito grottesco e legando il destino di giocatori e di allenatori alle orecchie delle "barbe finte" mimetizzate a bordo campo per leggere il labiale e punire il presunto blasfema.
Noi non abbiamo simpatia per gli interdittori di crocefissi anche se la nostra paganitas viene ancora una volta ad essere discriminata dalla "legge". E non abbiamo - non fosse altro che per  rispetto dell'estetica - alcun motivo  per difendere i bestemmiatori. Ma non possiamo non denunciare la deriva della legge, trasformata ormai in incalzante giustizia-ingiusta, in un grottesco calderone dove si mescola di tutto senza alcun rispetto per i diritti e per le garanzie dei cittadini  offesi ad ogni momento dai comportamenti balordi di giudici e di politici.
E siamo alla chicca finale."Dire a qualcuno che è un gay è una vera e propria ingiuria, anche se la persona cui è rivolta l'espressione ha realmente tendenze omosessuali", Parola della Corte di Cassazione ad anticipazione della Legge sull'omofobia. Commenti? Siamo alla razza se non ancora superiore, protetta. Dall'orgoglio gay al riconoscimento in sentenza di una onorevole diversità più diversa di quella dei normali. Pensavamo, stoltamente, che una tal cosa fosse prerogativa soltanto per gli impostori della religione olocaustica i cui negatori sono oggetto di persecuzione e galera. Se io dò del cretino a un cretino dichiarato, del brutto ad un brutto esteticamente riconosciuto, di un ladro di professione a un ladro, della puttana ad una peripatetica di mestiere, di un trans ad un " posteggiatore" di Via Gradoli in servizio posso farlo. Del busone, del ricchione, del culattone – insomma - del frocio ad un gay che manifesta il suo orgoglio di esserlo è reato.

 
E non s'invochi la Costituzione e l'uguaglianza di tutti davanti alla legge. Nella Carta è scritto in una norma infinitamente transitoria, anzi sempre aggiornata da ben note leggi speciali, che io orgogliosamente antagonista perché fascista devo essere considerato un diverso non protetto e, quindi, un discriminato e un reprobo. Un criminale in continua attesa di giudizio.


Paolo Signorelli

venerdì 19 marzo 2010

“Israele si potrebbe trovare costretto ad annientare l’Europa”


Storico israeliano: 'Israele si potrebbe trovare costretto ad annientare
l'Europa'
Scritto il 2010-03-12 in News



Al-Quds (Gerusalemme) - Pic. Lo storico militare israeliano Martin Karfeld
ha affermato che Israele si potrebbe trovare costretto a distruggere
l'intero continente europeo usando ogni tipo di armi, incluse quelle
nucleari, nel caso in cui sentisse la sua fine vicina. Egli ha anche
aggiunto che Israele considera l'Europa un bersaglio ostile.

 
Queste dichiarazioni sono state rilasciate durante un'intervista al canale 7
della radio israeliana, tradotta in arabo mercoledì scorso dal Centro studi,
analisi e informazioni.

 
"Possediamo centinaia di testate atomiche e missili che possono raggiungere
differenti bersagli nel cuore del continente europeo, compresa Roma", ha
detto Karfeld, aggiungendo che la maggior parte delle capitali europee
diventerebbero bersagli privilegiati per l'aviazione israeliana.

 
Lo storico israeliano ha più volte affermato la capacità di Israele di
distruggere il mondo intero se esso si sentisse vicino alla fine.

 
Per quanto riguarda i palestinesi, lo storico Karfeld ha detto che al
momento Israele persegue una specifica strategia basata sulla deportazione
di massa dei palestinesi, con l'intenzione di espellerli tutti, senza
eccezioni, ma sta solo aspettando il momento giusto per farlo.

 
"Due anni fa, solo il 7-8% degli israeliani credeva in questa soluzione per
i palestinesi, ma solo due mesi fa la percentuale dei favorevoli è salita al
33%. Oggi, secondo un sondaggio dell'Istituto Gallup, tale percentuale è
cresciuta fino al 55%".

 
Karfeld ha affermato che Israele deve trarre vantaggio da ogni evento che
potesse fornirgli un'occasione d'oro per espellere i palestinesi,
esattamente come accadde nel massacro di Deyr Yasin, nel 1948.

 
Rispondendo alla domanda "Israele non teme di essere considerato uno Stato
criminale se espellesse i palestinesi?", Karfeld ha replicato: "Israele è
uno Stato che non si cura di quello che gli altri dicono sul suo conto.
Dovete ricordarvi cosa disse l'ex ministro della Difesa Moshe Dayan:
'Israele deve sempre agire come un cane rabbioso, troppo pericoloso da
importunare".

