Vogliamo giustizia!

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Giustizia per i morti di Bologna

Ultimissime del giorno da ADNKRONOS

domenica 16 febbraio 2014

Acquista VIDEO USB e DOPPIO CD del Concerto per Carlo 2013!

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Gli organizzatori del Concerto hanno da poco dato il via alle ordinazioni del doppio CD e della chiavetta USB del Concerto per Carlo 2013.

Sul sito www.concertopercarlo2013.org è attiva la pagina che consente l’acquisto on line del doppio CD contenente i 31 brani del Concerto in alta qualità; nonché della chiavetta USB (da 8 Giga) contenente il video completo dello spettacolo.
Trovate tutte le istruzioni. Le spedizioni dei materiali inizieranno tra pochi giorni per le chiavette USB e dal 17 Febbraio per il doppio CD.

I PREGI DEL DOPPIO CD

concerto per carlo doppio cd

“Il Concerto per Carlo è stato un “live” molto complesso. E’ difficile gestire dal punto di vista tecnico 14 gruppi così diversi. 7 ore di prove sono state appena sufficienti a tarare l’impianto. Poi c’era un quindicesimo gruppo: IL PUBBLICO che ha scandito in coro ogni canzone. Il lavoro di registrazione è stato dunque complesso ma ancora più complesso (e accurato) quello di equalizzazione e remastering, proprio perché emergessero i suoni puliti, sparisse qualche imperfezione e il pubblico avesse il suo ruolo anche in prodotto che sarà ascoltato anche da chi non era presente. L’importante era quindi ricreare proprio l’emozione della partecipazione. Crediamo di esserci riusciti” (Lorien).

Per info e acquisti: www.concertopercarlo2013.org

sabato 15 febbraio 2014

Tangos y Milongas

tangos

LIBRERIA / GALLERIA delle ARTI  L'UNIVERSALE via F.Caracciolo 12

Serata imperdibile di musica argentina con tre straordinari artisti: la giovane Jenifer Clementi al flauto traverso,Javier Salnisky voce e bandoneon di talento, Massimo Aureli virtuoso della chitarra (sette corde).

Contributo alla serata 12€ compresa prima consumazione.

E' possibile mangiare affettati,formaggi,verdure aggiungendo 5€

INFO e PRENOTAZIONI: 3394987052 / 3480468591

venerdì 14 febbraio 2014

Aggiornamento n° 105 di GEOPOLITICA

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Vi segnaliamo le ultime novità:

Eventi:

Ghiaccio e risorse: l’Artico come nuovo scenario geopolitico. Il 19 febbraio alla Camera
L’Oceano Artico negli ultimi decenni ha cominciato a rivestire un ruolo sempre più importante grazie al cambiamento delle condizioni climatiche e l’esplorazione di vaste aree finora inaccessibili, creando nuove opportunità commerciali, economiche e militari. Nelle profondità del Mare Artico giace il 25% delle risorse mondiali. Inoltre l’apertura di due nuove rotte commerciali ha innescato una ristrutturazione dei traffici transcontinentali in termini di costi di trasporto e tempi di percorrenza. A questi fattori economici, commerciali e ...

Geopolitica:

Asia Pacifico: un nuovo pivot
In corso di stampa Geopolitica, vol. II, no. 2/3 (Estate-Autunno 2013) ASIA PACIFICO: UN NUOVO PIVOT   Da alcuni decenni si parla del XXI come del “Secolo del Pacifico”. Quest’idea è stata solo corroborata dalla decisione dell’Amministrazione Obama di riorientare la strategia nazionale degli USA per fare perno sulla regione dell’Asia-Pacifico. Gli analisti vi leggono una nuova enfasi sul controverso rapporto USA-Cina, il cui scontro per l’egemonia è preconizzato da alcuni. In questo numero di ...

Call for Papers:

Vol. III, n. 1 (Primavera 2014) – India: potenza e contraddizioni
Vol. III, n. 1 (Primavera 2014) India: potenza e contraddizioni Scadenza per le proposte: 15 febbraio 2014 Scadenza per gli articoli: 1 aprile 2014 GEOPOLITICA. Rivista dell’Istituto in Alti Studi di Geopolitica e Scienze Ausiliarie accetta proposte per il numero di Primavera 2014. Il tema monografico del volume è: India: potenza e contraddizioni. Il numero approfondirà molteplici tematiche connesse all’India, potenza emergente, in un anno importante per la politica interna del Paese, viste le programmate ...

I Report dell'IsAG:

Latvia – 20 years after its independence (or a trade-off?)
No. 22 – January 2014 Author: Eva Maurina Language: English Keywords:  Europe  Latvia  Privatization   Download (PDF) / Scarica (PDF)   Abstract Following famous words of my professor Anis Bajrektarevic that: “the Atlantic Europe is a political power-house (with the two of three European nuclear powers and two of five permanent members of the UN Security Council, P-5), Central Europe is an economic power-house, Russophone Europe is an energy power-house, Scandinavian Europe is all of that a bit, and Eastern Europe is none of it”, I wanted to examine the standing of my own place of origin in the ‘new European constellations’. What happens to ...

Collana Orizzonti d'Eurasia:

L’unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà nel Kazakhstan contemporaneo
L’unità nella diversità. Religioni, etnie e civiltà nel Kazakhstan contemporaneo Curatori: Dario Citati e Alessandro Lundini Editore: Fuoco Edizioni & IsAG, Roma 2013 Collana: Orizzonti di Eurasia Caratteristiche: 296 pp., cartografie b/n di Lorenzo Giovannini, prefazione di Tiberio Graziani, postfazione di Roberto Valle, € 20,00 ISBN: 9-78889736377-4 Dalla Quarta di copertina La Repubblica del Kazakhstan, che ha acquisito l’indipendenza nel 1991 in seguito alla dissoluzione dell’URSS, è uno dei Paesi più variegati del mondo sotto il profilo della composizione nazionale e religiosa: sul suo vasto territorio si contano infatti oltre 130 gruppi etnici e 40 confessioni all’interno di una popolazione di circa 16 milioni di ...

Collana Heartland:

Halford John Mackinder: Dalla geografia alla geopolitica
Halford J. Mackinder (1861-1947) è stato un uomo dalle molteplici carriere: geografo, è considerato il fondatore moderno della disciplina in Gran Bretagna; educatore, ha creato l’Università di Reading e consolidato la London School of Economics come suo secondo direttore; esploratore, è stato il primo uomo a scalare il Monte Kenya, la seconda vetta africana; politico, ha seduto in Parlamento e ricevuto diversi incarichi ufficiali, tra cui quello d’Alto Commissario britannico nella Russia Meridionale sconvolta dalla guerra civile. ...

Geopolitica Online:

Le relazioni cino-sudamericane: i cinesi lanciano il satellite boliviano Tupac Katari
Il 20 dicembre scorso è stato lanciato dalla base cinese di Xi Chian – regione del Sichaun – il primo satellite per le telecomunicazioni dello Stato Plurinazionale di Bolivia. “Facciamo oggi il primo passo per essere presenti nel cielo”. Con queste parole, Alvaro García, vice presidente del paese andino, si è rivolto ai suoi concittadini riunitisi in Plaza Murillo, nel cuore della capitale La Paz, per seguire il lieto evento in diretta televisiva. Invece il ...

La crisi del debito europea, vista dal Vietnam
1. La crisi del debito nell’UE a. Il debito pubblico e la crisi del debito pubblico Il debito pubblico è un concetto relativamente complesso che la maggior parte degli approcci attuali concorda nel riferire alla somma del debito il cui obbligo di ripagare ricade sul governo di un Paese1. Secondo l’approccio della Banca Mondiale (BM), il debito pubblico è inteso come le passività di quattro principali gruppi di istituzioni: (i) le passività del Governo centrale, ...