Hacker disabilita da remoto più di 100 auto

Zeus News - Hacker disabilita da remoto più di 100 auto

giovedì 18 marzo 2010

I partiti si cambiano solo così


I partiti si cambiano solo così
di Massimo Fini - 17/03/2010


Fonte: Massimo Fini [scheda fonte]

Lasciamo perdere, per un momento, la questione Berlusconi e le inaudite pressioni, intimidazioni, minacce che il presidente del Consiglio ha esercitato su un commissario dell'Authority per le Comunicazioni, Giancarlo Innocenzi, perché si desse da fare per chiudere Annozero, zittire Floris e la Dandini, impedire che vengano ospitati personaggi sgraditi al Cavaliere, come Ezio Mauro, Eugenio Scalfari, o, dio guardi, Antonio Di Pietro. «Se lei avesse un minimo di dignità dovrebbe dimettersi» ha sibilato Berlusconi a Innocenzi. Mentre è vero esattamente il contrario: se costui avesse avuto «un minimo di dignità» avrebbe dovuto mandare all'inferno l'energumeno ed eventualmente denunciarlo alla magistratura. Ma come avrebbe potuto il poveraccio? È un uomo di Berlusconi, è stato sottosegretario alle Comunicazioni in un suo governo e un suo dipendente quale Direttore dei servizi giornalistici Fininvest-Mediaset.
Ci sarebbe voluto non un coniglio, ma un samurai disposto al kharakiri per contrastare la violenza dell'energumeno e reggere una situazione talmente anomala, grottesca e pazzesca che non ha paragoni in alcun altro Stato al mondo, democratico o non democratico, tanto da far dire persino al Direttore generale della Rai, Masi, che «cose simili non si vedono nemmeno nello Zimbawe».
Ma lasciamo perdere la questione Berlusconi-Innocenzi-Minzolini non solo perché Il Fatto Quotidiano, oltre ad essere stato il primo a darne notizia la sta trattando con l'ampiezza che merita, ma perché ne presuppone un'altra.
Al di là dell'atteggiamento particolarmente spudorato e violento dell'energumeno, la domanda è: quale indipendenza può mai avere la Rai-Tv, Ente di Stato, e quindi di tutti i cittadini, quando il Consiglio di amministrazione è nominato dai partiti, il presidente pure, la Commissione di Vigilanza anche, l'Autority per le Comunicazioni e ogni altra Autority idem, quando non c'è dirigente, funzionario, conduttore di programmi, giornalista, usciere il cui posto di lavoro non dipenda dall'appartenenza a una qualche formazione politica, da un rapporto di fedeltà e sudditanza, più o meno mascherato, diretto o indiretto, a qualche partito o fazione di partito?
E la questione della Rai-Tv è solo la più emblematica e evidente dell'occupazione sistematica, arbitraria, illegittima che i partiti, queste associazioni private, hanno fatto di tutti gli apparati dello Stato, del parastato, dell'amministrazione pubblica, che poi ricade a pioggia anche sull'intera società (facciamo un esempio semplice semplice, tanto per capirci: a Firenze se sei architetto e non sei infeudato a sinistra non lavori).
Si parla tanto, di questi tempi, di riforme: istituzionali, costituzionali, della giustizia, eccetera. Ma la riforma più urgente, e principale, è quella dei partiti, nel senso di un loro drastico ridimensionamento, della loro cacciata da posizioni che occupano abusivamente, arbitrariamente, illegittimamente. Ma in democrazia solo i partiti possono riformare i partiti. E non lo faranno mai perché questo vorrebbe dire perdere il potere con cui condizionano l'intera società italiana, abusandola, stuprandola, ricattandola, richiedendo ai cittadini i più umilianti infeudamenti per ottenere, come favore, ciò che spetta loro di diritto.
Come se ne esce? Agli inizi degli anni Ottanta, quando l'abuso e il sopruso partitocratico era ancora, nonostante tutto,ben lontano da quello di oggi, Guglielmo Zucconi, direttore del Giorno, quotidiano appaltato alla Dc e al Psi, mi permise di scrivere nella mia rubrica, Calcio di Rigore, un articolo in cui invocavo provocatoriamente, per l'Italia, la soluzione che il generale Evren aveva adottato per la Turchia dove l'occupazione, la corruzione, il clientelismo dei partiti aveva raggiunto vertici intollerabili, ma comunque ancora lontani da quelli dell'Italia di oggi. Il generale Evren prese il potere, spazzò via tutta la nomenklatura partitocratica, e promise che, fatta una pulizia che in altro modo era impossibile, avrebbe restituito, entro cinque anni, il potere alle legittime istituzioni democratiche. Promessa che puntualmente mantenne. E oggi la Turchia, pur in mezzo alle mille contraddizioni di un Paese la cui realtà è resa difficile dalla presenza di una fortissima minoranza curda, è un Paese "normale" con una maggioranza, un'opposizione, un premier che rispetta le leggi e la magistratura, e partiti che stanno al loro posto e nel loro ruolo, che è quello di coagulare il consenso, e non esondano in tutta la società civile. Non è la Turchia che non ha i requisiti democratici per entrare in Europa. È l'Italia che non li ha più per restarci.

1 milione di euro per My Memory Home

1 milione di euro per My Memory Home

Internet Explorer 9 in anteprima

Zeus News - Internet Explorer 9 in anteprima ma non supporta XP!