Geopolitica dello “Stato da Tera” veneziano
Oggi, a livello mondiale, si può distinguere un “Blocco Democratico” (UE ed USA), un “Blocco Autoritario” (Cina e Russia) ed un “Blocco Islamico” (Medio Oriente, parte dell’Asia Centrale e parte dell’Africa): quindi un sistema eterogeneo, nel quale i vari attori perseguono (con strumenti e modi diversi) una politica di espansione e potenza, la quale dipenderà sempre più dall’accesso alle fonti di approvvigionamento energetico, più che dalle conquiste territoriali. In questo “Nuovo Grande Gioco”, il gas ...

Le differenti relazioni tra Stati Uniti e Iran e la prospettiva dell’India
Vista la recente minaccia di ulteriori sanzioni da parte del Congresso degli Stati Uniti, i termini di riconciliazione con l’Occidente da parte dell’Iran, in seguito alla svolta delle trattative sul nucleare con il P5+1 nel novembre dello scorso anno, sono pronti ad essere implementati a partire dal 20 gennaio. Tehran sembra imperturbata da queste rivelazioni, e la regione è in fermento per i cambiamenti futuri, visto che diverse nazioni stanno per schierarsi dalla parte di ...

Eni e Finmeccanica, eccellenze italiane
Eni e Finmeccanica sono due aziende italiane che rappresentano dei veri e propri punti di eccellenza a livello europeo e mondiale. La prima, nota soprattutto per le vicende che coinvolsero Enrico Mattei negli anni ’50 e ‘60, opera in particolare nel campo del petrolio e del gas naturale, attraverso attività di ricerca, commercio e sviluppo che coinvolgono all’incirca 90 paesi e 78.000 persone. Si tratta della prima società per capitalizzazione a Piazza Affari, con un ...

Notizie dall'Istituto:

Crisi siriana e interessi asiatici. Massimiliano Porto intervistato da L’Indro
Massimiliano Porto, direttore del Programma di ricerca “Asia Orientale” dell’IsAG, è stato intervistato da Priscilla Inzerilli per “L’Indro” a proposito della posizione giapponese in merito alla crisi siriana. L’articolo può essere letto cliccando qui. ...

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giovedì 13 febbraio 2014

Adriano Visconti, l’Asso dell’Aviazione

AdrianoVisconti

Una raffica di mitra alle spalle lo uccide, autori del delitto i partigiani della brigata garibaldina Redi

Sparare alle spalle è vile. Uccidere a tradimento, violando un patto, è da pusillanimi. La storia di Adriano Visconti è una di quelle che sui libri di storia non si trovano, eppure parliamo di un personaggio di cui l’Italia dovrebbe andare fiera.

È il 29 aprile 1945, Adriano Visconti, ‘Asso dell’Aviazione italiana’ è in una caserma di Milano. Ha al suo attivo 1400 ore di attività bellica, 591 missioni, 72 combattimenti, 26 abbattimenti, di cui 19 antecedenti all’armistizio e 7 successivi, oltre a due subiti, due Medaglie di bronzo e sei d’argento al Valore Militare, due promozioni per meriti nel corso della Seconda Guerra Mondiale, le Croci di Ferro di 1 e 2 classe.

Era nato a Tripoli, nella Libia italiana, dove la sua famiglia era emigrata dopo la colonizzazione del 1911. La sua carriera nell’aviazione era stata eccezionale, la sua scelta di aderire alla Repubblica Sociale lineare ed indubbia.