Una ferrovia superveloce per unire Londra e Pechino


mercoledì 17 marzo 2010

PERCHE' I MEGA-RICCHI STANNO DISTRUGGENDO IL PIANETA


 PERCHE' I MEGA-RICCHI STANNO DISTRUGGENDO IL PIANETA
 Post n°22 pubblicato il 17 Marzo 2010 da associazione.ignis
 http://blog.libero.it/Culturanazionale

             Se decido di scavare nei miei ricordi di studente di storia che vanno dall'impero romano ai nostri giorni mi pare di ricordare che un impero succedeva al precedente, quando il precedente era divenuto "vecchio"e decadente ed il "nuovo" si affermava in base al principio che aveva qualcosa di nuovo o di più "moderno" da dire e da proporre.
 Non ricordo un sistema o un impero che succedesse al precedente col fermo proposito di fare un passo indietro o un ritorno al passato: i conservatori sono stati sempre battuti dai progressisti.
 Su questo ragionamento che mi passa per la testa baso la mia convinzione che la catastrofe annunciata nel libro che ho appena finito di leggere ( Hervé Kempf – Perchè i mega-ricchi stanno distruggendo il pianeta – Garzanti, 2009 ) sia inevitabile. E' inevitabile perché i popoli e i governi che li guidano non sono minimamente disposti a fare un passo indietro, a rivedere i loro modelli di sviluppo basati sul progresso indefinito e sui consumi illimitati.
 Quando leggo che governi e istituti di statistica dei paesi cosiddetti emergenti si rincorrono a suon di percentuali di crescita, di numero di veicoli immatricolati, di aumenti complessivi di consumi, senza dare la minima importanza a fenomeni atmosferici catastrofici come tre mesi continui di pioggia battente in grandi capitali come San Paolo e disastri di questo genere (per non parlare dei terremoti che oltre a spostare città alterano l'asse terrestre), credo proprio che la catastrofe annunciata sia prossima, anzi è già in corso.
 Provate però ad interrogare l'uomo della strada di Città del Messico o di Seul o di Mosca e vi risponderà che anche lui ha diritto, come l'uomo di Londra e di New-York alla sua autovettura, alla sua coca-cola, alla sua birra e... alla sua dose di cocaina da usare i sabato sera nelle nottate di sballo collettivo. Come vedete siamo alla frutta: una intera umanità sotto il giogo di un modello economico globalizzato che sta portando alla catastrofe.
 Qualcuno, per esempio gli ecologisti o i socialisti che in altri tempi predicavano la giustizia sociale e la distribuzione equa della ricchezza, sarà in grado non solo di frenare questo modello ma di cambiarlo? Non fatemi ridere!
 Lasciate stare i governi, guidati dai vari Obama, Lula, Putin, Berlusconi coi loro rispettivi bagagli di buone intenzioni e di tante promesse: ma chi butta giù dai loro scranni di potere i veri padroni del mondo, seduti nei grandi e luccicanti palazzi dove si decide il valore di una moneta o le quotazioni di borsa e gli scambi finanziari e che sono i grandi responsabili dello sfruttamento delle risorse della terra e dell'ingiustizia sociale? Chi sarà in grado – questo si che sarebbe un passo indietro in senso politico e un grande passo in avanti in senso sociale ed ecologico nella coniugazione auspicata dall'autore del libro – di restituire potere e sovranità ai popoli e alle nazioni?
 Io non lo vedo nè oggi e nè farsi largo all'orizzonte, nè tra gli ambientalisti e nemmeno tra i socialisti: di conseguenza, la catastrofe annunciata sarà una catastrofe reale. E a dire il vero tutto ciò, magra consolazione, combina con tutte le profezie antiche e moderne.
 D'altra parte, dov'è scritto e dov'è stabilito che la razza umana debba vivere in eterno? Potrebbe vivere se avesse almeno il buon senso di organizzarsi in una forma di vita onesta e rispettosa dell'ambiente, ma se tutti i suoi comportamenti ed azioni vanno in direzione totalmente opposta al buon senso, per non dire al resto, per quale ragione deve sopravvivere, me lo sapete dire?
 Faccio un solo esempio: da oltre quarant'anni, un piccolo popolo che si considera predestinato da Dio seguace di un libro fra i più pubblicati al mondo, tortura ed opprime al fine di distruggerlo il legittimo proprietario di un piccolo territorio, e questo avviene tra l'indifferenza dei cosiddetti "grandi" della terra e dell'ONU pomposamente ritenuta l'assise più rappresentativa del pianeta.
 Di fronte ad una così palese ed eclatante ingiustizia, cosa volete che facciano gli altri? Dovrebbero reagire invece di recitare il rosario, ma poichè recitano il rosario e non reagiscono, il destino della razza umana è ormai segnato. Infatti, l'avete capito o no che la globalizzazione è stata inventata solo per asservire i popoli e non per liberarli da antiche e nuove barriere?
 Ho fatto un esempio, tra i tanti che si potrebbero fare. Il caso della Grecia: scioperi e cortei non servono più a nulla, sono strumenti del passato, come non serve andare in giro per il mondo con il cappello in mano. Il parlamento ellenico deve emettere un decreto composto da un solo articolo: NON PAGHIAMO I DEBITI, RITORNIAMO ALLA SOVRANITA' MONETARIA E CHE I VARI SOROS E COMPAGNIA VADANO ALL'INFERNO!
 Voglio dire, parafrasando l'autore del libro, che problemi come quello palestinese o greco, non vanno più lasciati unicamente alla sfera politica ma vanno integrati come problemi ambientali, geografici, nel senso che comportamenti come quelli dei sionisti o del capitalismo finanziario non fanno più solo danni politici, ma ambientali e quindi vanno classificati come armi di distruzione di massa, peggiori dell'arma atomica perché provocheranno la distruzione dell'umanità.
 "La sinistra, – scrive Kempf a pag. 42 – ossia quelli per cui la questione sociale – la giustizia – resta al primo posto. Vestita con quel che resta del marxismo, ripete incessantemente le parole d'ordine del XIX secolo, in cui s'inabissa nel "realismo" del "liberismo moderato". Così, l'emergenza sociale – segnata dall'aumento dell'ingiustizia e dalla dissoluzione dei legami di solidarietà sia privati che collettivi – che sembra ricoprire l'emergenza ecologica, serve de facto a eliminare quest'ultima dal campo."
 Alla sinistra, perciò, non resta da fare altro che un passo indietro nel tempo e nella storia, ripescare negli ideali di una sinistra nazionale libera dalle ideologie del materialismo storico e dall'utopia marxista, ma forte della saggezza popolare che nei momenti più cruciali della storia le fornì l'impeto giusto, il coraggio di reagire di fronte ai grandi soprusi e alle grandi violenze dei potentati economici.
 L'autore del libro aggiunge: "Ci si imbatte dunque in ecologisti naif – l'ecologia senza il sociale - , una sinistra incollata al 1936 o al 1981 – il sociale senza l'ecologia, e in capitalisti soddisfatti: "Discutete, brava gente, e soprattutto continuate a pensarla diversamente".
  Noi, sembrano dire, siamo più bravi di voi, siamo i migliori e continueremo regolarmente a mettervelo in quel posto... mentre voi continuate a discutere e a sfilare nei cortei.
 E' ora quindi che la sinistra ritrovi la sua vera unitaria anima nazionale e guerriera ed anche se la guerra non dovesse vincerla e la catastrofe non potesse evitarla, almeno potrebbe dire di avere combattuto con dignità e ove necessario di essere caduta sul campo con l'onore delle armi.
 Il libro va letto e meditato con calma: ma è bene far precedere la lettura da una buona camomilla perché le molte e documentate informazioni accompagnate da opportuni commenti  critici potrebbero farvi imbestialire e farvi venire pericolosi istinti aggressivi...  Buona lettura!