Il 29 aprile del 1945 deve arrendersi, non c’è più carburante, resistere è impossibile. La resa del 1° Gruppo caccia Asso di Bastoni è firmata da Visconti, dal CLNAI, dal CLN e da quattro capi partigiani. Sono il cosiddetto ‘Capitano Chiodo’, un tal ‘Ferruccio’, un certo ‘Nicola’ e uno che si chiama Aldo Aniasi, detto Iso in quel gergo tutto partigianesco che tanto piace ai vanagloriosi ‘resistenti’. È un accordo in piena regola, secondo il quale la resa comporta la garanzia di libertà ai sottufficiali e agli avieri, l’incolumità degli ufficiali e l’impegno di consegnarsi come prigionieri di guerra alle autorità italiane o alleate. Naturalmente si parla degli alleati ‘nuovi’, quelli che fino a pochi mesi prima avevano sganciato bombe sul suolo italiano sventrando città ed uccidendo incondizionatamente civili e militari. Un patto che viene tradito, come accade quando una delle parti dell’accordo è un vigliacco senza onore. Una raffica di mitra sparata alle spalle uccide Adriano Visconti e il suo aiutante Valerio Stefanini. A Visconti vengono esplosi altri due colpi di pistola alla nuca. Chi spara è il guardaspalle di Aniasi, quell’ ‘Iso’ che nel 1945 comanda la brigata garibaldina ‘Redi’ e che poco tempo dopo sarà sindaco e senatore della Repubblica Italiana. Aniasi viene incriminato: si ritiene che l’ordine sia partito da lui. Eppure non viene condannato: l’assassinio di Visconti e Stefanini è ritenuto ‘legittimo atto di guerra’, perché avvenuto prima dell’8 maggio 1945. I due pesi e le due misure. I morti di serie A e i morti di serie B. Gli ‘eroi’ che riempiono le pagine dei libri di storia e i dimenticati. E due facce di un’Italia che ha perso non solo la guerra ma, prima ancora, la dignità.

Ad accogliere le spoglie dell’Asso dell’Aviazione, il Campo 10 nel Cimitero di Musocco a Milano, dove riposano le spoglie di molti repubblicani. È lo stesso cimitero in cui viene sepolto, anonimamente, il Duce del Fascismo Benito Mussolini e da cui la pietà di Domenico Leccisi e di altri fascisti lo trafugherà nella speranza di una sepoltura più degna, che giungerà solo nell’agosto del 1957 nella sua Predappio.

Per tornare a Visconti, bisogna dire che come recita un antico detto, ‘nemo propheta in patria’: mentre l’Italia dimentica i suoi uomini migliori, Washington gli conferisce un tributo. Nel National Air and Space Museum un’immagine di Adriano Visconti  gli rende il giusto merito di ‘Asso dell’Aviazione italiana’. Anche New York lo celebra con una foto nel museo di Ellis.

In patria, invece, bisogna attendere il 2010 per sentir parlare di lui nel documentario ‘Volando con Visconti’  di Costa, che racconta la sua vita e quella del suo assistente Stefanini. Di Visconti si parla anche in ‘Aquile senza corona’ e ‘Il cacciatore del cielo’  del 2011 e in ‘Dai pulcini di Quarantotti alle comete di Visconti’ del 2012.

Quasi settant’anni ci ha messo l’Italia per rendergli in minima parte l’attenzione che gli spetta. Ma, si sa, questa è la storia scritta dai ‘vincitori’, che si autoproclamano tali senza aver riflettuto adeguatamente sul fatto che la guerra l’hanno persa anche loro.

emoriconi@ilgiornaleditalia.org

Emma Moriconi

lunedì 10 febbraio 2014

"Giorno del Ricordo", dieci anni dall'emozione di quelle luci verdi

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Casa Pound rende omaggio alle vittime delle foibe

Nel 2004 l'istituzione della legge per commemorare martiri delle foibe ed esuli istriani, fiumani e dalmati

Dieci anni son passati dall'approvazione della legge che istituisce il 10 febbraio, "Giorno del Ricordo" dei martiri delle foibe e degli esuli istriani, fiumani e dalmati. 

Porta il mio nome ed è per me, moralmente, la cosa più bella della mia vita da parlamentare. Personalmente è anche un ricordo indelebile: il tabellone che si riempiva di luci verdi, l'emozione, la commozione nel capire che quel sogno si realizzava davvero. Per me era soprattutto l'aver adempiuto ad una promessa, intima, che avevo fatto a me stesso tanto tempo prima.