lunedì 15 marzo 2010

La ripresa non si sente ma per i soliti noti la festa non è mai finita


La ripresa non si sente ma per i soliti noti la festa non è mai finita
di Massimo Fini - 14/03/2010


Fonte: Massimo Fini [scheda fonte]






Si sente molto disagio in giro, scoramento e anche rabbia, ascoltando i discorsi nei bar, nelle pizzerie o parlando con i negozianti. Ciò che ha colpito di più la gente in questa nuova mandata di scandali non è tanto la corruzione in sè, ma il fatto che i suoi protagonisti, ricchi signori, non bisognosi di nulla, piazzavano figli e nipoti in impieghi remunerativi mentre i loro fanno una fatica boia a trovarne uno a bassissimo reddito, o non ce l'hanno o l'hanno perduto.
Questo è il caso del figlio del mio cartolaio, una piccola cartoleria di quartiere. Questi commercianti, marito e moglie, gente modesta che ha lavorato una vita, che ha fatto sacrifici per mantenere i figli, un maschio e una femmina, agli studi, per farli laureare, erano particolarmente orgogliosi di quel loro ragazzo che insegnava matematica, una materia in cui non si può bleffare. Da sette anni alla Statale di Milano, prima come dottorando di ricerca, poi come "assegnista", sostituendo in tutto e per tutto il titolare di cattedra, in perenne giro per il mondo per convegni, facendo lezione, esami, laboratori. Adesso, in virtù della combinazione della legge Gelmini e della stretta della Finanziaria, finiti i quattro anni da "assegnista", si trova a spasso. "In università lo stimano" mi dice il cartolaio" e del resto conosco mio figlio e so che ha lavorato con scrupolo e diligenza. Peraltro i suoi studenti gli hanno dato un voto altissimo, ma non c'è possibilità legale di trovargli un posto all'interno dell'università. Sette anni buttati via. Lui adesso se la cava dando lezioni private, ma è molto depresso e temo per la sua salute. Oltretutto queste categorie non hanno cassa integrazione né alcun tipo di ammortizzatore sociale. Io sono furibondo e temo di commettere uno sproposito".
Meno sensibile è invece la gente alla corruzione. Non percepisce esattamente che anch'essa ricade sulla sua testa. La prima Tangentopoli, secondo i calcoli del professor Cazzola, costò 630mila miliardi alla collettività, un quarto del debito pubblico. Se non ci fosse stata forse non esisterebbe, almeno nei termini drammatici che conosciamo, il problema delle pensioni, e forse il figlio del mio cartolaio avrebbe il posto che gli spetta.
I Telegiornali dicono che c'è la ripresa economica. Ma intanto i disoccupati aumentano. E allora ci si chiede, e se lo chiede anche il mio cartolaio, di che ripresa si tratti e se, per caso, l'economia sia ancora al servizio della popolazione o non sia la popolazione al suo servizio.
Proprio davanti a casa mia è stato raso al suolo un bosco, che era sorto spontaneamente sul terreno delle ex Varesine. Ci costruiranno la "città della moda", con tre grattacieli alti fra i trenta e i trentacinque piani e altre cementificazioni. Ma intanto il sindaco Moratti, dopo aver distrutto uno dei pochi polmoni verdi della città, ci obbliga, per motivi economici, ad andare a piedi la domenica, la sola giornata in cui potremmo utilizzare l'automobile per i nostri svaghi.
Entro in un famoso ristorante molto trendy di Milano e ascolto i discorsi ai vari tavoli. "Domani parto per New York, poi mi sposto a Chicago, quindi torno a Milano ma facendo una capatina in Thailandia". E allora ti rendi conto che forse la ripresa c'è, ma per i soliti noti, gente che se gli chiedi che cosa fa nella vita risponde come il personaggio di Moretti: «Faccio cose, vedo gente». E mi chiedo fino a quando il cartolaio, o suo figlio, continueranno a subire.


_____

Zeus News - Il giornalista automatico

Zeus News - Il giornalista automatico

domenica 14 marzo 2010

Il Giornale - Ha inventato la macchina che vede i tumori: lo accusano di stregoneria -


articolo di domenica 14 marzo 2010

Ha inventato la macchina che vede

I tumori: lo accusano di stregoneria


 

Clarbruno Vedruccio costruisce una sonda contro le mine antiuomo e scopre che interagisce col suo corpo. "Merito di un panino ingurgitato in treno e della gastrite"

Un tubo lungo 30 centimetri che permette di scoprire i tumori non appena cominciano a formarsi. Una sonda elettromagnetica che vede qualsiasi infiammazione dei tessuti. Un esame che dura appena 2-3 minuti, non è invasivo, non provoca dolore o disagi al paziente, e fornisce immediatamente la risposta. Un test innocuo, ripetibile all'infinito e senza togliersi i vestiti, che ha una precisione diagnostica come minimo del 70% ma, se eseguito da mani esperte, può arrivare anche al 100% di attendibilità. Uno strumento rivoluzionario, poco ingombrante, portatile, che si può usare ovunque e che non necessita di mezzi di contrasto radioattivi, lastre fotografiche o altro materiale di consumo. Un'apparecchiatura che si compra, anzi si comprava, con 43.000 euro più Iva, contro i 3-4 milioni di euro di una macchina per la risonanza magnetica, i 2 milioni di una Pet e il milione e mezzo di una Tac, tutt'e tre con costi di gestione elevatissimi.

Allora chi e perché ha paura del bioscanner, nome commerciale Trimprob? Non certo i potenziali pazienti, che potrebbero individuare per tempo la malattia. Non certo il ministero della Salute, che lo ha inserito nel repertorio dei dispositivi medici del Servizio sanitario nazionale. Non certo il professor Umberto Veronesi, che lo ha sperimentato nel suo Istituto europeo di oncologia di Milano e ne ha decantato la validità. Eppure la Galileo Avionica, società del colosso Finmeccanica, ha annunciato la chiusura della Trim Probe Spa, l'azienda che lo produceva e lo commercializzava, messa in liquidazione in quanto ritenuta non più strategica nell'ambito di un gruppo internazionale specializzato nei mezzi di difesa militare.

Questa è l'infelice historia di un cavaliere d'altri tempi, il professor Clarbruno Vedruccio, 54 anni, l'inventore del bioscanner, laureato in fisica e in ingegneria elettronica negli Stati Uniti, già collaboratore dell'Istituto di fisica dell'atmosfera del Cnr a Bologna e docente di metodologia della ricerca all'Università di Urbino, che nei tempi presenti avrebbe meritato i premi Nobel per la fisica e la medicina fusi insieme, se solo il mondo girasse per il verso giusto, e invece è costretto a prosciugare il conto in banca per tutelare la sua creatura.

Vedruccio è arrivato al bioscanner per puro caso, mentre stava fornendo tecnologia militare avanzata ad alcuni reparti d'élite delle nostre forze armate. Pur di non lasciarsi sfuggire un simile cervello, nel 2004 i vertici della Marina hanno rispolverato la legge Marconi del 1932, così detta perché fu creata su misura per Guglielmo Marconi, l'inventore della radio, che minacciava di passare armi e bagagli agli inglesi. Arruolato «per meriti speciali» nella riserva selezionata, con decreto del presidente della Repubblica, l'Archimede Pitagorico è diventato capitano di fregata ed è stato assegnato all'ufficio studi del Comando subacquei e incursori alla Spezia. Ha anche partecipato con l'Onu alla missione di pace Leonte in Libano, dove s'è guadagnato un encomio.

Quando nel 2004 una serie di fenomeni impressionanti - elettrodomestici che prendevano fuoco, vetri delle auto che esplodevano, bussole che impazzivano, cancelli automatici che si aprivano da soli - sconvolse la vita di Caronia, nel Messinese, la Protezione civile chiamò Vedruccio per trovare il bandolo della matassa. Lo studioso accertò che il paesino dei Nebrodi veniva colpito da fasci di radiazioni elettromagnetiche con particolari caratteristiche. Se oggi gli chiedi chi fosse a emetterle, si limita a tre parole: «Non posso rispondere». L'inventore abita con la moglie Carla Ricci, sua assistente, a pochi chilometri dal radiotelescopio Croce del Nord di Medicina (Bologna). Quando si dice il caso.