Mi tornavano alla memoria i ricordi di anni ormai lontani, vorticavano nella mente immagini e parole, vivide come fossero di ieri, di quand'ero bambino.

Pensavo ai capelli candidi di nonno, ai suoi occhi chiari e acquosi, ai racconti della Grande Guerra, fatta da volontario irredento, istriano; pensavo a quando si andava al vecchio Cimitero degli Eroi di Redipuglia, al Podgora di Scipio Slataper, alla trincea della Frasche di Filippo Corridoni; pensavo alle lacrime di mamma davanti a quella che era stata casa loro, a Buie, sentinella dell'Istria, da dove erano partiti esuli e ove ormai viveva altra gente, che parlava un'altra lingua, così dura e lontana da quella del dolce sì...

Quante volte allora, avevo pensato "non è giusto" e mi ero detto, nelle pieghe dei miei pensieri nascosti, "da grande combatterò per te e per voi".

Ecco, la mia buona battaglia l'avevo combattuta e l'avevo vinta.

E' lì, è una legge dello Stato, tanti ora sapranno, tanti impareranno, tanti capiranno; quelle vicende, quei nomi, quelle città, non saranno più piccola e sofferta storia di un remoto angolo d'Italia, ma tornerà ad appartenere a tutti gli Italiani.

Certo, da ragazzo sognavo il tricolore sul campanile di Buie, sulla torre di Montona, sull'Arena di Pola, sull'aquila di Fiume, sognavo giustizia per quei trecentocinquantamila esuli sparsi in ogni angolo del pianeta, e per me giustizia era riavere la casa e la terra strappata.

Ho imparato col tempo a comprendere che spesso la giustizia non è di questo mondo, che la legge della foresta diventa troppe volte la legge degli uomini, che il tempo drammaticamente cancella storie, sangue, lingue, tradizioni.

Ma ho capito anche che la peggior ingiustizia, la peggior resa è proprio quella verso il tempo che tutto cancella, è la rinuncia alla memoria, è la banale aspirazione a sopravvivere senza pensieri e senza valori, figli del presente e già orfani del futuro, sradicati e apolidi atomi di passaggio attraverso una cronaca scritta da altri.

Il Giorno del Ricordo non è, in tutta evidenza, una riparazione materiale ai drammi d'allora, ma è un grande un atto di giustizia, verità, riconciliazione.

E' l'aver ridato un senso al cammino comune, riconsegnato alla storia nazionale pagine ignobilmente strappate, ridestato il senso di una comunità di destino.

E' l'aver finalmente dato un fiore a tutti quei morti senza croce, sprofondati chissà dove nelle voragini del Carso, ma soprattutto aver fatto ch'essi non fossero più morti di serie B, destinati ad essere figli di un dio minore, sacrificati ad una verità che non si poteva dire...

Ma non è solo memoria, è anche futuro nel segno di una rinnovata coscienza culturale e nazionale, seme che germoglierà ancora in quelle terra adriatica orientale.

Chi vuol scendere oltre Trieste lungo l'antica via Flavia, ora che con l'Europa neppure ci son più le sbarre al confine, troverà nelle pietre e nella cultura il senso di una comune storia nazionale, dal leone marciano con i dogi sul Palazzo Pretorio di Capodistria (Caput Histriae) al  "Trillo del diavolo" di Tartini a Pirano, dalle volte della Basilica Eufrasiana di Parenzo (Julia Parentium) alle arcate dell'Arena di Pola (Pietas Julia), all'aquila di Fiume (Tarsatica) la dannunziana città di vita.

E più giù ancora, in Dalmazia, incontrerà Zara, salutato dal leone alato della Porta di Terraferma, la Sebenico di Niccolò Tommaseo, la Spalato del Palazzo di Diocleziano, la Ragusa che fu Repubblica di San Biagio col motto "Libertas", quinta repubblica marinara italiana...