Nome insolito, Clarbruno.

«Viene dalla fusione di Clara e Brunello, i miei genitori».

Lei è un fisico. Perché ha accettato di diventare ufficiale di Marina?

«Non sono né guerrafondaio, né pacifista. Ma se la guerra si deve fare, si fa. Diciamo che la vita militare è la normalità, nella nostra famiglia. Sono nato a Ruffano, provincia di Lecce. Mio nonno materno, Ettore Giaccari, disperso in mare nel 1941, era il capo motorista dell'incrociatore Fiume, affondato dagli inglesi nella battaglia di Capo Matapan. Mio padre comandava la brigata costiera della Guardia di finanza. Sono cresciuto tra la caserma e il faro di Torre Canne. Nel gennaio 1958 precipitò in Adriatico un aereo F86 e papà si gettò a nuoto nelle acque gelide per salvare il pilota. Lo riportò a riva: purtroppo era già morto. Io passai l'infanzia fra i rottami di quel caccia militare. Ricordo ancora la carlinga, i comandi, la sala radio. Il mio amore per l'elettronica è nato lì».

E il bioscanner com'è nato?

«Nel 1985 collaboravo col battaglione San Marco. Mi fu chiesto se ero in grado di mettere a punto una tecnologia per intercettare i pescatori di frodo che di notte approdavano sull'isola di Pedagna, zona militare al largo di Brindisi. Le telecamere non potevano essere installate per la troppa salsedine e le frequenti mareggiate. Stavo lavorando a una specie di radar antiuomo, come quelli che gli americani usavano in Vietnam, quando mi accorsi che alcune bande di frequenza in Uhf, fra i 350 e i 500 megahertz, quindi al di sotto dei canali televisivi, interagivano bene con i tessuti biologici delle persone».

In che modo se ne accorse?

«Volevo sperimentare la possibilità di usare l'elettromagnetismo anche per rintracciare le mine antiuomo sepolte nel terreno: il rilevatore registrava qualsiasi discontinuità nella compattezza della sabbia fino a 20 centimetri di profondità. Mentre ero nel mio laboratorio, notai che sugli analizzatori di spettro una delle tre righe spettrali spariva completamente ogniqualvolta mi avvicinavo al banco di prova. Strano. Quel giorno avevo ingurgitato un panino col salame in treno ed ero in preda a una gastrite terribile. Mi si accese una lampadina in testa. Chiamai Enrico Castagnoli, ex radarista della Marina, mio vicino di casa, e gli chiesi come si sentisse in salute. "Benone", mi rispose. Ripetei la prova su di lui: nessuna variazione di spettro. La conferma che cercavo».

Cioè?

«Allora non potevo saperlo. Ma avevo appena provato in vivo ciò che gli scienziati Hugo Fricke e Sterne Morse intuirono e descrissero nel 1926 su Cancer Research e cioè che i tessuti sani hanno una capacità elettrica più bassa, quelli infiammati più elevata, quelli oncologici ancora maggiore. In pratica il mio bioscanner consente di fare una specie di biopsia elettromagnetica, quindi incruenta, dei tessuti biologici, grazie a tre frequenze in banda Uhf, intorno ai 460, ai 920 e ai 1350 megahertz. In particolare, il segnale sulla prima frequenza interagisce con le formazioni tumorali maligne, evidenziando un abbassamento della riga spettrale».

E individua qualsiasi tipo di cancro?

«A eccezione delle leucemie. Ma i tumori solidi su cui abbiamo indagato li ha letti tutti. Ho visto alcuni carcinomi del seno con due anni d'anticipo sull'ecografia e sulla mammografia».

Chi è stato il primo paziente a sottoporsi all'esame?

«Un fisico britannico che era venuto all'Università di Urbino per un congresso. Gli ho scoperto un tumore alla prostata. Nei giorni successivi gli studenti di medicina, farmacia e veterinaria facevano la fila per sottoporsi all'esame e lo stesso i miei colleghi docenti. Io insegnavo a loro e loro a me. Nel 2006 ho portato la macchina in Libano durante la missione Leonte. È stato un altro screening di massa».

Ma chi garantisce che il test non faccia male e sia affidabile?

«Il bioscanner ha l'omologazione dell'Istituto superiore di sanità, che ne ha attestato la non nocività. Per ogni organo occorre poi una procedura di validazione presso enti accreditati dal ministero della Salute. Per le ovaie la sperimentazione avviata dall'Istituto nazionale dei tumori di Milano ha dimostrato un indice di sensibilità del 91%, il che è particolarmente confortante, trattandosi di una neoplasia che non dà sintomi e in genere viene scoperta quando vi sono già le metastasi. Nello stesso istituto sono stati testati i tumori del retto: siamo sull'89% di attendibilità. Le prove per la tiroide e lo stomaco-duodeno, eseguite nelle Università di Catanzaro e Genova e nell'ospedale maggiore della Marina militare a Taranto, si sono rivelate esatte al 90% e in due casi al 100%. I tumori della vescica, testati all'ospedale Vito Fazi di Lecce, hanno restituito un dato sicuro nell'89,5% dei casi. Per la prostata e il seno siamo al 72%».