La legge sul Giorno del Ricordo, dieci anni dopo, si dimostra essere anche e soprattutto l'occasione per una ricucitura storica e culturale di tutti gli italiani, una presa di coscienza nazionale sulla lunga e diffusa esperienza umana e civile degli italiani dell'Adriatico orientale, al loro grande contributo alla costruzione della Patria Italiana e di quell'Europa adriatica che fu anche il sogno dei grandi del Risorgimento nazionale: un sogno che oggi val la pena di tornare a cullare.

Roberto Menia

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domenica 9 febbraio 2014

Paolo Di Nella, l'agonia della violenza politica

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Nell’anniversario dalla morte del giovane nazionalrivoluzionario, un ricordo, un pensiero, una preghiera.

 

Non sarà facile, stasera. Parleremo, come sempre facciamo qui a Telefono Giallo di un delitto rimasto senza colpevoli ufficialmente riconosciuti, ma parleremo soprattutto della morte di un ragazzo di vent’anni, Paolo Di Nella, fascista romano’.

Comincia così una puntata di Telefono Giallo, la trasmissione di Rai Tre condotta da Corrado Augias. ‘Parleremo di un delitto e parleremo di Paolo Di Nella e inevitabilmente ritroveremo il clima e l’atmosfera di tante nostre città di questo Paese nei primi anni del decennio che sta per concludersi. Disordini di piazza, scontri, la contrapposizione anche fisica di idee politiche opposte, la dissipazione di vite umane frutto di quella degenerazione della politica inutile, infantile, che è la violenza di piazza in un Paese democratico’.

La cronaca di quel 2 febbraio è storia nota, ne abbiamo parlato anche qualche giorno fa sul Giornale d’Italia, nell’anniversario dell’aggressione. Quello che accade, invece, il 9 febbraio del 1983, e di cui ricorre oggi il trentunesimo anniversario, è l’epilogo di quell’atto tremendo e irragionevole, di quell’attacco alle spalle, di quella violenza cieca e maledetta. Paolo muore il 9 febbraio 1983, il fiore è stato reciso, un’altra vita è stata spezzata, l’ultima di quegli anni infami. Il sangue di Paolo, il dolore di quei giorni, le lacrime di chi gli ha voluto bene, il senso di vuoto, un grido al cielo che lo vuole ‘presente’ suggellano la fine degli anni di piombo.

Ma chi è Paolo Di Nella? ‘Un militante politico – dice ancora Augias – che la sua militanza l’aveva cominciata giovanissimo, a 14 anni, iscrivendosi al Fronte della Gioventù’.

Il filmato è un documento eccezionale che trascina indietro nel tempo, in un’epoca a colori sbiaditi, che sembra lontanissima e forse lo è davvero. Le immagini di Telefono Giallo propongono un’intervista ad un giovane Gianni Alemanno con la celtica al collo, all’epoca (fine anni ’80) segretario nazionale del Fronte della Gioventù, che di Paolo era stato il migliore amico. Una bella foto inedita di Paolo, i capelli lunghi, gli occhiali. Un’altra che lo ritrae seduto a terra, vicino alla sua moto. E poi Daniela, giovanissima, graziosa, gli occhi grandi, che ci racconta Paolo con i capelli lunghi e sporchi di colla, con i jeans anch’essi sporchi della colla delle affissioni. E poi una giovane R. A., riconoscibilissima ormai come Roberta Angelilli, con la didascalia che recita ‘un’amica di Paolo’ che lo racconta come una persona sempre disponibile e attenta a i problemi degli altri.

Nel filmato vediamo anche la mamma di Paolo, la sua dignità nel dolore è grande, la sua testimonianza toccante, intensa. Quanto dolore nel rievocare quelle ore, la corsa forsennata al Pronto Soccorso, l’ambulanza che sfreccia in una inutile corsa contro il tempo. E ancora l’intervista al professor Merli, il medico che eseguì l’autopsia sul corpo di Paolo. Una testimonianza tecnica, la sua, che fa rabbrividire: l’osso temporale di Paolo era stato fatto a pezzi, con gravi lesioni a livello dell’arteria meningea media. E ancora, un’intervista ad Ugo Vetere, le sue parole di responsabilità, la sua riflessione sulla vita umana.