Il margine d'errore a che cos'è dovuto?

«All'imperizia di chi esegue l'esame e alla fallibilità di tutti i sistemi diagnostici. Non dimentichiamo che anche un ecografo può sbagliare nel 45% dei casi: tanto varrebbe buttare in aria una monetina e fare a testa o croce. Da uno studio pubblicato sulla rivista Urology nel 2008, e relativo alla diagnostica della prostata, risulta che il bioscanner ha offerto un'accuratezza del 72% contro il 55% di un'ecografia transrettale, tanto invasiva quanto fastidiosa».

Gli amici si rivolgeranno a lei al minimo acciacco.

«Li dirotto verso gli ospedali. È troppo pesante scoprire che una persona ha un tumore e doverglielo dire all'istante. Se il Trimprob fosse dato in dotazione ai medici di base, si risparmierebbero miliardi di euro spesi per accertamenti diagnostici spesso inutili. Purtroppo è presente solo in 50 ospedali sui circa 2.000 esistenti in Italia».

E all'estero?

«Si trova in Giappone, Brasile, Malesia, Turchia, Iran, Regno Unito, Francia, Belgio. Ma da due anni la Galileo Avionica ha smesso di produrlo e io mi ritrovo a pagare le spese per il mantenimento del brevetto internazionale dalla Cina al Sudafrica, dall'India al Canada. Si tratta di costi largamente superiori al mio stipendio».

E dire che la Galileo Avionica era andata ad analizzare col bioscanner persino la prostata di Beppe Grillo...

«Credo che il Trimprob sia stato testato anche su Umberto Bossi, che ne ha parlato benissimo a Silvio Berlusconi».

Attrezzo bipartisan. «A questo punto come si fa a dire che l'esposizione ai campi elettromagnetici non ha effetti sulle persone?», s'è chiesto Grillo nel suo blog.

«Il Trimprob utilizza una potenza 100 volte inferiore a quella dei cellulari: 10 milliwatt contro 2 watt. Però bisogna essere onesti: l'industria non ha alcun interesse a divulgare le indagini che invitano ad applicare il principio di precauzione all'elettromagnetismo».

Non mi aveva detto che la non nocività del bioscanner è certificata?

«È così. L'esame dura poco o niente, non vi è un'esposizione cronica, e la frequenza ha uno spettro di assorbimento selettivo sui tessuti infiammati, non su quelli sani».

E i collegamenti wireless sono sicuri?

«Da elettromagnetista ho sviluppato una particolare sensibilizzazione ai campi elettromagnetici anche deboli. Mi sono accorto che il mio vicino di casa aveva cambiato il modem per collegarsi a Internet perché ho cominciato a dormire male. Ho acceso l'analizzatore di spettro e ho visto che aveva installato una rete wi-fi. Gli ho chiesto di spegnerla almeno di notte e sono tornato a dormire bene».

Il Trimprob rischia di rendere superfluo il lavoro dei radiologi?

«No. La diagnostica per immagini resta lo standard. Il bioscanner aiuta, dà il primo allarme. Per esempio, gli urologi che lo impiegano hanno ridotto di molto la prescrizione di biopsie».

Però manda in pensione le mammografie per prevenire il tumore al seno.

«Se vuole condannarmi a morte, scriva così».

Insomma, a quali specialisti dà fastidio?

«A tutti quello che non lo usano».

Qualcuno l'ha ostacolata?

«Durante un vertice all'Istituto superiore di sanità, al quale ero stato accreditato dall'Ieo del professor Veronesi, uno dei presenti mi ha detto: "Cos'è? Stregoneria?". Gli ho obiettato che un'industria che produce cacciabombardieri difficilmente spreca tempo in riti vudù. Il bioscanner è la macchina del futuro. Ma capisco che sarebbe stato come parlare dei telefonini nel 1700».

Com'è possibile che l'Italia non riesca a sfruttare l'invenzione di un italiano?

«Vuol sapere una cosa? Sono un capitano di fregata precario. In Marina ho lavorato solo sei mesi l'anno, agli inizi senza stipendio. E dal 2 luglio sarò congedato perché compio 55 anni, che è l'età limite per far parte come ufficiale delle forze di completamento. Eppure questo è il periodo più fertile della mia vita di inventore: due brevetti depositati, fra cui un'antenna tattica omnidirezionale per collegamenti satellitari utilizzata dal contingente italiano in Afghanistan, e altri quattro già pronti».

Si sarà pentito di non essere rimasto negli Stati Uniti.

«A fuggire si fa presto. Rimanere a combattere in Italia, quello sì è da soldati».


 

stefano.lorenzetto@ilgiornale.it


© IL GIORNALE ON LINE S.R.L. - Via G. Negri 4 - 20123 Milano - P.IVA 05524110961

 
 

Inserted from <http://www.ilgiornale.it/interni/ha_inventato_macchina_che_vede_i_tumori_accusano_stregoneria/14-03-2010/articolostampa-id=429339-page=1-comments=1>

CHI E' PIU' INETTO ?


 CHI E' PIU' INETTO ?


Siamo proprio messi male con un capo del governo che è un mariuolo, piduista, amico dei mafiosi, che ha più reati in giudizio che capelli in testa e che bada solamente ai suoi affari personali ed a  stare fuori di galera infiaschiandosene dell'Italia e degli italiani ed una opposizione che è incapace di fare niente che sia più di una chiacchiera velleitaria!

Abbiamo sentito i discorsi dei Bersani dei Di Pietro e dei Ferrero alla manifestazione del 13 Marzo e di nuovo abbiamo ascoltato bestialità e paragoni cretini ed antistorici.
Hanno criticato Berlusconi perché sta dando più potere al padronato, perché rende sempre più precario il posto di lavoro di giovani ed anziani, perché vuole diminuire l'età scolare dell'obbligo, perché ha in progetto di abolire i contratti nazionali di lavoro e per questo gli danno del Fascista e lo paragonano al Duce..
Come sempre a sinistra sono  disinformati ed in malafede e  mentono sapendo di mentire!

Si dimenticano infatti di dire che Benito Mussolini ed il Fascismo hanno dato ai contratti nazionali di lavoro dei lavoratori la forza e la dignità di Legge dello Stato ( cosa che oggi non hanno), che hanno elevato l'età scolare da 9 a 14 anni, che hanno stabilito l'apprendistato, il libretto di lavoro, le pensioni, la mutua, gli assegni famigliari, il dopolavoro, l'orario di lavoro di 8 ore ed il "sabato fascista", la tutela del lavoro delle donne, la carta del lavoro, le case popolari, l'INAIL e da ultimo l'apoteosi sociale della Socializzazione ..!!!
Il tutto a favore dei lavoratori e contro il padronato !!
E' quindi evidente che ogni paragone tra Berlusconi ed il DUCE è non solo grottescamente falso, ma in assoluta malafede il che conferma una volta di più il cinico ed amorale insegnamento mai dimenticato di Lenin:" Una menzogna in bocca ad un comunista è una verità rivoluzionaria"..

Invece di sparare fesserie, la sinistra dovrebbe fare un bel esame di coscienza in quanto da 65 anni promette ai lavoratori di fare i loro interessi ed il risultato finale è solamente un mare di chiacchiere in cui sono annegati tutti i sogni e persino i diritti acquisiti dei lavoratori se è vero, come è vero, che oggi i padroni contano più di prima, che il potere di acquisto dei salari e delle pensioni è diminuito anziché aumentare mentre invece è aumentato il livello degli utili dei padroni, che la sicurezza sul lavoro è una utopia dato l'elevato numero di morti bianche che si verificano ogni anno nelle fabbriche e nei cantieri, che il lavoro nero è diventato una piaga che si estende ogni giorno di più, che il precariato è quasi diventato la regola anziché essere una eccezione, che insomma tutte le promesse fatte ai lavoratori sono state tradite per inettitudine, collusione, malafede e cinismo ..!!!
Azzeccagarbugli, acchiappafarfalle e rivoluzionari da bar dello sport, questo sono questi magliari della sinistra italiana !
Altro che partito dei lavoratori.!


Alessandro Mezzano


Inserted from <http://it.groups.yahoo.com/group/fiamma/message/27429>

venerdì 12 marzo 2010

Un libro per educare i vostri figli al disprezzo della democrazia


Da richiedere a progettosociale1@libero.it





Nicola Cospito: Perchè non sono democratico
Prefazione di Rutilio Sermonti




Un libro per gli spiriti ribelli
Un libro per rompere gli schemi e andare all'attacco
Un libro per scandalizzare e spaventare i borghesi e i liberali
Un libro per educare i vostri figli al disprezzo deila democrazia




I CONTENUTI:
Prefazione………………………………………………………………………….
Introduzione………………………………………………………………………..
La democrazia: una guerra di tutti contro tutti………………………………
La democrazia come violenza………………………………………………….
La democrazia come dogma……………………………………………………
La maggioranza come tirannia del numero e dominio della mediocrità..
La libertà di opinione come illusione………………………………………….
Democrazia e clientelismo……………………………………………………….
I sistemi elettorali truccati………………………………………………………..
La tendenza congenita alla truffa……………………………………………….
Un sistema fondato sulla passività o sulla partecipazione ?.....................
Democrazia e indole degli italiani……………………………………………….
La democrazia come diseducazione……………………………………………
La democrazia come sistema degli sprechi e dei privilegi…………………
La democrazia come "infezione dello spirito"………………………………..
Democrazia liberale e società capitalista: individuo, libertà, proprietà…..
L'alternativa alla democrazia………………………………………………………


Antologia


La tirannia della plebaglia………………………………………………………….
Il male viene dalla democrazia…………………………………………………….
La democrazia e il governo del numero…………………………………………
Socrate condannato a morte dalla democrazia………………………………..
"Parla un inglese"……………………………………………………………………
La ribellione del poeta………………………………………………………………
La democrazia nell'arte…………………………………………………………….
Contro il popolo e la nazione………………………………………………………
Del Superiore e dell'inferiore………………………………………………………
Governo di tutti, governo di nessuno…………………………………………….
I servi della democrazia…………………………………………………………….
 Per la rivolta antidemocratica………………………………………………………
Mussolini contro il mito di Demos…………………………………………………


Inserted from <http://it.groups.yahoo.com/group/fiamma/message/27419>

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...