Uno speciale che varrebbe la pena di ascoltare – e guardare – dall’inizio alla fine, una trasmissione introvabile sul web ed estremamente particolareggiata. La visita del presidente Pertini al Policlinico, quella del sindaco di Roma Ugo Vetere, il telegramma di condoglianza di Berlinguer, il segno dei tempi che sono cambiati. E poi i funerali, ‘carichi di tensione’ dice Augias, di cui va in onda un servizio del tg. Anche questo è un viaggio nel tempo senza eguali. Quella bara, con il tricolore e la bandiera con la croce celtica, e il ‘presente’ che risuona nella piazza, tante voci che sembrano una voce sola. Augias ricorda come quell’evento tragico lasciò presagire che qualcosa di grave poteva ancora succedere, per rappresaglia. E invece non accadde nulla: il senso della responsabilità ebbe il sopravvento, quegli anni dovevano finire, per sempre. E finirono.

E poi le rivendicazioni, e le  indagini, gli identikit, i confronti all’americana a cui Daniela venne sottoposta, che sono una storia lunga e complessa che non possiamo approfondire in questa sede – ma non mancheremo di farlo - e  che non porteranno nessuno sul banco degli imputati. Un altro delitto impunito, un'altra vittima senza colpevoli. Per Paolo oggi resta un ricordo, un pensiero, una preghiera. Gli anni di piombo sono finiti, anche se ad un prezzo troppo alto.

Emma Moriconi


L'Esempio di un ragazzo semplice

Il filo rosso che unisce i militanti attraverso le parole di chi vuole ricordare

Paolo Di Nella è un simbolo di semplicità, un esempio per tutti i ragazzi che hanno scelto di fare politica. Quella politica vissuta ventiquattro ore al giorno, quella fatta di riunioni, volantini, affissioni e battaglie politiche e sociali. Come l'ultima di Paolo, quella per il verde pubblico del suo quartiere (il Trieste Salario di Roma). Come quelle che oggi, a distanza di anni, chi fa politica combatte ogni giorno. Scrivendo un articolo, girando un film, sforzandosi di trovare qualcosa di ancora puro in un mondo divenuto sempre più preda di arrivisti e poltronari.

A Paolo la sua sezione ha sempre dedicato uno striscione, affisso a Piazza Gondar a fianco al murales che lo ricorda. Con frasi scelte tra quelle che più rappresentano il modo di interpretare la vita e la politica che Lui e gli altri che si sono sacrificati per quello in cui credevano hanno saputo incarnare. A Paolo sono state dedicati anche pensieri, brani, giornaletti auto prodotti da quei ragazzi che hanno cercato di seguire il suo esempio. Leggerli oggi, a più di trent'anni dalla sua morte, dà una sensazione di malinconia e di orgoglio. Un misto di tristezza per tutto quello che è andato via per sempre e di gioia per essere riusciti, nonostante tutto, a portare avanti la fiaccola che Paolo non può più tenere tra le sue mani. Mani che oggi sono diventate di tutti coloro che si ritrovano in queste parole dedicate a Paolo.

Arrivederci Paolo

Sebbene i minuti seguitino a correre come sempre ed a quella notte sia seguito un altro giorno, come è solito al tempo, per noi niente è cambiato. La rabbia, il dolore. Il rimpianto per ogni momento passato con te è impresso nella nostra mente, nel nostro cuore. E’ il prezzo di una scelta di vita, di chi si misura con il mondo, le sue leggi e la sua morale, con la gente qualunque ed il suo modo di essere. Ora, per tanta della gente per cui lottavi, non sei che un ricordo lontano, un “povero ragazzo” finito male e da dimenticare in fretta. Per noi è diverso, ma non lo capiranno mai. Non si può capire ciò che non si è mai stati.

Uno di noi, questo sei. Le definizioni non contano quando si è esempio di vita anche nella morte. Un esempio fatto di gesti insignificanti e momenti gloriosi, che adesso assumono un valore enorme per chi con te lottava, soffriva, voleva vivere. Un esempio che è ricordo, ed è solo nostro.

Non abbiamo niente a che spartire con chi, nato dall’odio, è vissuto nell’odio e per l’odio; con chi è responsabile di questa società crudele ed ipocrita che ha spento le più vive componenti della personalità umana tentando di uccidere la stessa forza del pensiero. Ma lentamente, come l’acqua corrode le rocce, il nostro pensiero sconfiggerà il potere e all’oggi, che è rapido come un baleno, seguirà un domani eterno. Lì ci incontreremo! (Fronte della Gioventù Trieste Salario)

Noi ci siamo!

E’ difficile parlare di Paolo, che ha dato la vita per quell’Ideale in cui tutti crediamo, che è stato capace di sacrificare la propria giovinezza in nome di qualcosa di più alto, di più luminoso, di più vero. E’ difficile perché qualunque parola sembra inappropriata se usata per descrivere il gesto di un ragazzo come noi, che per il solo fatto di aver scelto la strada più dura, è morto a vent’anni. E’ difficile perché di fronte al sacrificio estremo spesso ci si sente estremamente piccoli e inadeguati e qualunque cosa si dica o si faccia sembra sciocca. E’ difficile, ma vogliamo provarci lo stesso, seguendo quel filo rosso che ci lega indissolubilmente a chi ha percorso prima di noi la strada sulla quale oggi stiamo camminando. Molti di noi hanno conosciuto Paolo solo ascoltando i ricordi di chi ha diviso con Lui la militanza quotidiana, leggendo la sua storia, guardando negli occhi sua madre. Eppure possiamo dire di aver vissuto con Lui, perché dividiamo la stessa anima.

Stasera, come in tutti gli altri giorni della nostra vita, vogliamo dire a Paolo, e a tutti quelli che sono con lui in quella verde valle lontana e senza tempo, è che noi ci siamo. Con tutte le nostre debolezze, con la stanchezza e lo scoraggiamento che a volte si fanno davvero pesanti, con i piccoli sacrifici di ogni giorno, che non sono niente se paragonati al loro. Ci siamo, e continuiamo, nel nostro mondo e nel nostro tempo, a percorrere la strada che prima di noi ha visto i loro passi svelti attraversare la vita, consapevoli del fatto che abbiamo scelto di vivere un ideale che va oltre il tempo e oltre la storia, un ideale che ha vissuto in loro e che ora vive in noi. Ci siamo, e sappiamo che in ogni semplicissimo atto della militanza di ogni giorno, come un’affissione, un volantinaggio, una riunione, un’assemblea, ci sono con noi anche loro.

C’è chi il sangue è chiamato a versarlo tutto insieme e chi goccia a goccia: quando ci sentiamo stanchi e scoraggiati, quando ci assalgono i dubbi sulla scelta della militanza, sarà sufficiente pensare a chi, ragazzo di vent’anni come noi, ha versato il suo sangue tutto insieme e ci ha lasciato il dono più prezioso che si possa mai ricevere: un esempio da seguire (da Coordinamento, bollettino a cura del nucleo Azione Giovani “Francesco Cecchin”).

Cristina Di Giorgi

Da: http://www.ilgiornaleditalia.org

Nasa: ossigeno da Marte e acqua dalla Luna

Due missioni permetteranno di ricavare le risorse indispensabili direttamente dai corpi celesti, rendendo possibili le colonie interplanetarie.

[ZEUS News - www.zeusnews.it - 07-02-2014] 

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Viaggiare nello spazio richiede, tra le altre cose, una buona scorta di provviste; tra queste, aria respirabile e acqua sono tra le più importanti.

È chiaro che dover caricare un veicolo spaziale con queste provviste limita non solo la distanza raggiungibile, ma anche la possibilità di portare con sé materiale di altro tipo (computer, attrezzature per esperimenti e via di seguito).

L’articolo continua qui.

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